Capitolo 58

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Dalla sua smorfia corrucciata e pensierosa capisco che qualcosa è cambiato nell'ultima mezz'ora, ma continuo a non capire cosa lo rende così lunatico.

Sapevo che sarebbe ritornato, e lo stavo aspettando, ma credevo di affrontare un uomo arrabbiato e pronto a chiedermi di nuovo perché l'ho inseguito.

Invece Alex sembra perplesso, ma anche sorpreso di vedermi lì, seduta per terra, come se stessi ammirando le stelle in una notte romantica di mezza estate, ma il cielo è completamente oscurato da una serie di nuvole fitte che non non lasciano intravedere nemmeno la luna.

L'unica fonte di luce è la lanterna a cinque metri di distanza, mentre l'erba è così bagnata che sicuramente l'indomani mi salirà la febbre.

Ma era così calmo qua fuori e non ho saputo resistere: tutte le case sono immerse nel buio e non c'è anima viva nei dintorni, nessun rumore, se non il leggero vento che mi scompiglia i capelli.

Stringo le ginocchia al petto e guardo Alex dal basso, non sapendo come iniziare una conversazione normale senza che iniziamo a insultarci a vicenda.

Sento il suo profumo da lontano, mischiato a quello delle magnolie della vicina di casa, che in questa posizione non riesco a vedere per colpa delle alte Rosacee che circondano il mio giardino.

Alzo la testa con un cipiglio quando sento i suoi passi veloci, per poi vederlo inginocchiarsi alla mia altezza e avvicinare velocemente il suo viso al mio.

Non capisco le sue intenzioni fino a quando ritrovo la sua bocca sulla mia, mentre mi spinge indietro con il petto.

Spalanco le palpebre per il suo gesto: continuo a non capirlo mentre lo lascio succhiarmi le labbra tra le sue, morbide a prescindere dal freddo che fa a quest'ora.

Non è passato molto tempo da quando abbiamo litigato e non era nei miei piani baciarlo una volta rivisto: pensavo mentalmente a formulare delle frasi a senso compiuto per fargli capire di smettere di nascondermi le sue intenzioni, ma per l'ennesima volta Alex raggiunge ciò che vuole, dato che non riesco ad allontanarmi dalle sue braccia.

Rabbrividisco quando la mia schiena giunge a contatto con i fili d'erba bagnati, ma non lo dò a vedere per evitare di interromperlo.

Sospiro contro le sue narici e godo quel momento come se fosse la prima volta che assaporo la sua lingua: si posiziona tra le mie gambe, mentre cerca di non abbandonare tutto il peso del suo corpo sul mio, poggiando gli avambracci ai lati della mia testa.

Socchiudo gli occhi e vedo i suoi ciuffi già scompigliati essere mossi dal vento e cadere sulla mia fronte, mentre sussulta contro le mie labbra:

«Ti amo fottutamente tanto...»-inizia a sussurrare con la voce roca, facendo aumentare il mio battito cardiaco.

Sembra usare un tono diverso ogni volta che lo ammette, ma quelle parole hanno sempre lo stesso effetto su di me: mi fanno venire la pelle d'oca ogni volta che gliele sento pronunciare.

Sembra farlo apposta e mi sorprende quando meno me lo aspetto, anche dopo avermi spiegato di non volerlo ammettere spesso.

Ma finalmente inizio a perdere il conto delle volte in cui Alex dice di amarmi, finalmente si sente libero di pronunciare un 'ti amo' senza pensarci su, ma dando sempre lo stesso peso alle parole.

Ti amo fottutamente tanto...

Cerco di imprimere questa immagine nella mia mente: averlo a due centimetri dal volto con il sapore della mia bocca nella sua e con le labbra rosse per colpa mia, mentre mi guarda dritta negli occhi.

Sei Mia, Ragazzina!  1  || ©Tutti i Diritti RiservatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora