Lil' problems

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.......qualche giorno dopo.......

-Credo che dovremmo andare da una wedding planner...- sospiro con le mani fra i capelli, sommerso da fotografie, riviste, fogli stampati e campioni di stoffa.
-Ehm, non credo che potremmo...- cerca di dire Jungkook, visibilmente sconsolato.
-Perchè?-
-Io...non pensavo di sposarci in chiesa...sai com'è...dovremmo fare una cosa "tra di noi".-
Non ci avevo pensato, non mi era neanche passato per l'anticamera del cervello. Sono talmente abituato alla mia relazione con Jungkook da dimenticarmi spesso di non essere parte di una coppia "tradizionale".
-Aspetta! Io dovrei avere una conoscente che fa quel lavoro...potrei provare a chiamarla.- esclamo saltando in piedi. Qualche telefonata dopo, un appuntamento è già bello che organizzato.
-Tieniti libero mercoledì pomeriggio!- dico rientrando trionfante in salotto.
-Ti ha detto di sì?- chiede sorpreso.
-Ovvio.- sorrido.

Infatti, un paio di giorni ci troviamo seduti nella sala d'aspetto di Hyun, le mani che si aggrappano l'una all'altra spaventate.
-Signori Jeon?- chiede una segretaria entrando. Ci alziamo in piedi.
-Prego, venite da questa parte. La signorina Hyun vi stava aspettando.-
-Jeon Taehyung e Jeon Jungkook, giusto?- chiede Hyun dandoci la mano.
-Esatto!- esclamo, sprizzando gioia da tutti i pori. Che emozione sentire il mio nome insieme al cognome di Jungkook. Sono anni che desidero poterlo dire; "Il mio nome è Jeon Taehyung."
-Bene, che tipo di matrimonio desiderate organizzare?-
-Vecchio stile.- dico subito io, ma alla mia voce si sovrappone quella di Jungkook che, tutto convinto, ribatte:
-Moderno.-
Ci guardiamo per qualche secondo.
-Prima di tutto dovreste mettervi d'accordo voi due.- ridacchia la planner.
-Vada per il matrimonio vecchio stile.- acconsente Jungkook immediatamente.
-Sei sicuro Kookie? Se non vuoi, non c'è alcun problema.- gli chiedo preoccupato.
-Tranquillo...per una volta facciamo qualcosa di diverso, no?- mi sorride prendendomi la mano. Mi mordo il labbro per non mettermi a piangere: sto sposando l'uomo perfetto.
-Quindi...qualcosa di bianco per entrambi, qualche decorazione floreale e un piccolo ricevimento dopo la cerimonia. Avete già qualcuno che farà il discorso?-
-Potrebbe farlo Namjoon...- propone Jungkook.
-Namjoon?!- chiedo cercando di non scoppiare a ridere.
-E chi altro? Hyung è bravissimo con i discorsi. Jimin si metterebbe a frignare ancor prima di cominciare e Seokjin riuscirebbe a mettere in mezzo le sue gesta, in un modo o nell'altro. Yoongi si addormenterà subito, Hoseok se si ricorda di venire è un miracolo. E poi, lui è il nostro papà, no?- ridacchia.
-Mh, forse hai ragione...- rispondo pensandoci su. Non dovrebbe essere troppo difficile convincerlo.
Discutiamo per un'oretta sulla musica, la location, il catering sorvolando con grazia il mio argomento preferito: i vestiti.
-Per gli abiti...- comincia a dire Hyun.
-Facciamo tutto noi!- salto su, improvvisamente più interessato.
-Oh ok. Meglio così, qualcosa in meno da organizzare.-

-Taehyung! Cosa ti è saltato in mente?! Io non so da che parte cominciare...- si lamenta Jungkook una vuolta fuori.
-Sh, ti aiuterà Hoseok. E, ovviamente, Jiminie verrà con me.-
-Tsk...conoscendolo mi obbligherà a comprare un paio di Balenciaga enormi e poi mi trascinerà in un bar a bere...-
-Ma smettila!- scoppio a ridere prendendogli la mano e trascinandolo verso il centro città.
-Dove andiamo?- mi chiede annoiato.
-A fare un aperitivo. Dobbiamo festeggiare!- rispondo con un sorriso a trentadue denti. Sollevato dal fatto di non doversi sorbire una delle mie interminabili sessioni di shopping, sorride anche lui seguendomi con più voglia di prima. Andiamo in un locale molto tranquillo, piccolo, con luci soffuse e musica lounge. Ci accomodiamo su uno dei divanetti bianchi all'esterno, godendoci gli ultimi raggi di sole prima che scenda la sera.
-Buonasera, che cosa vi posso portare?- ci chiede la cameriera in tono flautato.
-Per me un analcolico.-
-Per me un Daiquiri.- si aggiunge Jungkook.
-Perfetto. Arriveranno fra pochissimo.- annuisce lei annotando le ordinazioni sul suo blocchetto. Mi rilasso contro la spalla di Jungkook, lasciando che mi cinga con un braccio. Socchiudo gli occhi sospirando.
-C'è qualcosa che non va, Taehyungie?- mi domanda delicato.
-No, tutto a posto...sono solo un po' stanco.-
Strano, oggi non abbiamo fatto quasi niente, ci siamo persino svegliati a mezzogiorno. Mi sento spossato, avrei solo voglia di sdraiarmi da qualche parte e, no, non dormire, semplicemente non fare nulla. Eppure fino a due secondi ero talmente euforico da avere la forza di fare qualsiasi cosa. Da quando sono diventato così lunatico?
-Mh...è come va la situazione "lì"?- mi carezza distrattamente lo stomaco.
-Bene, credo...mi sento solo un po' più pesante del solito. Starò ingrassando un casino.- mormoro sconsolato pizzicandomi una coscia, ancora fine.
-Sei in perfetta forma, non preoccuparti. Ti potrà far solo bene metter su un po' di ciccia.- ridacchia baciandomi lo zigomo. I nostri drink arrivano, accompagnati da un piatto di stuzzichini. Sorseggio il cocktail quieto, mordicchiando appena le cannuccie nere con gli incisivi.
-Come sei silenzioso, non è da te...- osserva il moro.
-Sto pensando.-
-A cosa?-
-Nulla.-
Trattiene malamente una risatina commentando sarcastico:
-Oh sì, anche a me capita spessissimo di non pensare a nulla!-
-Questo lo sappiamo tutti Jeon. Ah no, dimenticavo un dettaglio...tu non pensi!- lo rimbecco, sottolineando la frecciatina con una gomitata nelle costole, che quasi gli fa andare di traverso le patatine.
-Tesoro, stai diventando più acido del solito...sembra quasi che tu abbia il ciclo.- mi prende in giro.
-Smettila.- taglio corto. Dopo qualche minuto di snervante silenzio, Jungkook cerca di abbracciarmi, strofinando la sua guancia ombreggiata di barba contro la mia.
-Ah! Mi graffi, scemo!- cerco di reprimere uno strillo.
-Dai, Taehyungie, perdonami.- miagola arricciando le labbra in un patetico broncetto.
-Sì, sì, sei perdonato. Basta che non mi sfregi.- ridacchio dandogli un buffetto sulla bocca. Mi prende sulle sue ginocchia, trottando piano. Prendo una tartina fra i denti e gliela porgo. Gli da un morsetto sfiorandomi a malapena le labbra. Gli pulisco uno sbaffo di maionese con la punta della lingua, provocando una sua reazione piuttosto "entusiasta".
-Torniamo a casa?- gli chiedo, senza malizia. Annuisce frenetico finendo in un solo sorso il fondo del suo bicchiere, presto imitato da me. Mi aiuta ad indossare il cappotto, preoccupandosi di chiudermi tutti i bottoni.
-Wow, mi fai sentire un prinicpe così...- mormoro arrossendo compiaciuto. -Tu sei il mio principino.- mi risponde sottovoce schioccandomi un bacino sul naso. Gongolo lusingato, con le guance sempre più rosse. Mi apre la portiera con un piccolo inchino.
-Prego sua Maestà.- cerca di dire nel tono più professionale possibile, non riuscendo a trattenere una risatina a denti stretti.
-La smetti?- rido dandogli uno scappellotto sulla nuca, lasciandoci impresso il segno rosso della fede.
-Ahia! Mi hai fatto male, tu e le tue mannacce! Mi picchi sempre...- si lamenta massaggiandosi la parte lesa e chiudendo la portiera.
-Cosa dovrei dire io che non posso nemmeno girare in mutande in casa senza la paura di venir sbattuto contro al muro più vicino ogni volta che ti passo accanto?-
-Non è colpa mia se sei così dannatamente sexy...non riesco proprio a controllarmi quando ti vedo in quello stato.-
-Animale...- borbotto, allungandogli un altro schiaffetto, più affettuoso del primo. Sarà anche una bestia, ma amo anche questo suo lato discutibile. Guida concentrato senza dire più nulla fino a casa, dove parcheggia nel garage sotterraneo. Mi lascia passare avanti nel salire le scale, ma lo conosco troppo bene.
-Jeon, l'hai già fatto questo giochetto. Vai avanti tu, oggi sarò io a godere della vista del tuo bel culo.- rido dandogli una pacca sul sedere. Sussulta avvampando e prende a salire gli scalini velocemente. La ripidità e l'altezza degli scalini lo obbliga a piegarsi in avanti e sculettare involontariamente.
-Ehi, il ragazzino sta perdendo tutta la sua virilità!- lo prendo in giro. Si gira con il viso in fiamme strillando stizzito:
-Non sono di certo io quello che è rimasto incinta!-
Mi rabbuio improvvisamente, schivandolo di lato e salendo fino al quarto piano il più in fretta possibile. Mi sta forse dando la colpa di tutto quello che è successo? È lui che non ha preso precauzioni! Io ho cercato di ricordarglielo, ma come al suo solito non ha saputo trattenersi.
-Tae, aspetta non intendevo...- cerca di richiamarmi, prendendomi per un polso.
-Stai zitto!- urlo divincolandomi. Corro, fermandomi solo per aprire la porta, ma gli basta per raggiungermi.
-Dai, amore, non fare così...scusa...-
-Non chiamarmi amore.- dico secco infilando la chiave nella toppa con forza. Mi prende le braccia, riportandomele contro ai fianchi, e si abbassa a sussurrarmi:
-Calmati...-
Mi gira verso di lui e mi abbraccia, ancora fermi sul pianerottolo.
-Mi dispiace, davvero...non ho pensato a quello che dicevo. Sono un cretino.-
-E un coglione.- aggiungo soffocato nella sua felpa.
-E un coglione.- ripete.
-E uno stronzo insensibile.- continuo.
-Non esagerare adesso!- ride. Mi guarda negli occhi, stampandomi un fugace bacio a fior di labbra prima di mormorare:
-Dai, entriamo in casa...-
Mi levo le scarpe appena varcata la soglia annunciando con un sospiro:
-Vado a farmi una doccia fresca.-
Mi spoglio camminando verso il bagno. Riempio la vasca di acqua tiepida, accendo qualche candela e metto su una musica rilassante (una registrazione che mi aveva fatto Jungkook mentre cantava il piano tempo fa). Mi immergo fino alle spalle, chiudendo gli occhi e cercando di rilassarmi. Sento qualche leggera fitta stringermi all'altezza del basso ventre. Aggrotto le sopracciglia cercando di superare quel dolore momentaneo, che non accenna a passare.
-Ehi, piccolino, datti una calmata...- ammonisco l'esserino che si agita dentro di me accarezzandomi la pancia. Dopo essermi insaponato a dovere, riemergo dall'acqua profumata e mi avvolgo nel morbido accappatoio di Jungkook, leggermente troppo grande per me. Sgattaiolo in camera da letto a recuperare un paio di boxer e una maglia a maniche corte, infilandomeli subito. Mi passo le dita fra i capelli ancora leggermente umidi con un sospiro, sopportando in silenzio un'altra sfilza di dolori. Spero solo di non passare altri sette mesi così o morirò prima.
Torno in salotto, aspettandomi Jungkook stravaccato sul divano con il telecomando in mano. E invece mi attende proprio fuori dalla porta, guardandomi con i suoi occhioni da coniglietto.
-Che ci fai qui?- gli chiedo scompigliandogli quella zazzera mora che si ritrova al posto dei capelli. Lui per tutta risposta mi sbaciucchia astrusamente prendendomi per i fianchi. Porto le mani al suo viso e lo dirigo con più decisione sulle mie labbra. Mi prende in braccio da sotto le cosce, io che avvolgo subito le gambe intorno alla sua vita, e mi poggia la schiena contro il muro per sostenermi al meglio. Mi bacia con sempre più trasporto, intrecciando la mia lingua con la sua e perdendocisi come un bimbo con il suo giochino preferito. Sento le sue dita farsi strada fra le mie curve gentili, fino ad arrivare ad impastarmi le natiche sode. Avverto la sua eccitazione premermi contro la coscia e capisco solo ora dove vuole arrivare. Lo stacco a forza da me, atterrando leggiadramente a terra.
-Kookie...non ho voglia...- mormoro appoggiandogli le mani sul petto.
-Ma...-
-E non penso che faccia neanche bene al bambino.- continuo mestamente.
-Ho letto da qualche parte che non da problemi...- cerca di convincermi.
-Sì, ad una donna. Io sono uomo, non dimenticarlo.- concludo sgusciando via dalle sue braccia. Vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua e un'altra stilettata mi sorprende, più potente delle altre. Mi aggrappo al bordo del lavandino stringendolo con forza.
-Taehyung, va tutto bene?-
-Io..credo..credo di stare per...- balbetto sentendomi le gambe di gelatina.
-Taehyung! Tae!-
La voce di Jungkook si fa sempre più lontana, le sue braccia mi stringono, la mia testa che vola leggera come un palloncino pieno di elio.

BABY -KookV-Where stories live. Discover now