What you don't know[Taekook/Kookv]

Capitolo 3

Il nulla.
Sapete quando si è nella più totale confusione?

Tutta l'attenzione era riservata ad un ragazzo.
Alcuni studenti erano raggruppati in un angolo del corridoio.

Tutti gli stavano intorno, lui sorrideva e sorrideva, con quel sorriso che quasi faceva sorridere anche le altre persone,un sorriso che lo faceva assomigliare ad un coniglietto.

Era alto, fisico snello e con una musculatura non troppo accentuata; i capelli corvini, non troppo lunghi e ondulati ma che riuscivano a coprire quei due occhioni neri e grandi che venivano incorniciati da lunghe ciglia.
Le labbra rosse e poco carnose completano quel viso dalle linee dolci quanto attraenti e mature.
Quel rosso è innaturale, dovrei chiedergli la marca del rossetto.

Disarmante.
Le sopracciglia folte intensificavano il suo sguardo scrutatore, il quale osservava ogni persona che si trovava davanti alla sua figura, le squadrava, le studiava, le ispezionava, cercava di comprendere, tramite gli sguardi, il loro carattere, i loro pensieri,
le loro debolezze.
Pretendeva di capirci.

Forse pensava che guardando, scrutando e analizzando un persona, con il suo sguardo, il suo corpo, i suoi occhi, riusciva a comprenderla, a capire come e chi fosse.
Illuso.
Gli occhi devono essere conosciuti per comprendere la loro persona.
Volevi leggerci qualcosa in quegli occhi, quando invece dovevi ancora conoscere i tuoi.

Molto probabilmente Taehyung si sarebbe innamorato di una persona che avrebbe saputo capirlo.
Così al primo attimo.
Quella persona che lo avrebbe accettato, così com'era.
Sarebbe proprio bello.

Si chiedeva spesso se sarebbe riuscito ad essere speciale per qualcuno, oltre a Namjoon.
Quel qualcuno sarebbe stato davvero fortunato, gli ripeteva Namjoon.
Quel qualcuno che sarebbe andato oltre le voci di paese.
Oltre a se stesso.
Oltre ai suoi occhi.
Oltre alla sua apparente indifferenza.
Oltre ai suoi ricordi.

Ormai immerso in quei pensieri, non si accorse di un particolare nello scenario precedente, il ragazzo ancora sotto l'attenzione di tutti, non stava più guardando quegli studenti.
No, stava guardando lui.

Stava cercando di avere un contatto visivo con lui.. o così sembrava.
Sicuramente stava cercando con lo sguardo qualcun'altro.
Quegli occhi nero pece e il loro sguardo era indirizzato sicuramente a qualcun'altro.
Chissene frega.

E con un piccolo sorriso a labbra chiuse si diresse verso la sua classe, con il pensiero di avere un altro individuo con cui avere a che fare.
La sensazione di essere osservato lo accompagna fino all'entrata della sua classe.
Alzò gli occhi al cielo.
Cosa avranno da guardare queste persone, lo sanno solo loro.
Pensò fossero i soliti studenti curiosi che lo guardano fino a consumarlo.

Entrare in classe quel giorno fu, fortunatamente, molto più sereno, la maggior parte degli alunni erano ancora nell'atrio e dentro erano presenti solo delle ragazze intente a scambiarsi le chiacchiere e mettersi ombretti di vario genere sulle palpebre piccole.