Prologo

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La sacerdotessa della Luna

"E' ora della storia!" urlò una voce bianca, correndo a sedersi sul tronco d'albero steso a mo' di seduta. Dietro di lui, seguivano altri tre bambini ed una dolce fanciulla, che aveva il compito di tenerli d'occhio - come ogni altra ragazza del villaggio era tenuta a fare.

La bellezza di lei era disarmante: aveva la pelle lattea, pallida quanto la Luna che splendeva nel cielo oscuro (assieme alle amiche stelle, che non mancavano nel custodire i sogni di chi le osservava con affetto). Aveva gli occhi da cerbiatta e le iridi chiare, tanto da parer trasparenti.
I lunghi capelli mossi le cadevano sulla schiena con eleganza, riflettendo la luce lunare attraverso scie quasi bianche sul biondo - il suo colore naturale -.
Sembrava albina a giudicare dall'aspetto; era conosciuta come la "Sacerdotessa della Luna".

Si sedette elegantemente attorno al grande falò, unica fonte di luce per quel villaggio di gitani immerso nell'entroterra di una grande regione ormai dimenticata dalla civiltà.
Come lei, giovani e bambini si accomodavano, a terra o sui tronchi, pronti ad ascoltare la favola serale che, per costume, veniva narrata dal capo villaggio, affinché si tramandassero le tradizioni di quel fiero popolo, una minoranza etnica nell'immensità del mondo.

La serata era fresca, il cielo notturno terso ed un intenso odore di pino profumava l'aria, scaldata dal grande focolare. Gli anziani dormivano di già e gli adulti si erano ritirati a riposare, lasciando le ultime ore della notte ai figli che, invece, non avrebbero goduto dell'alba e della rinvigorente aria mattutina.

Il chiacchiericcio solito delle folle venne zittito dall'arrivo del capo villaggio: un possente uomo - dalle larghe spalle, la pelle d'ambra, dalla costituzione robusta e il volto duro e serio - sfilò tra i presenti, sedendosi sul suo trono di legno e paglia, al centro della cerchia, già pronta ad ascoltare le sue parole.
In quell'occasione, tuttavia, non sarebbe stato lui il canta-storie; si festeggiava un evento particolare: la dolce fanciulla dalla pelle lattea avrebbe avuto l'onore di raccontare la propria storia, tramandata da generazione in generazione nella stessa famiglia e narrata ai coetanei al raggiungimento della maggiore età.

Il capo-villaggio, perciò, stese il braccio verso l'elegante Sacerdotessa, invitandola silenziosamente a raggiungerlo e a prendere posto accanto a sé, per deliziare le loro orecchie con quella fiaba particolare che, non solo era parte della sua famiglia, ma spiegava il proprio ruolo nella loro piccola società.
Lei non esitò ad andargli incontro, alzandosi sotto gli occhi innamorati dei giovani e quelli invidiosi delle fanciulle certamente meno belle; nonostante l'apparente calma, il suo cuore scalpitava e le guance arrossivano a causa degli sguardi.
Sorrise dolcemente e si sedette su una seggiola in legno, il posto d'onore. Raccolse del terriccio rosso e lo buttò nel fuoco in un unico gesto; si innalzò di un mezzo metro, segnando l'inizio della storia. Nessuno più parlava.
L'attenzione era completamente rivolta alla Sacerdotessa della Luna; persino la Dea si mise in ascolto  della storia del Suo primo figlio e dello sfortunato amore che portò alla sua morte e alla nascita del primo sacerdote.

"Al cospetto della Luna, mia tutrice, vi racconterò dello struggente amore del primo figlio della stessa e di quello del Sole, il più bello tra i gitani del nostro antico villaggio"


Angolo autrice

Vi rubo pochi minuti per spiegarvi alcuni particolari sulla storia, in modo da farvi comprendere al meglio la trama e questo prologo.

Il tutto è ispirato alla canzone "Figlio della Luna" di Mecano (che vi consiglio di ascoltare) ma in versione taekook e, ovviamente, raccontata in modo più particolare.
Questo è solo il prologo, perciò è breve, ma gli altri capitoli saranno più lunghi.

Le parole in corsivo all'inizio di ogni capitolo sono dette dalla Sacerdotessa presente in questo prologo e che ritroveremo anche nell'Epilogo, come filo conduttore di tutta la storia.
Le parole in corsivo nei capitoli, invece, rappresentano i sogni di Taehyung, che saranno abbastanza frequenti e rivelatori, oltre che influenti nell'azione del protagonista.

L'aspetto di Jeongguk e Taehyung è ispirato a come immagino i gitani nella canzone: pensate ad un Gguk del 2014 (in stile N.O. e con gli occhi molto chiari, quasi grigi) e ad un Tae del 2018 (Fake Love).
In più, troverete altri personaggi ispirati ad idol, come i membri delle Red Velvet e/o di altri gruppi e/o solisti. Vi prego di non associare personaggi e persone reali, ho connesso i nomi ai ruoli in base a come li immagino, quindi alle caratteristiche fisiche e/o caratteriali.

Spero che l'input vi piaccia e non esitate a commentare o fare ipotesi durante il corso della storia. Per ora, posso solo augurarvi una buona lettura,

La vostra Anjia

The Moonchild ballad|| vkookTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon