Cap. 7

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MC uscì dalla stanza correndo, sapeva di essere di troppo. Non aveva fatto niente, ne era sicura, non avrebbe mai ucciso nessuno, tantomeno la sua compagna di stanza, Rika, che con lei era stata tanto gentile e disposta.
E allora perché continuavano ad incolparla?
Lei non era un'assassina.

Uscì dal portone principale. Appena fuori cadde a terra, le mani nei capelli, le ginocchia sporche di terra. Le lacrime agli occhi.
Nell'aria notturna, frizzante di fine estate, le parve di sentire puzzo di fumo.
"Non ti abbattere così, vedrai che se ne renderanno conto" disse una voce alle sue spalle.
La ragazza si alzò in piedi stupita.
Appoggiato sul muro, i muscoli rilassati e le gambe accavallate, c'era Zen. Aveva gli occhi rossi, aveva pianto anche lui, fra le dita una sigaretta.
"Fumi?" Chiese MC senza pensarci, maledicendosi poi per la domanda, certo che fuma deficiente, ha una sigaretta in bocca.
"Avevo smesso. Non è poi così semplice come sembra. Smettere intendo." Il ragazzo spense la sigaretta e la buttò in un cestino, forse per costringersi a smettere, forse non ne aveva semplicemente più voglia.
MC si appoggiò accanto al ragazzo, forse troppo vicina, ma lui non ne sembrò disturbato. Dopo qualche minuto di silenzio, passato ognuno nei propri pensieri, il giovane cinse MC per le spalle, avvicinandosela leggermente. Per un secondo balenò nella mente della ragazza quel sapore di birra e menta, che si costrinse a scacciare dai pensieri.

"How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
How many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
Before they're forever banned?
The answer my friend, is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind"

(Quante strade dovrà percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengono bandite per sempre?
La risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento)

Zen cantava sottovoce, ma abbastanza chiaro perché MC potesse riconoscerla, Blowin' in the Wind, Bob Dylan. Probabilmente il ragazzo non ci aveva fatto neanche caso. Stavolta non cantava per un pubblico, ma per se stesso.

" yes, 'n' how many years can a Mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turns his head
And pretend that he just doesn't see?
The answer my friend, is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind"

(Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
Per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi?
E per quanto tempo nuovo può girare la sua testa
fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento)

MC non si stupì di sentire una lacrima rotolare sul suo volto, quella canzone, era come un inno alla pace. Anche dalla voce leggermente smorzata di Zen, si poteva capire la commozione e l'emozione, l'accaduto, quella canzone, troppe cose volevano che la ragazza piangesse, che si sfogasse.

"Yes, 'n' how many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind
The answer is blowin' in the wind"

(Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento)

Appena il ragazzo finì seguì qualche attimo di silenzio. Poi MC scoppiò a piangere, le mani a coprire il volto, i singhiozzi non più trattenuti.
In risposta il ragazzo la avvicinò a se, stringendola in un abbraccio, soffocando le sue lacrime contro il petto. Poi, delicatamente, le carezzò i capelli, più di una volta, fermando la mano sulla schiena.
"Sono patetica, vero?" Chiese la ragazza fra le lacrime "Sono l'ultima che può piangere in questo momento."
Zen la carezzò ancora una volta, poi sollevò il suo mento con due dita, facendo in modo che i loro sguardi si incatenassero, ancora.
"Non sei patetica. Non lo dire mai, non lo pensare neppure. Tu sei fantastica ed è normale che l'accaduto ti abbia scosso." Disse asciugandole le lacrime "E non piangere più. Sei più bella se sorridi."

Angoletto dell'autrice
Boh ma che trashata sto scrivendo? Voi mettetemi una stellina, nel dubbio :)

Rotten heart ~ Zen x readerWhere stories live. Discover now