Capitolo 19

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-Hai mai fatto una cosa simile?- domando a Bruce mentre, con l'acqua fino alle ginocchia, prova a pescare. È uno spettacolo alquanto buffo, e lui è piuttosto goffo. Fa tanto lo spavaldo e il grande ma alla fine è uno come tanti.
-Una volta- risponde.
-Potresti anche essere meno conciso- gli dico.
Sbuffa. Tipico suo.
-Una volta mio nonno mi ha portato a pescare- risponde forzato.
-È bello avere un ricordo così piacevole del proprio nonno. Il più bel ricordo che ho dei miei nonni è quando facevano la marmellata per me e i miei fratelli. Bisticciavano tutto il tempo, però in maniera tenera- al ricordo dei miei nonni e dei miei fratelli un senso di malinconia mi assale. Mi mancano, mi mancano tutti da morire.
Bruce non risponde.
-Non dici niente?-
-Che dovrei dirti?-
-Non lo so, però qualcosa potresti pur rispondere-
Sbuffa. Lo imito e mi fa una smorfia di superiorità.
-Sai, aprezzo il fatto che tu stia tenendo a bada i tuoi istinti assassini: se ti avessi preso in giro tre giorni fa mi avresti...Hai capito. Non so se sia un bene o un male, però...Grazie- Non so se ho fatto bene a dirglielo. Forse dovevo stare zitta.
Mi guarda, immobile. Boccheggia ma non dice nulla.
-Oh, non sei costretto a rispondere. Io lo dicevo tanto per dire...- spreco anche tempo a pensare che un giorno mi comporterò in maniera normale con i ragazzi.
Annuisce imbarazzato.
-Oh, non devi essere imbarazzato- ora che ha capito che ho capito che è in imbarazzo lo sarà più di prima. Sono sempre la solita imbranata...
-Che...che dovrei risponderti?- domanda serio e incerto.
-In che senso? Ti ho detto che non devi rispondere se non vuoi!-
-Cosa...che...- biascica.
-Sono un disastro- ammetto.
-Un disastro sexy...- bisbiglia lui credendo di non essere sentito; ghignando.
-Come?!- spero di aver sentito male.
Mi guarda come fosse stato appena scoperto, e fingendo disinvoltura fa: -Che...che c'è?- balbetta distogliendo lo sguardo.
-Hai...Hai detto...- biascico.
-Niente. Non ho detto niente! E adesso lasciami stare!- urla.
Essendo seduta sul bordo del ruscello dovrei alzarmi, ma non ne ho voglia: sto bene qui, e Bruce è uno spettacolo divertente.
Bruce...che abbia sentito male? No, la sua reazione ha semplicemente confermato che ciò che ho sentito è vero. È così? Mi trova...sexy? Io sono tutto meno che sexy...
Mi sento lusingata, in un certo senso; anche se avrei preferito che usasse un termine meno volgare.
Mi trova sexy...Un tedesco mi trova sexy. Un tedesco che trova sexy un'ebrea...Non può essere vero. Forse questo è un segno d'umanità.

-Ho preso un pesce- afferma orgoglioso Bruce venendo verso di me, che non mi sono accorta della sua conquista dato che ero sovrappensiero.
Appena mi volto mi ritrovo un pesce im faccia.
Che simpatico...
Lo sposto dal mio volto. Lui ridacchia.
-Non ridere!- gli ordino.
-Te lo meriti- ribatte lui.
-No! Non me lo merito! Non mi merito niente di quello che mi è stato fatto!- sbotto allontandomi. Perché ho reagito così? Lui scherzava, però sono stanca di sentirmi dire cose del genere, anche per scherzo.
-Ma che problemi hai?- mi urla dietro.
Torno sui miei passi puntandogli il dito contro.
-Sono stanca! Non ne posso più di sentirmi dire cose del genere! Non c'è niente che io non meriti! Sono sempre stata una brava persona, non ho mai fatto niente di male a nessuno! E tu smettila di dirmi cose del genere!- gli urlo a un palmo dal suo viso.
Mi dà un forte schiaffo, e riapre alcune cicatrici che ho sul volto.
-Io sto provando a non ucciderti, ma non mi rendi il lavoro facile! Pensi che mi importi di te a tal punto da trattenere le mani. Ma ti sbagli: di te non mi importa nulla! Non mi farei problemi a ucciderti ora, in questo istante!- urla.
Lo guardo negli occhi.
-Fallo-
-Cosa?- sembra confuso.
-Uccidimi, qui e ora- Perché sto dicendo queste cose? Io non voglio morire!
Sembra stupito da questa risposta.
-Che fai? Aspetti?- domando.
Mi dà una spinta e cado a terra. Si allontana.
È così che vuole affrontare la cosa? Bene.
-Ehi! Vieni qui e uccidimi!- gli urlo strattonandolo per un braccio.
-Lasciami stare!- urla provando a liberarsi.
-No! Muoviti! Parli ma non concludi niente!-
-Lasciami stare, ebrea!- urla guardandomi negli occhi.
Inizio a piangere. Lui mi guarda con aria compassionevole.
-Perché non mi uccidi?- bisbiglio.
-Perché sei tu- sussurra a un palmo dal mio volto.
-È meglio se la smetti di istigarmi- aggiunge -Hai capito?-
Lo osservo.
-Hai capito?- domanda di nuovo.
-Si- rispondo incerta.
Si allontana da me, piano.
-Dovremo accendere un fuoco- osserva Bruce.
-Adesso mi aspetto che tiri fuori un accendino dagli stivali- dico ironica.
Alza un sopracciglio e con un sorriso beffardo estrae dallo stivale sinistro un accendino.
Cosa?
Rimango sbigottita e a bocca aperta.
Si avvicina e mi sventola davanti agli occhi l'accendino, sorridendo soddisfatto.
-Ma come...Cosa...- biascico.
Continua a sorridere in maniera derisoria.
-Sei...pieno di risorse...- osservo guardandolo.
-Lo so- afferma soddisfatto.
-Come...insomma...Il fuoco- che sto dicendo?
-Non avevi raccolto dei bastoni, qualche giorno fa?-
-Si, sono lì- indico un gruppo di rametti accantonati vicino un albero.
-Se bruci un gruppo di foglie otterremo un fuoco più velocemente, credo- dico.
-Dobbiamo stare attenti a non dare fuoco a tutto il resto- dice guardandosi intorno.
Dobbiamo? Si lascerà aiutare da me?

Se solo fosse eternoWhere stories live. Discover now