Capitolo 23

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Bruce' s p.o.v.
Cinque giorni, cinque fottuti giorni!
Pensavo che quella puttanella non facesse sul serio quando ha preso e se n'è andata, invece mi sbagliavo: ha seriamente continuato ad andare non so dove lontano da Auschwitz.
E io ho seriamente continuato a seguirla di nascosto! Non pensavo che mi sarei mai abbassato a cose simili, invece...
Quando se n'è andata non mi sono posto il problema che non sarebbe tornata da me strisciando.
Quest'idea è nata qualche ora dopo essere rimasto solo.
Improvvisamente ho sentito come se mancasse qualcosa: mi mancava la sua voce insopportabile, mi mancava sentire le sue continue richieste di essere più aperto con lei.
Non volevo ammetterlo, ma mi mancava lei...
C'è voluto del tempo per digerire la cosa, ma alla fine mi sono consolato dicendomi che tanto nessuno, sopratutto lei, avrebbe mai saputo che mi mancava.
Spero solo di non cominciare a provare qualcosa che non sia sopportazione per questa stronza. Non ce la farei.
Questo dubbio è nato il secondo giorno, mentre le camminavo dietro da lontano.
Ah si, l'ho seguita: che genio.
Ma ad ogni modo: questo dubbio è nato quando, rivendendola, ho sentito una morsa allo stomaco, e mi sono sentito subito sollevato.

Innamorarsi di lei sarebbe la mia fine...motivo per cui continuerò a seguirla per...Non so ancora quanto, continuando a convincermi di odiarla.
Non voglio mentire a me stesso: mi piace un po'...ma pochissimo! Nel senso che...Non lo so, mi piace e basta, non so perché e non mi interessa neanche saperlo. È così, non posso farci nulla: sono un traditore schifoso che si frega del fatto che sia in atto una guerra.
Con "Zelda", o come cazzo si chiama, sono stato un grandissimo stronzo: dopo quel bacio non le ho parlato per un'ora, e quando lei ha provato a...Non so, capirmi, l'ho allontanata senza motivo.
La verità è che non vorrei allontanarla. Vorrei andare da lei e mettermi tra le sue gambe e, be'...scoparmela.
So che detta così sembra una cosa brutta eccetera, però è carina, e non mi dispiacerebbe...E poi non me ne è mai fregato un cazzo di quelle storie che scopi per unire la tua anima con quella di qualcuno che ami, che quando scopi il tuo corpo diventa un tutt'uno con quello del compagno e stronzate simili. Quando scopi fai quello e basta. Niente di più niente di meno. Credo.
Scommetto che Zelda crede a tutte queste stronzate sullo scopare. Sono sicuro che è una di quelle ragazze che non fanno l'amore se non portano l'anello al dito.
Se sono arrivato a volerla scopare sto messo davvero male: perché mi piace fino a questo punto? Quanto mi pento di averla baciata: ora vorrei solamente ficcarle la lingua in gola un'altra volta, ma non posso.
Be'...In realtà potrei: basterebbe farmi perdonare e potrei baciarla quando voglio, ma sono quei maledetti scrupoli filiari ad inpedirmelo.
Ma in fondo, perché non dovrei? A me lei piace (senza motivo, dato che è una stronza) e poi i genitori non vogliono altro che la felicità per i figli, e se, non so, baciarla mi rende felice perché dovrei rinunciarci?.
Mentre cammina inciampa e cade a terra.
Osservo la scena dietro un albero.
Mentre prova a rialzarsi cade di nuovo.
Si è fatta male.
Rimane seduta toccandosi la caviglia destra. Sta piangendo. Mi fa pena.
-Cazzo!- urla. Mi sono mancate le sue parolacce. Dette da una ragazza sono strane, ma dette da lei prendono tutto un altro colorito. Più o meno.
Dovrei andare da lei?
Probabilmente.
Se vado da lei senza dire una parola e aiutandola penserà...Non so cosa, ma non mi sembra la cosa giusta da fare.
Mi avvicino lentamente. Non si accorge di me.
-Stai...Bene? - domando incerto. Non so come comportarmi.
Sobbalza non appena mi vede.
-Che...tu...- biascica. È sorpresa. Molto.
-Sono stupito quanto te, credimi- Non potevo dire stronzata migliore.
-Mi...mi hai seguita?- domanda sempre più sorpresa.
-Mi mancavi...no, aspetta! No, non mi mancavi! Io volevo solo...cazzo!- sono un idiota.
Per fortuna che soprattutto lei non lo avrebbe saputo.
Sorride. Mi fa tenerezza.
-Davvero ti mancavo?- domanda sorridendo. Mi fa sempre più tenerezza.
-Si...- Sono sempre più stupito di me stesso: possibile che non riesca a stare zitto?!.
-Ah- fa sorridendo.
Distolgo lo sguardo.
-Ti...Ti fa male la caviglia? Ho visto che non riuscivi ad alzarti...- dico dopo.
-Un po'- dice.
Perché non si toglie quello stupido sorriso dalla faccia?!.
Le donne...basta che dici loro qualcosa di carino e subito cadono ai tuoi piedi...
Qualcosa è riuscito a insegnarmi mio padre...Nel suo piccolo.
-Mi aiuti?- chiede.
-Ehm...si- rispondo incerto.
Sento un certo imbarazzo nell'aria, e la cosa direi che è anche giusta.
Le faccio mettere il suo braccio intorno alle mie spalle, e con la mano le cingo la vita.
Mentre camminiamo inciampa più volte e si butta a peso su di me.
C'è tanto, tanto imbarazzo.
Nessuno dei due dice niente.
-Tu...- Mi interrompo.
Se credere di riuscire a costruire un dialogo con lei sia difficile, ora ne sono convinto. Già pensarlo era stupido, ma mettere in pratica questa idea è stato ancora più stupido.
-Cosa?-
-Niente- taglio corto.
-Che volevi dire?-
-Ho detto niente!- alzo la voce, tanto per migliorare la situazione.
-Come vuoi. Scusa- Si limita a dire.
Pensavo che avrebbe insistito, invece non ha fatto nulla.
-No...Non scusarti- dico incerto.
-Come vuoi-
-Smettila di ripetere "come vuoi"-
-Come vuoi- dice ridacchiando.
-Ma...lascia stare-
-Sono stanca- dice poggiando la testa sulla mia spalla.
Sono in soggezione: perché l'ha fatto?
Non so neanche come reagire...Anche se tutte le volte che ho reagito ho combinato solo casini...relativi casini.
Decido di lasciarla stare.
L'unica cosa che mi auguro è che non pensi che adesso ci fidanzeremo o stronzate varie; già la vedo a fantasticare sulle nostre nozze...che non avverranno mai!
E poi, anche se lo volessi, non potrei sposarla comunque, o almeno non in questo momento, in questo anno.
Spero davvero che non stia provando, tramite questo stretto contatto, a farmi capire cosa vorrebbe che facessi o dicessi: non vorrei essere stronzo con lei un'altra volta.
Non mi è simpatica, mi è sopportabilmente piacevole, e non voglio farla "soffrire".
-Nessuno ci obbliga ad allontanarci da Auschwitz...- dico in tono duro.
Si allontana di scatto, evidentemente arrabbiata.
E so anche perché...
-Cos'hai?-
-Cos'ho? Sul serio? Nessuno ci obbliga ad allontanarci...nessuno secondo te! Tu là dentro non hai vissuto quello che ho vissuto io, capito? Tu non hai visto neanche metà dell'orrore che c'è lì!- scoppia a piangere e mi dà le spalle.
Ho parlato senza pensare, me ne rendo conto, ma non posso farci nulla ora.
È ovvio che abbiamo entrambi ricordi differenti di quel posto.
Si siede.
Porta le ginocchia alla pancia e piange
Vorrei dirle che si vede, beh...niente.
Che devo fare? Io le donne non le so consolare, sopratutto quelle stronze, stressate e strane come lei.
Mi siedo affianco a lei.
-Io...dài non costringermi a parlare: tanto lo sai che voglio solo dirti le solite stronzate che si dicono in situazioni simili- era proprio l'approccio che mi ero ripromesso di adottare.
Si asciuga le lacrime, ma non prima di lanciare un mezzo grido.
-Io non ne posso più! Ogni giorno devo avere paura di vivere! Prima il treno, poi Auschwitz, poi i tedeschi, poi tu che sei un testa di cazzo! Io non ce la faccio più! Uccidimi: fai prima!- urla tra le lacrime.
Non pensavo stesse tanto male...mi sento in colpa, anche se non dovrei...
Degludisco.
-Scusa- bisbiglio.
Cos'altro potrei dirle?
-Le scuse non mi servono a niente! Io voglio potermi fidare di qualcuno!-
-Fidati di me-
Ride in modo isterico.
-Di te?-
-S-si- dico incerto.
-Io di te non mi fiderò mai!- dice a denti stretti.
Continua a piangere.
-Non ne posso più!- urla tra i singhiozzi.
Provo a...consolarla mettendo un braccio dietro le sue spalle.
Non so cos'altro potrei fare...
Si irrigidisce.
-Ma...che fai?- sembra sorpresa.
-Non lo so...dici sempre che...Non lo so: pensavo non ti avrebbe dato fastidio-
-Non mi dà fastidio...- dice.
Poggia la sua testa sulla mia spalla. Di nuovo. E di nuovo mi sento nervoso.
Continua a piangere sulla mia spalla. Non so cosa fare, per questo rimango immobile.
Cazzo, mi sento un completo idiota: di ragazze ne ho viste talmente tante...Come faccio a non sapere come consolarne una?
Non me ne è mai fregato niente, ecco la risposta. Non ho mai avuto bisogno di consolare una ragazza magari tradita da qualche bastardo.
Zelda però ha qualcosa di diverso rispetto alle altre ragazze, e non mi riferisco solo al fatto che è una ragazza e dice le parolacce.
È profondamente diversa.
In una situazione simile quale ragazza avrebbe avuto la forza e il coraggio che ha avuto lei? Quale ragazza si sarebbe messa a sfidare un nazista?
In un certo senso ammiro lei e la sua forza d'animo, ma il pensiero che sia ebrea rovina sempre tutto: non so stare senza di lei, nel bene e nel male l'ho capito, è carina e mi piace. Sembra anche discretamente intelligente, ma nonostante questo non riesco a dimenticare che sia ebrea. Non ci riesco proprio.
Forse, fingendo che non sia ebrea riuscirò a farmela piacere.
Forse.
Ma è inutile fare congetture, nel bene o nel male, quando sono con lei mi rincretinisco: nel senso che adesso sto dicendo così, ma probabilmente nessuno dei miei propositi verrà rispettato...Da me stesso.

Se solo fosse eternoWhere stories live. Discover now