Capitolo 55

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Sono passati circa venti minuti da quando abbiamo cominciato a seguire quell'uomo, che apparentemente sembra essere una persona comune. Mi fa male la schiena, ma voglio aggrapparmi alla possibilità che tutto questo porti a qualcosa di simile alla salvezza.
Ci siamo avvicinati molto, e da quanto posso osservare è un ragazzo giovane; di sicuro ha poco più di vent'anni. È biondo, ed è mingherlino, ma alto e slanciato, il completo opposto di Bruce: la sua figura è alta, ma la sua massa muscolare è dieci volte superiore a quella di questo ragazzo.
-Potresti spiegarmi cosa faremo una volta che avrà raggiunto la sua abitazione, ammesso che ne abbia una?- domando a Bruce.
Si blocca.
-Non mi ero posto il problema-
-Me ne sono accorta- rispondo ridendo.
-Di sicuro non gli parleremo. Credo che sia molto più semplice aspettare che cali il buio e approfittarne per trovare del cibo che andare a supplicarglielo, e in ogni caso non mi abbasserei mai a supplicare qualcuno per qualcosa-
-Quindi vuoi rubare?-
-Ti stai davvero preoccupando di questo?-
Rido.

Pochi istanti dopo ci siamo resi conto che il ragazzo che stavamo seguendo fino a pochi secondi prima abita in una tenuta un po' grezza...piuttosto grande.
Attualmente siamo nascosti dietro un albero tra l'erba alta, dunque è quasi impossibile essere visti. Per giunta ai piedi dell'albero c'è una sorta di cespuglio, motivo per cui l'essere visti sarebbe soltanto la dimostrazione che Dio non è dalla nostra parte.
-Ora cosa facciamo?- domando a Bruce.
-Aspettiamo che venga la notte. Troveremo qualcosa di cui parlare...- dice ridendo.
-Questa mattina stavi per dirmi qualcosa, ma ti sei fermato non appena ai visto quel ragazzo. Cosa volevi dirmi?- gli domando avvicinandomi e mettendogli la mano sulla sua.
Abbassa lo sguardo fingendosi confuso.
-Non ricordo...in realtà non ho idea a cosa tu ti stia riferendo-
-So bene che lo sai, ma stai negando perché non vuoi dirmelo-
-Non è così- continua, credendo di essere un bravo attore.
-Bruce, parlamene. Ti prego: voglio sapere cosa volevi dirmi-
Scrolla la testa.
-Non vorresti saperlo...non mi parleresti più- afferma ridendo.
-Non credo. Avanti, dimmelo- dico, poggiando il mento sulla sua spalla.
Mi dà un bacio sulla fronte.
-Non era nulla di importante, di questo puoi essere certa, e poi non sono convinto che stiamo parlando dello stesso momento-
Certo Bruce, certo...
-Certo- affermo.
-"Certo" cosa?-
-Probabilmente è come dici tu- dico, sperando di non proseguire oltre la conversazione. È evidente che Bruce non abbia voglia di parlarmi di qualcosa che stava per dire, e che evidentemente prima voleva dirmi.
Poso le mie braccia intorno al suo collo.
-È un gesto affettuoso?- domanda ridendo.
-Perché non dovrebbe esserlo?-
Alza le spalle.
-Non so...potrebbe anche essere la premessa di uno strangolamento-
-Non potrei mai strangolarti...mi servi per sopravvivere- affermo ridendo, dandogli un bacio sulla guancia.
-E quando sarai sopravvissuta? Che ne sarà di me?-
-Probabilmente, solo allora, ti strangolerò se lo desideri tanto- dico, ed entrambi ridiamo.
-Seriamente, quando saremo liberi, perché saremo liberi, cosa faremo? Non abbiamo un soldo in tasca, e non sappiamo quando la guerra finirà. Non potremo vivere nascosti per tutta la vita...- dice.
-Nessuno ha detto che dovremo vivere nascosti-
-E come vorresti nascondere il fatto che sei ebrea per tutta la vita? Al minimo sospetto ti alzeranno la manica della maglietta, e sei marchiata a sangue, quindi non ti illudere che riusciresti a camuffare la tua vera identità...-
-Allora mi auguro che la guerra porti esiti positivi, e che tra qualche anno io possa essere libera di vivere la mia vita...con te-
-Sai, qualche volta penso a come sarebbe avere una famiglia tutta nostra...-
-Beh, sarebbe splendido, non credi?-
-Si...mi piace pensare che un giorno mi sveglierò e affianco a noi ci saranno dei bambini che dormono...mi piacerebbe che fosse così, la nostra vita- dice, poggiando la testa sul mio seno.
Vorrei spostarlo: non mi sento molto a mio agio così, ma credo che lui non ci abbia fatto nemmeno caso.
Gli accarezzo la testa...è bello sapere che vuole quello che voglio anch'io. Me lo aveva già detto, ma non così.

La sera è arrivata presto. Quando si è in compagnia il tempo scorre veloce, e Bruce riesce a farmi perdere la cognizione di ogni istante quando mi parla.
È buio pesto. Non si vede nulla. Se fossimo in una situazione diversa oserei definire il momento "Romantico".
-Andiamo- sussurra, tirandomi piano con il braccio.
-Sei sicuro? Se avesse un fucile? Spesso si ha un fucile quando si abita in campagna, anche se questa non è esattamente campagna-
-Si beh, io ho una pistola, quindi non preoccuparti e alzati. Le luci sono spente da circa un'ora: è un buon momento per entrare-
-Cosa vuol dire che hai una pistola?-
-È scarica, quindi è come se non la avessi-
-Perché non me ne hai mai parlato? E poi dove la tieni?-
-In una tasca quasi inesistente della giacca, ma come ti ho già detto è scarica. Per sicurezza dammela: se le cose dovessero mettersi male posso spaventare quel tale con essa-
-Non so dove sia questa tasca quasi inesistente-
-Dammi la giacca. È qui- dice, afferrando la giacca ed estraendone fuori una pistola.
-Hai messo la sicura, vero?- gli domando.
-Certo, ma è scarica, dunque al momento è solo un pezzo di ferro inutile. Vieni-
Mi porge la mano, e l'afferro all'istante.
Alcune volte mi sorprende...beh, in realtà mi sorprende sempre: per riuscire a sbloccare la serratura della porta usa il coltellino svizzero, anche se mi domando come una lama possa aprire una serratura senza danneggiarla...ma soprattutto come una lama possa aprire una serratura!
Apre la porta molto piano.
-Sai, forse è meglio se entro solo io...in due ci sono maggiori possibilità di essere scoperti-
-Assolutamente no! L'idea che possa avere un fucile si sta radicando in me sempre di più, e Dio solo sà se ho voglia di vivere nell'ansia fino a quando non riuscirai da questa porta!- gli sussurro.
-Come vuoi, ma non dire che non ti ho avvisato!-
-Sei arrabbiato con me, ora?- gli domando, dispiaciuta.
Scrolla la testa.
-No, Zelda, no. Sono solo...teso, ma non è colpa tua, non potrebbe mai esserlo- dice, abbracciandomi. Mi dà un bacio e si allontana.
-La possibilità di urtare contro un oggetto al buio è quasi certa, quindi cammina al centro della stanza il più possibile- sussurra.
-Vedo che sei esperto in queste cose- affermo.
Ride.
Camminerei volentieri al centro della stanza...se solo lo vedessi.
-Bruce, credo che qui ci sia la cucina- gli dico, avvicinandolo con braccio.
-È una cucina. Lì c'è una candela, e sul quel bancone un accendino- dice.
Accendo la candela mentre lui rovista in alcuni cassetti.
-Ho trovato del pane!- afferma.
-Ma è una pagnotta intera: non possiamo prenderlo tutto, il ragazzo se ne accorgerebbe-
-Non ci ha visti oggi, e qui intorno non v'è nessuno. Se tutto va bene penserà semplicemente di essersi confuso-
-Già che ci sei troviamo dell'acqua: non si può mangiare pane senza acqua; è qualcosa di insopportabile-
-Credo che sia nei ripiani alti, ma non ne sono sicuro-
Di sicuro trovare l'acqua è stata l'impresa più difficile di tutte, ma alla fine l'ho trovata. Siamo usciti cercando di fare il meno rumore possibile. Ho spento la candela e l'ho riposta dove era quando siamo entrati, così come per l'accendino.
Sento dentro di me tutta l'adrenalina accumulata durante "il furto".
L'acqua è dentro una bottiglia di vetro: avrei preferito che non fosse riposta qui perché il ragazzo si accorgerà quasi subito che manca una bottiglia, ne sono convinta.
-Abbiamo del pane! Tanto pane! E dell'acqua!- dice Bruce entusiasta, tornati alla postazione di tutta la giornata.
-Ci basterà per giorni- dico.
Il pane è in una busta: è stato difficile non fare rumore con la carta che scricchiolava.
-Apri l'acqua: ho sete- dice.
-Non finirla tutta! Devo bere anche io!- gli dico ridendo, mentre si attacca alla bottiglia e comincia a bere senza fermarsi.
Toccare nuovamente cibo o bere è la cosa più bella che potesse capitare. Le mie preghiere sono state ascoltate, questa ne è la dimostrazione.
Abbiamo mangiato pane per tutta la notte, l'uno affianco all'altra e a volte abbracciati, scambiandoci di tanto in tanto qualche tenerezza sotto il cielo stellato.
Credo che questa sia stata la notte più bella e romantica della mia vita...per quanto surreale essa sia.

Se solo fosse eternoWhere stories live. Discover now