Capitolo 52

197 10 8
                                    

Veronika' s p.o.v.

-Ho vinto- affermo.
-Sono io che ho voluto farti vincere- risponde Mark, togliendo dalla scacchiera tutte le pedine.
-Sei distratto. Cosa hai fatto?- gli domando.
-Niente, perché?- dice, distogliendo lo sguardo.
Mi siedo affianco a lui. Il fuoco del camino illumina il suo volto.
È così bello in questo momento...
-Ti conosco abbastanza bene da capire che qualcosa non va- affermo, con il mento sulla sua spalla.
-Oggi...oggi Müller mi ha chiesto che tipo di relazione abbiamo. Non ho saputo rispondergli...- dice.
-Perché?-
-Perché...cosa avrei dovuto dire?- domanda ridendo.
-Non so...qualcosa. Non ci avevo mai pensato in realtà...- affermo, e mi stringo al suo braccio.
-Sai...oggi ho...- sospira.
-Cosa hai fatto?-
-Ho...ho rivisto Edith. Non le ho parlato, ma l'ho osservata per qualche istante-
-Ah- commento, -È una bella cosa...non credi?- aggiungo.
Dannazione! Ci mancava solo che Mark cadesse nuovamente ai piedi di quella là! Se prima non avevo speranze, ora sono davvero finita!
Ma perché non riesco ad essere felice? Sono una brava persona, non ho mai fatto del male a nessuno. Sto chiedendo solo Mark...solo il suo amore. Voglio solo sposarlo...non sto chiedendo molto! Voglio solo il futuro a cui aspira ogni donna.
-No...ora mi manca, di nuovo. Non uscirò mai da questo circolo vizioso-
-Come...com'era?-
-Bella, come l'ultima volta che l'ho vista, più di quindici anni fa- afferma.
Ora dovrei consolarlo...

Bella serata, davvero! Consolare i dolori amorosi dell'unico uomo che forse hai mai amato. E per di più devo consolare il dolore causato da un'ebrea!
Mi rendo conto che ciò che sto per fare è immaturo e irresponsabile, ma non posso fare altrimenti per assecondare la mia curiosità. Oscar Wilde scriveva: "L'unico modo per liberarsi delle tentazioni è cedervi. Se resistiamo, l'anima si ammala per la brama di ciò che le è negata", pertanto meglio commettere questo errore ora ed evitare un'anima malata o tormentata piuttosto che rinunciarvi e passare il resto della mia vita rimpiangendo una semplice richiesta.
In lontananza vedo l'uomo che questa mattina ho sorpreso a discutere con Mark in salotto. Certo, con quale coraggio mi presento a lui dopo il tragico evento di questa mattina non ne ho idea. Spero solo che non si ricordi di me, anche se lo vedo un po' improbabile.
Da quanto ho capito si chiama Müller, o almeno, mentre mi dirigevo in salotto questa mattina mi è sembrato di sentire quel nome...
Sta controllando dei fogli, e di tanto in tanto alza lo sguardo verso i prigionieri del campo. Punta lo sguardo su un ragazzo in particolare, anche se non capisco il motivo. Avrà una ventina d'anni, il ragazzo che osserva, e se le sue condizioni non fossero quelle che sono, l'oserei definire avvenente.
-Müller- mi faccio coraggio, chiamandolo.
Fortunatamente è questo il suo nome. Alza lo sguardo e si guarda intorno.
-Müller- ripeto, ormai dinnanzi a lui.
Mi osserva alcuni istanti e il suo viso si tinge di rosso.
-Lei...- dice.
-Si...ehm, vorrei chiederle un favore...- ammetto, con la testa china.
Che imbarazzo chiedere una cosa del genere a un uomo che questa mattina mi ha visto con la camicia aperta.
-Si...mi dica pure- risponde educatamente lui, titubante.
-Voglio vedere Edith- affermo decisa...o almeno credo.
Assume un'espressione che non saprei definire: tra il confuso e lo stupito, ma anche lo spiazzato.
-Edith?- ripete basito.
-Si, la donna a cui Mark tiene tanto...-
-Ma...lui lo sa? E poi perché?-
-Non lo sa, e voglio vederla per capire com'è- dico.
Non posso certo dirgli: "Voglio vederla per capire cos'ha più di me da avere la devozione e l'amore di Mark che spetterebbero a me".
-Io...non credo sia una buona idea. Non so cosa Mark le abbia detto riguardo tutta questa assurda storia, ma meno si sà e meglio è per tutti. È una situazione complicata, e può essere rischioso anche ciò che mi sta chiedendo-
-Oh, Müller la prego! Io non ho idea di cosa si occupi, e in realtà non sapevo neanche se parlarle di questa ebrea fosse una buona cosa, poiché non avevo idea del rapporto che lei e Mark avete, ma anche del suo ruolo in tutto questo...mi sto fidando. La prego! È buio pesto, nessuno ci vedrà...La supplico! Ne ho bisogno!-
Scrolla la testa nervosamente.
-Mi dia una sola, buona e convincente ragione-
Abbasso lo sguardo.
-Non...non mi sento di parlarle a cuore aperto del perché io voglia vederla, ma mi creda se le dico che ne ho bisogno!-
Mi squadra da capo a piedi.
-C'entra Mark, vero? Cos'è, se n'è invaghita e vuole studiare la concorrenza?- domanda, accennando un sorriso, riferendosi a Edith.
Scrollo la testa divertita. Il suo sorriso è contagioso. In effetti ha un'aspetto un po' bizzarro con indosso la divisa: il suo volto sembra troppo buono per essere un soldato o qualunque sia la sua mansione.
Abbasso lo sguardo per non rispondere.
-Capisco. L'amore...una brutta bestia-
-Già...-
Mi osserva alcuni istanti.
-Mi segua- dice.
-Dove?-
-A studiare la concorrenza- afferma ridendo.
-Oh, lei è un santo!-
-Non esattamente, ma grazie lo stesso-

Se solo fosse eternoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora