Capitolo 38

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Un altra delusione. Nella mia vita precedente avrò sicuramente commesso qualche atto estremamente peccaminoso per far sì che tutto si rivolga contro di me.
Si dice che il karma gira, che chi la fa l'aspetti peccato però che il mio karma ha deciso di impuntarsi su di me e fare come un boomerang ovvero tornare sempre indietro, per colpirmi ripetutamente.
Aristotele ha detto che dalla fortuna proviene il caso, ma non tutto questo proviene dalla fortuna. Ecco io sono quel "non", sono l'eccezione perché la mia vita è dominata dalla forza opposta: la sfortuna. Ora cosa dovrei fare? Scappare di nuovo? Andare a vivere in sud Africa? Dovrei solo guardare in faccia la realtà e sfidarla solo che ho troppa paura di quello che potrebbe succedere... Così me ne sto qui, sul divano a piangermi a dosso ed a pensare ai mille perché della mia vita.

«Basta con questo gelato» Tessa mi strappa la coppa di gelato dalle mani.

«É la seconda volta che stai così per lui! Basta! Devi dimenticarlo» urla Tessa.

«Cosa ha fatto sta volta?» domanda Josh con un tono più tranquillo.

«Voglio stare da sola» borbotto. Mi alzo dal divano, afferro la coppa di gelato dalle mani di Tessa che mi guarda contrariata e vado in camera.

«Non serve a niente chiuderti in camera!» strilla Tessa da dietro la porta. Lo so che lo fa per il mio bene, lo so, come sono consapevole che questo non é il modo giusto di affrontare la situazione ma in questo momento la odio così tanto perché cerca di farmi ragionare.
Voglio stare qui immersa tra i miei pensieri ancora per un po', anche se ho paura di rifinire in quel vortice buio che sembra non avere via d'uscita.

Il telefono squilla. Lentamente mi avvicino al comodino e lo afferro. C'è in corso la chiamata da parte di un numero sconosciuto, sto per accettare la chiamata quando essa finisce. Mi arriva subito un messaggio. Lo apro senza pensarci troppo e vedo la foto che mi ritrae. Lo scatto è di qualche minuto fa, prima che prendessi il telefono. Mi ritrae qua, seduta sul letto della mia camera. Mi guardo in torno. L'ansia cresce dentro di me e il petto sembra uscirmi da petto dalla paura.
Riguardo la foto e penso da che angolatura potrebbe essere stata scattata.
La finestra! La tenda è leggermente scostata e l'angolatura è perfetta, decisamente perfetta!
Balzo in piedi e mi avvicino alla finestra. Guardo fuori cercando di scorgere la persona che mi ha scattato la foto ma non c'è nessuno. Sospiro e tiro la tenda coprendo bene tutta la finestra.

«Fatemela vedere» è la voce di Dallas che sbraita. Al suono della sua voce il mio corpo si irrigidisce ma allo stesso tempo il cuore perde un battito e freme per lui. È inutile... Posso fingere che sia tutto okay, che non mi abbia minimamente ferito ma la realtà è che il mio cuore batte ancora e comunque per lui.

«Non ti vuole vedere» urla Josh.
Sento dei rumori e poi un tonfo. Costa sta succedendo?
La maniglia della porta si abbassa e come un uragano Dallas piomba nella stanza chiudendo la porta a chiave alle sue spalle.

«Dobbiamo parlare» asserisce. Lo guardo. Non ha una bella cera. I suoi occhi sono contornati da profonde occhiaie e i suoi capelli sono più spettinati del solito ma comunque rimane bellissimo.

«Non ti voglio vedere» affermo girandomi di spalle.

«Bene! Non mi guardare! Ascoltami»

«No! Vattene» urlo.

«Non me ne vado cazzo. Devi darmi la possibilità di spiegare anche se probabilmente andrai via da me comunque» sussurra.

«Perché? Perché dici così?» dannata voce perché devi tremare.

Lo sento sospirare e anche se non lo vedo riesco a immaginarmi la sua fronte aggrottata e lo sguardo concentrato mentre cerca le parole giuste.

«Ti ricordi quando ti ho detto che avevo un segreto?» annuisco.
«Beh ti ho nascosto l'errore più grande della mia vita» sento i suoi passi che si avvicinano e come per riflesso mi stringo nelle spalle.
«Capisco se dopo vorrai scappare via, lontano da me ma è giusto che tu lo sappia. È giusto che tu sappia che io non ti ho tradito, non lo farei mai» fa scorrere le sue dita lungo il mio braccio facendomi scorrere un brivido. Lo ritraggo dal suo tocco.

«Allora chi è Mel?» domando fredda. Mi giro e gli rivolgo il mio sguardo glaciale.

«Mel è Melody nella realtà. E lei beh... Lei è... Cazzo non posso dirtelo! Non voglio che tu vada via da me»

«Cosa hai fatto di così orribile da non potermelo dire?» La mia voce si incrina facendomi pentire di aver parlato.

«Io...» si passa una mano sulla faccia borbottando un "Dio" «Lei é mia figlia!» esclama.
«Questo è quello che tenevo nascosto. Ora sei tutto e sei libera di andartene, di scappare via da me» Urla.

Il mio sguardo si addolcisce e quando incontro il suo una fitta mi percuote il petto. Un mix di emozioni ci sono dentro di lui ma non riesco a leggerne nessuna.

«Io... Io non vado da nessuna parte» scoppia a ridere tirando indietro la testa.

«Bella stronzata» sputa acido.

«Io sono seria Dallas. Non vado da nessuna parte» poso una mano sulla sua spalla e sento i suoi muscoli contrarsi sotto il mio tocco.

«Io scapperei via. Chi vorrebbe stare con un ragazzo padre» fa una smorfia «Frequentavo il liceo in Francia, ero fidanzato con Julie, eravamo una coppia memorabile, perfetta almeno all'apparenza» quando nomina Julie un brivido scorre sulla mia schiena, non sarà lei la madre di sua figlia vero?
«In realtà io la tradivo con una bellissima ragazza di cui ero innamorato, follemente innamorato ma non potevo stare con lei perché i miei genitori mi proibivano di stare con una come lei. Lo ammetto non era una brava ragazza: si drogava e aveva un miliardo di problemi in testa ma ai miei occhi era semplicemente perfetta. Così ho preso esempio da mio padre e ho iniziato ad uscire di nascosto con lei. Lei è rimasta incinta ed io ero perso, le ho chiesto di abortire, che sarebbe stato meglio ma lei non mi ascoltava e ha portato avanti la gravidanza. Il pancione aumentava di giorno in giorno e io non volevo che si sapesse che il bambino era mio, mi vergognavo così lei si è messa con un altro e nella scuola si era sparsa la voce che fosse lui il padre e a me andava bene così. Non volevo sapere nulla di quel essere che teneva nella pancia e quando è nata non l'ho nemmeno voluta vedere. Ero un mostro, un fottuto mostro!» lo interrompo.

«Non dire così! Eri giovane e non sapevi cosa fare, è normale»

«Tu dici? Perché io non ho visto mia figlia per un anno. Sono stato obbligato a vederla perché la madre si era suicidata e così la custodia è passata automaticamente a me.» lo guardo dispiaciuta, deve aver sofferto così tanto. A volte pensiamo che chi ha i soldi è felice, chi è uno sbruffone è felice ma in realtà nessuno sa cosa l'altro sta nascondendo dentro di se.

«Aveva la depressione postpartum, i dottori dicono che è durata fin troppo prima di compiere l'orribile gesto» fa una piccola pausa «Ora mia figlia è tutto per me, la amo, la amo davvero e spesso vado a Parigi a trovarla, perché abita dalla sua nonna materna e la riempo sempre di regali» sorride.

«È bellissimo Dallas» dico facendogli una carezza chiude gli occhi al mio tocco.

«Cosa?»

«Che tu sia così con tua figlia»

«Vuoi dire tralasciando tutto il passato» annuisco.

«Eri spaventato ed è normale. Eri piccolo, chiunque avrebbe reagito in quel modo»

«Io me ne pento ogni giorno»

«Io sono sicura che Melody è fiera del suo papà»

«Non so cosa ho fatto per meritarti» sussurra.

«Non hai fatto niente, è questo il bello» sussurro prima di posare le mie labbra sulle sue e baciarlo cercando di trasmettergli tutto l'amore che provo.

Sono felice che si sia fidato di me, che mi abbia raccontato del suo passato e specialmente sono felice che finalmente ho trovato una persona di cui potermi fidare ciecamente.

KMUTS☀️:
Ciao ragazzi! Piaciuto il capitolo? Ve lo aspettavate?
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Un bacio, al prossimo capitolo❤️😘

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