Capitolo 45

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Mi guardo intorno. I colori, l'alba che bacia dolcemente i tetti delle case e le urla dei lavoratori ancora mezzi addormentati. Non riesco a credere di essere qua. Non posso credere che sono a Parigi, che Dallas mi ha portato in questo posto meraviglioso.
Guardo la sagoma della torre Eiffel in lontananza, quanto è bella!

«Che ne dici di andare a fare colazione?» domanda Dallas.

«Sono solo le cinque del mattino» mi lamento, voglio solo continuare a girare per le strade e osservare tutti i minimi dettagli di questa città.

«Beh scusa se il mio stomaco brontola, non sono io a controllarlo» fa una smorfia.

«E va bene... Ma scelgo io il posto» Dallas sorride soddisfatto e stringe la mia mano nella sua. Voglio trovare un posto dove facciano i macaroons, non gli ho mai mangiati perché secondo me quelli che fanno in America sono solo una patetica imitazione e il loro sapore non è paragonabile a quello degli originali. Come dal tronde tutte le cose... Le imitazioni fanno schifo.

«Sbrigati a trovare sto posto. Voglio mangiare!» afferma affrettando il passo. Camminiamo ancora mano nella mano e per poco mi dimentico di vedere le vetrine dei lussuosi bar al margine della Senna, troppo impegnata a guardare il panorama.

«Andiamo qua» affermo indicando il bar davanti a noi con la vetrina piena di dolci tra cui un infinita di macaroons colorati.

«Finalmente!»esclama.

Ci sediamo in uno dei tavolini fuori, all'aperto.

«Ti piace?» lancio un occhiata a Dallas. «Se mi piace? È fantastico! Io sono veramente senza parole» la sua bocca si allarga in sorriso facendomi perdere un battito «Con te è tutto così sorprendente, tu sei una continua sorpresa» il suo sorriso si allarga ancor di più, formando sulle sue guance delle bellissime fossette.

«Bonjour! Posso portarvi qualcosa ragazzi?» domanda il cameriere. Lascio la mano di Dallas che stavo stringendo sopra il tavolino e mi affretto a lanciare un occhiata al meno.

«Un cappuccino e tre macaroons» sorrido gentilmente al ragazzo.

«Lo stesso» dice freddo Dallas lanciandogli un occhiataccia.
Appena il cameriere va via gli lancio un occhiata interrogativa.

«Perché lo hai guardato in quel modo?»

«Così» alza le spalle indifferente «Non mi sta simpatico» afferma freddamente.

«Non ti ha fatto niente»

«Sesto senso» borbotta.

Questo ragazzo è strano. Non smetterò mai di dirlo.

«Come ti è venuta questa idea? Insomma non è normale partire di punto in bianco per Parigi... E poi non mi hai fatto nemmeno portare una valigia» adesso che ci penso è davvero un dramma! Quanti giorni pensa di restare qui? Sicuramente non è una gita giornaliera, credo che neanche lui sia così pazzo da tornare in giornata dall'altra parte del mondo.

«Tranquilla, qualsiasi cosa ti serva te la compro io e...» Dallas viene interrotto dall'arrivo dei nostri ordini. Facendo cadere nel silenzio la nostra conversazione. Lancia un occhiataccia al cameriere che fa il suo lavoro con minuziosa attenzione. Spero vivamente che lui non lo abbia visto, che figuraccia!
Il cameriere, dopo avermi rivolto un sorriso abbastanza malizioso se ne va.
Inizio a bere il mio cappuccino. Mi sento osservata così alzo lo sguardo dalla mia tazza. Dallas è intento a ingurgitare i macaroons, giustamente stava morendo di fame. Guardo dietro di lui e vedo il cameriere dai capelli rossicci che ha lo sguardo fisso su di me. Mi mima qualche cosa con le labbra in francese che non capisco, purtroppo non sono ancora così tanto brava con il francese. Lui notando che non ho capito mi indica di guardare in basso, più precisamente sul piatto dove c'è postato un bigliettino. Afferro il biglietto sotto il suo sguardo attento e faccio una smorfia appena vedo che su esso c'è scritto il suo numero di telefono. Ma non vede che sono fidanzata? Cosa pensa di ottenere in questo modo.

Kiss me under the sunshine #wattys2019Where stories live. Discover now