Ballo in Maschera

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L'intera Parigi, quel giorno, era in fermento: la voce che l'Operà Populaire de Paris avesse organizzato un sontuoso ballo in maschera, per farsi perdonare di quell'agghiacciante tragedia che era finita nella copertina di ogni giornale, aveva fatto il giro di tutta la capitale francese.

Il proprietario, il signor Bourgeois, aveva organizzato tutto perfettamente ed era sicuro che quella sera niente sarebbe potuto andare storto. Avrebbe attirato nuovamente clientela per i prossimi spettacoli, ma soprattutto avrebbe messo in bella mostra la sua adorata principessa.

Quando il calesse si fermò davanti alla maestosa opera architettonica illuminata a festa, già i fuochi d'artificio scoppiavano nel cielo notturno, dando quell'aria magica e gioiosa. Scese prima lui, porgendo poi il braccio alla figlia, che con il suo solito fare elegante e altezzoso, poggiò appena la mano guantata sul suo avambraccio, scendendo i pochi gradini della carrozza. Indossava un elegante vestito nero e oro, che le dava un aria ancora più aristocratica e portava una maschera di pizzo legata dietro la nuca, il cui nastro s'intravedeva appena sotto l'acconciatura perfettamente curata. Il padre invece, era semplicemente vestito con un elegante completo scuro e una maschera molto particolare, con il becco e la cresta di un gallo che sporgevano in modo quasi imbarazzante da essa.

Una folla e un via vai infinito di gente vestita in maschera e col viso coperto girava per la piazza, salutandosi ed entrando dentro l'Operà; segno che l'evento aveva avuto l'effetto desiderato.

«Vedrai tesoro mio, questo sarà l'evento perfetto per mostrare il tuo talento.» disse tutto orgoglioso Andre Bourgeois alla figlia.

«Lo spero bene! Dopo la terribile figura dell'altra sera se questo spettacolo non andrà in porto la mia carriera sarà rovinata!» esclamò lei irritata, come se i tragici incidenti di quella sera fossero stati causa di suo padre.

Lui, però, la ignorò: continuando a descrivere come aveva organizzato il ballo e l'evento. Tutto quanto preparato da lui e senza l'aiuto di quel cialtrone che scriveva opere meravigliose, ma poi le rovinava con le sue stesse mani spacciandosi per il fantomatico fantasma.

«Ci sarà un magnifico prologo sulla scalinata all'ingresso, che dovrebbe iniziare tra poco, e poi avrai tutto il tuo spazio per cantare quel pezzo che ti piace tanto. Per concludere ci sarà un meraviglioso brindisi!»

La ragazza si impettì, tutta fiera, lanciando occhiate ai nobili che entravano nel teatro e sorridendo appena quando li sentiva bisbigliare nell'osservarla. Sapeva bene che sia stessero ammirando la sua persona e il suo abito, sia la stessero prendendo in giro per la figura miserabile dell'ultimo spettacolo, stavano comunque parlando di lei e presto avrebbe dimostrato a tutti di cosa era capace.

Entrarono proprio nel momento in cui il corpo di ballo dell'Operà aveva cominciato le danze, attirando l'attenzione del pubblico nella zona centrale del salone e sulle scale. Anche i ballerini e le ballerine erano in maschera, tutti rigorosamente in bianco e nero e danzavano all'unisono in una perfetta coreografia che stava lasciando a bocca aperta ogni nobile che si era recato a teatro quella sera.

Masquerade, mascheriamo la realtà

Masquerade, quante facce di te ci stai celandoMasquerade, per beffare la beltàMasquerade, neanche tu lo saprai chi sei davvero!


Chiuse gli occhi e serrò la mascella, innervosito da quello scempio che stava ascoltando. Quella non era musica, non era arte, quello era un'accozzaglia di parole senza senso: un modo osceno e mondano per nascondere ciò che era accaduto qualche sera prima e prenderlo in giro.

My Angel of MusicWhere stories live. Discover now