Capitolo 21

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Susan guardava Scarlet sentendosi in colpa. Erano ne bosco nei pressi della centrale perché lei aveva detto di voler fare una passeggiata. In realtà era solo una scusa per poter attuare il piano delle due fate di cui Scarlet non era al corrente.

Susan sarebbe stata trasformata in una fata quella sera stessa, un giorno prima di entrare nel sesto mese di gravidanza per poterle permettere di non avere problemi ed entrare nel regno delle fate senza troppe protesta. Era stata un'idea di Michael che Susan aveva subito accettato il giorno in cui aveva fatto finta di andare a chiedere un consiglio per il nome. L'unica cosa su cui non era stata d'accordo era stata quella di non dire niente a Scarlet e di farle credere che Lucas l'avesse uccisa. Michael era stato categorico: "Scarlet non deve sapere niente" e lei si era ritrovata costretta ad accettare le condizioni. Sapeva che fra i due le cose si erano leggermente complicate, ma non aveva avuto tempo di parlare con la rossa e chiederle se sapeva il perché. La ragazza infatti sembrava persa in un altro mondo e sembrava anche molto triste e stanca.

- Scarlet sei molto giù in questi giorni va tutto bene?- chiese ad un certo punto Susan fermandosi, era quello il punto che i due ragazzi avevano indicato. Nel mentre avrebbero attaccato anche la lor centrale ed era meglio tenere Scarlet il più lontano possibile.

- si non ti preoccupare. Riposati- disse la rossa sorridendo nella sua direzione. Susan però capì che quello era un sorriso finto. Cosa stava succedendo alla sua Scarlet?.

Stava per parlare ancora e far sputare il rospo quando sentì qualcosa conficcarsi con forza all'altezza del suo cuore. Un dolore atroce si sparse per tutto il suo corpo mentre abbassava lo sguardo trovano il dardo d'edera che Lucas le aveva mostrato. Michael le aveva detto che le avrebbe fatto male all'inizio ma non pensava così tanto. Guardò difronte a se e vide la faccia sconvolta di Scarlet che cercava di sorreggerla mentre delle lacrime solcavano le sue guance. Susan fece vagare ancora di più lo sguardo incrociando gli occhi preoccupati di Lucas che stringeva ancora la presa sull'arco che aveva usato per sparare il dardo. Lei gli sorrise per rassicurarlo. Poi chiuse gli occhi e si lasciò cadere a peso morto sull'erba della radura. L'ultima cosa che sentì fu l'urlo straziante di Scarlet.

Susan si risvegliò solo due settimane dopo. Si trovava in un bellissimo letto matrimoniale circondato da fiori. La castana sorrise e si alzò facendo attenzione a non fare movimenti bruschi. Difronte al grosso letto c'era uno specchio altrettanto enorme e la ragazza rimase a fissarsi incredula. Era rimasta praticamente la stessa, solo che le sue orecchie si erano appuntite e il suo vestito era stato cambiato con uno color cipria che le cadeva morbidamente sulla pancia che era leggermente cresciuta.
Susan si ridestò dal guardare la sua immagine allo specchio solo quando sentì la porta alla sua sinistra aprirsi e si girò verso la porta incrociando sorridendo lo sguardo di Lucas che appena la vide svegli si fiondò sul letto per abbracciarla forte.

- mi sei mancata- furono le parole che il ragazzo le disse mentre la stringeva a se.

Susan sorrise, ma subito il ricordo dell'urlo di Scarlet la riportò alla realtà.

- cosa è successo dopo? E Scarlet?- chiese preoccupata facendo incupire lo sguardo del ragazzo.

- siamo riusciti ad incenerire la centrale hanno perso tutto. Scarlet non l'abbiamo minimamente toccata. Si è arrabbiata molto quando ti ha vista priva di sensi a terra. Pensava fossi morta. Mi ha anche accusato di aver ucciso sangue del mio sangue. Ma non ha attaccato. Cosa che ha sconvolto molto Michael. Ha reagito solo quando ti ho presa in braccio per portarti con me, ma è stata fermata da altri cacciatori- disse il ragazzo accarezzando la guancia della ragazza che aveva difronte.

- mi dispiace per lei. Credo che qualcosa la preoccupasse nel profondo- disse Sasan cercando di alzarsi dal letto poi aiutata dal ragazzo che le porse anche un paio di ballerine color cipria da mettere ai piedi. Solo quando fu perfettamente in piedi notò con piacere che il vestito era uno di quelli lunghi che le arrivava fino ai piedi e iniziava a piacerle sempre di più. Lucas la guardò per poi inginocchiarsi ai suoi piedi facendo prendere un colpo alla povera ragazza.

- Susan vuoi sposarmi?- le chiese lui guardandola sempre negli occhi. Non aveva distolto un attimo il suo sguardo cangiante dai bellissimi occhi nocciola di lei.

Susan per poco non si mise a piangere e riuscì solo ad annuire prima di essere completamente inglobata dal dolce abbraccio del suo futuro marito. Una volta che il ragazzo si fu staccato prese dalla tasca del jeans una collanina con un pendente a forma di stella dello stesso colore degli occhi del ragazzo.

- qui è diverso da voi. Noi abbiamo una tradizione secondo la quale a 12 anni dobbiamo andare a cercare la pietra che ricorda il colore dei nostri occhi per poi realizzare un ciondolo da portare sempre con noi. Il ciondolo è la prova della nostra forza ma anche della nostra fedeltà. Conserviamo la collana fino a quando non troviamo la persona degna di possederla. Una volta messa questa collana i nostri destini saranno uniti e il nostro matrimonio sarà indistruttibile- disse l'uomo facendo piangere veramente la ragazza che aveva difronte mentre le allacciava la collana al collo. - una volta che la collana è al collo della persona amata quella rappresenta anche l'amore unico che la persona che l'ha donata prova. Il colore è un particolare importante perché ci possono essere momenti difficili nei quali non è possibile essere vicini e la collana ricorda all'amata lo sguardo dell'altra persona in modo da eliminare totalmente la distanza- Susan non aveva resistito e durante il discorso si era fondata tra le braccia del ragazzo per piangere di gioia. Mai, mai si sarebbe aspettata un dono del genere. Per lei quella collana contava di più dell'anello che gli umani erano soliti regalare.

FATEWhere stories live. Discover now