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Alice

«È proprio necessario?», piagnucolo rivolgendomi ad Aurora. Sono sommersa da vestiti di varie lunghezze e colori che la mia amica sta continuando a lanciarmi sulle braccia. Siamo alle Gallerie Lafayette da più di mezz'ora e incomincio a essere stanca del suo continuo trascinarmi da uno stand all'altro.

«Ti prego non sottopormi a questa tortura, sono venuta a Parigi per accompagnarti e stare con te, non per accettare inviti a cena da parte di sconosciuti», mi lamento ulteriormente. I vestiti cominciano a pesare e non ho nessuna intenzione di provarli tutti.

Aurora mi guarda e fa una smorfia, «Non propinarmi questa cazzata del "sono venuta per stare con te" perché non attacca. Posso fare benissimo a meno di te per una serata! Credo di essere abbastanza grande per stare da sola», mi rimprovera. «Se non accetti tu, lo chiamo io!». Un sorriso diabolico le si apre in volto, «Saremmo proprio una bella coppia! Cioè mi hai visto e hai visto lui? Due fotomodelli», si vanta come al suo solito, sistemandosi i lunghi capelli biondi dietro alle spalle.

Rido e alzo gli occhi al cielo, «Lo sai che se cerco sul dizionario la parola "vanità" c'è la tua foto?».

Lei di tutta risposta mi fa la linguaccia, «Oh ma piantala! Sono solo oggettiva. Peccato che il bel moro sia interessato a te!».

Una delle nostre tacite regole fondamentali è "mai provarci con il ragazzo della tua amica", che sia ex o che sia un tipo interessato. Non che sia mai stato il mio caso, visto che non ho mai avuto davvero un ragazzo, ma vale sempre e comunque. Poi so per certo che non lo farebbe mai, è troppo leale nei miei confronti e il legame che c'è tra noi non potrebbe mai essere messo a rischio per una cosa del genere.

«Guarda che, se vuoi, te lo puoi prendere», dico fingendo indifferenza, ma una parte di me sa che questa è la bugia più colossale di sempre: cerco di non darlo troppo a vedere, ma sono rimasta colpita da Edoardo, molto. Però c'è qualcosa che mi frena e non so cosa sia.

Aurora assottiglia lo sguardo, «Non ci credi nemmeno tu!», mi punta l'indice contro. «Forza vai al camerino che dobbiamo decretare il prescelto!».

Vengo spinta dentro a forza e alcune ragazze che sono lì ci guardano sorridendo. Lo sguardo della mia amica si illumina, «Ehi ragazze, scusate se vi disturbo, ma siete italiane?», domanda loro che prontamente annuiscono. «Ottimo!», esclama battendo le mani. «Più aiuto abbiamo, meglio è! La mia amica ha una cena con un gran figo», ammicca nella loro direzione. «Vorrei avere più pareri. Ci state?».

Le interpellate mi guardano curiose e accettano volentieri dopo essersi presentate, «Piacere siamo Alessia, Sara e Sofia», dice la ragazza bionda indicando rispettivamente la mora e la rossa al suo fianco. Ci dicono che sono lì in vacanza per il regalo di laurea di Sara che si è laureata qualche giorno fa in architettura. Scambiamo due chiacchiere e ci chiedono interessate maggiori dettagli su questa fantomatica cena. Cerco di minimizzare, ma Aurora mi blocca subito, «Non ascoltatela, tanto è un caso perso. Dai Alice, muoviti e inizia a provare qualcosa!». Detto questo tira la tenda e mi fa entrare nel camerino mentre sento le altre ragazze ridere.

Mi spoglio e prendo il primo vestito: è rosso e lungo con una scollatura a cuore. Decisamente troppo impegnativo e lo faccio notare anche alle ragazze che si sono assiepate fuori.

«Mmm, vero», asserisce Aurora. «Dai, prova gli altri». Sbuffo sconsolata e tiro di nuovo la tenda per cambiarmi.

Un'infinità di paillettes, lustrini e fiocchi dopo sono esausta e esasperata, «Basta, ti prego! Chiedo pietà!», imploro sedendomi sul pouf del salottino che c'è appena fuori dalla cabina. Le altre ragazze sembrano provate quanto me, a differenza di Aurora che non demorde nonostante non abbiamo ancora trovato il vestito giusto, «Smettila», mi rimprovera. «Prova questo: sono certa che sarà lui il prescelto!».

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