Capitolo 48

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-Come stai?- mi spinge delicatamente verso le scale e sorrido, scendendole.

-Non lo so.- mormoro, mentre accarezzo le scritte sulle sue braccia.

-Neanche io.- le sue labbra screpolate finiscono sulla mia fronte.

Mi prende la mano e intreccia le nostre dita.

-Portami con te, per favore.- mi prega.

-Non lo so Luke, a casa c'è Sean.- i suoi occhi brillano.

-Non posso.- mugola e sospira.

Ho un disperato bisogno di piangere.

James arriva e mi mette una mano dietro la schiena.

-Andiamo April.- mi sprona, aiutandomi ad allontanarmi da lui.

Le mie dita si sciolgono dalle sue e vengo spinta fuori dal locale.

-Io voglio tornare a casa.- annuisce e mi bacia una guancia.

Entriamo in macchina e torno a casa, ma prima saluto James.

Calum si è addormentato sul divano, lo sveglio.

-Hey Cal.- gli tocco la spalla -April.- il groppo in gola cresce.

-Ho visto Lukey.- sorride.

-E cosa vi siete detti?- scuoto la testa -Praticamente niente.- sbuffa.

-Va bene, io ora devo andare.- annuisco e si alza.

Mi stampa un bacio sulla guancia -Buonanotte April.- accenno un piccolo saluto con la mano e guardo l'orologio.

Mezzanotte.

Vado in bagno e mi strucco, mi lavo e mi infilo il pigiama.

Tiro le lenzuola e mi sdraio su di esse.

Non ho sonno, sono troppo incasinata per dormire.

Chiamo Cecilia, so che è sveglia.

-Hey?- la sua voce sottile è confortante in questi momenti.

-Oggi non sono venuta al lavoro, scusa, ma sono stata male.- mi lamento, stiracchiandomi.

-Tranquilla,ma ora tutto bene?- sospiro e mi siedo sul letto.

Un rumore mi distrae dal suo chiacchierare e guardo la finestra.

La interrompo mentre mi sta raccontando qualcosa su David e aggrotto la fronte.

-Scusa, ti devo lasciare.- il rumore continua e termino la chiamata.

Mi avvicino e apro la finestra, e l'aria calda mi accarezza.

Il piccolo pesco che ho piantato è veramente bello, e sta dando i frutti proprio in questi giorni.

Mi accovaccio a terra e guardo i piccoli sassolini.

Sicuramente, sono stati lanciati da qualcuno contro il mio vetro.

-April.- una voce mi chiama.

Guardo giù dal balcone, Luke mi sta fissando.

-Non sei troppo vecchio per questo genere di cose?- indico i sassolini, sorridendo.

-Andiamo, ho solo venticinque anni, e sono ancora agile.- ride e si arrampica sui rami dell'albero.

Stacca una pesca da uno di essi e mette un piede sulla ringhiera di metallo del balcone.

Ha ancora le Converse nere, rovinate e con la suola consumata.

Stay with me || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora