Capitolo due - seconda parte

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Tre Scalini, come scoprirono, si trovava lo stesso in Piazza Navona, quindi non dovettero fare una lunga passeggiata. Come il ristorante in cui avevano appena mangiato, anche Tre Scalini presentava posti a sedere all'aperto sotto ampi ombrelloni. I tavolini erano quasi tutti occupati, ma Louis ne trovò uno in un angolino e ci condusse Harry.
Non molto tempo dopo che si sedettero ad un tavolo, il quale era coperto da una tovaglia bianca e decorato con un mazzo di fiori freschi, apparve un cameriere.
"Gradite del gelato?" Chiese l'uomo con un accento inglese.
Harry annuì. "Che cosa ci consiglia?"
La faccia seria del cameriere si trasformò in un ampio sorriso. "Il tartufo, ovviamente!"
"Il... cosa?" Domandò Louis, avvicinandosi al ragazzo.
"Il tartufo." Ripetè il cameriere più lentamente. "Gelato al tartufo al cioccolato, con panna montata e wafer al cioccolato- una ricetta segreta di famiglia. Provatelo, vi piacerà sicuramente!"
Harry e Louis si scambiarono un'occhiata e si strinsero nelle spalle. "Certo, lo proveremo," replicò infine Louis.
"È delizioso, mi saprete dire!" Promise il cameriere prima di andarsene.
"Immagino che lo scopriremo presto." Sussurrò Harry, appoggiandosi allo schienale della sedia.
Mentre aspettavano, Harry e Louis osservarono un musicista che iniziò a suonare davanti ai tavolini del bar. L'uomo tirò fuori una chitarra e iniziò ad accordarla, indossava una camicia nera e pantaloni eleganti grigi, le sue scarpe probabilmente costavano più dell'affitto mensile di Harry – sembravano fatte di autentica pelle italiana.
Come se il maggiore stesse pensando la stessa cosa, scrollò le spalle e parlò. "Ci sono delle priorità nella vita, amico."
Harry ridacchiò. "Giusto. Cibo, vino, gelato, scarpe... questo è tutto ciò di cui uno ha bisogno."
Quando il cameriere tornò al loro tavolo con il gelato, la bocca del riccio si spalancò.
"Ecco il miglior gelato di tutta Roma!" Si vantò il ragazzo facendogli un occhiolino, quindi li lasciò a godersi il loro dolcetto.
Harry e Louis fissarono il gelato, che non era servito in un cono o in una semplice tazza, come si aspettavano. Il gelato era stato servito in un piattino bianco decorato, accompagnato da un cucchiaino d'argento. Il gelato stesso era stato messo sul piatto formando due palline perfette e una coltre di panna montata lo ricopriva totalmente. Per finire, un wafer al cioccolato era stato inserito sopra la panna.
"Harry-" sussurrò Louis, incapace di formulare un pensiero coerente.
"Lo so." Rispose lui sottovoce.
Il maggiore sollevò il cucchiaio e prese un boccone di gelato, ed Harry lo imitò subito dopo.
Dopo essersi infilato in bocca il gelato, Louis gemette apertamente. "Oh mio Dio, Harry."
"Lo so," rispose di nuovo il giovane, mentre il cioccolato gli si scioglieva in bocca. Era il gelato più delizioso che avesse mai mangiato; come poteva tornare a casa e mangiare il solito gelato di Ben & Jerry, adesso?
Mangiarono in silenzio per alcuni minuti, mentre il musicista alle loro spalle iniziò finalmente a suonare la chitarra.
Louis si accigliò non appena sentì la melodia e lanciò un'occhiata veloce ad Harry. "È per caso...?"
Gli occhi di Harry si spalancarono quando riconobbe la canzone. "No Rain di Blind Melon? Si, è questa."
Mentre la musica continuava, alcuni dei turisti nei tavoli vicini iniziarono ad applaudire, entusiasti. Harry incontrò gli occhi dell'altro e sorrise dolcemente.
"Roma è così," disse, alzando le spalle, quindi si voltò per guardare il musicista cantare il ritornello:

I just want to say I want you safe with me, oh
I'll always be there when you wake
You know I'd like to keep my cheeks dry today
So stay with me and I'll have it made

Alcuni turisti stavano filmando la performance dell'uomo con i loro cellulari o costose telecamere. Alcune monetine caddero nella custodia della chitarra, ed il musicista si limitò a sorridere ad ognuno. Louis controllò il telefono e vide che era quasi ora di incontrarsi con il gruppo del tour per passare a visitare la prossima destinazione. Finito il gelato, soddisfatti per il fatto che fosse sul serio il miglior gelato di Roma, pagarono il conto e tornarono al centro della piazza.
Per un momento, con il sole che splendeva, la musica che risuonava nell'ambiente circostante e Louis che camminava accanto a lui, Harry si sentì davvero rilassato per la prima volta in... da quanto tempo non succedeva? Settimane? Mesi? Sorrise e lasciò cadere alcune monetine nella custodia della chitarra del musicista mentre si allontanavano.
Harry sapeva di aver bisogno di una vacanza; il lavoro era diventato sempre più stressante e non riusciva più a gestirlo. Essere effettivamente in vacanza per la prima volta dopo mesi e mesi era semplicemente fantastico. C'erano tantissime cose da fare, e pensare che questo era soltanto il loro primo giorno.
Quando si incontrarono con Bob e il resto del gruppo, Harry stava sorridendo serenamente. Colse di sfuggita le istruzioni di Bob per la destinazione successiva, il Pantheon.
"...quindi percorreremo la breve distanza a piedi per digerire il pranzo, poi visiteremo il Pantheon." Concluse Bob, poi guidò il gruppo attraverso un piccolo vicolo.
L'intimità della piazza era un sorprendente contrasto con il rumore del traffico cittadino all'esterno. Harry sfogliò la sua guida mentre camminava insieme al gruppo fino a quando, in lontananza, non intravide una cupola.
"Wow," disse Louis, come se gli stesse leggendo nella mente.
Il Pantheon era, in una sola parola, enorme. Attraversarono una piccola piazza, alle cui estremità si trovavano enormi pilastri – almeno quindici, secondo Harry – che conducevano verso l'edificio.
Bob stava fornendo loro alcune informazioni introduttive riguardo la meraviglia che avevano di fronte.
"Le colonne di granito egiziano pesano ottantadue tonnellate ciascuna, all'interno la cupola in cemento fu costruita nel 120 d.C. e mai modificata. Presenta un buco di trenta piedi nella parte superiore..."
"Secondo questa guida," si sporse il riccio per sussurrare nell'orecchio di Louis. "La tomba di Raffaello si trova dentro al Pantheon."
Il castano si avvicinò a lui prima di rispondergli. "Intendi quello delle tartarughe Ninja, vero?"
Harry sbuffò e scosse la testa. "Louis."
"Che cosa? Conosco tutta la storia, se hai bisogno di qualche aggiornamento-"
"In realtà non ne ho bisogno-"
"-allora sarò felice di aiutarti, altrimenti seguiamo il gruppo e ascoltiamo Bob." Concluse Louis, ridacchiando.
Harry guardò davanti a loro e vide che il gruppo si era effettivamente spostato verso l'ingresso. Seguì Louis che stava già chiacchierando amichevolmente con alcuni signori mentre entravano nell'edificio.
All'interno il Pantheon era piuttosto buio e cupo, c'era meno luce di quanto Harry si aspettasse. L'unica fonte di luce proveniva dal buco nella parte superiore della cupola, dove entravano i raggi del sole. Il pavimento di marmo sotto i suoi piedi era composto da enormi quadrati scuri, per essere vecchio di centinaia di anni, era straordinariamente ben conservato, pensò Harry mentre osservava estasiato il pavimento.
Intorno al perimetro interno della struttura c'erano numerose colonne. Dall'altra parte del Pantheon, invece, tra le colonne, si trovavano delle tombe e alcune statue in granito. Harry si avvicinò ad una di esse, cercando un cartello che spiegasse di cosa si trattasse.
"Umberto I, Re d'Italia," lesse sottovoce Harry sopra una tomba. Accanto a lui c'era un altro cartello che forniva maggiori dettagli sull'uomo e sulla sua vita. Perse la cognizione del tempo mentre vagava lentamente lungo la strutta circolare del Pantheon, si sentiva strano e fuori posto a scattare foto alle tombe, come se si stesse intromettendo in qualcosa di sacro.
La folla più numerosa di persone era raggruppata intorno ad una tomba in particolare, incluso Louis. Harry lo osservò per un momento mentre il maggiore fissava l'immensa tomba di fronte a lui. Non sembrava affatto un turista, non aveva tra le mani una macchina fotografica e non indossava uno zainetto come la maggior parte dei turisti presenti. Con i suoi jeans sbiaditi e la maglietta leggera e colorata, avrebbe potuto benissimo apparire come un ragazzo del luogo che si era intrufolato a visitare il Pantheon durante la sua pausa pranzo. Harry si avvicinò per raggiungerlo.
Quando Louis avvertì dei passi dietro di sé, si voltò per vedere Harry avvicinarsi e sorrise dolcemente. "Ecco la tomba di Raffaello." Sussurrò, tirandolo per un braccio per farlo avvicinare ancora di più alla tomba davanti a loro.
Sorpreso, Harry fissò la tomba di fronte a lui. Una scultura raffigurante una Madonna con un bambino tra le braccia era posta in piedi tra le colonne e sotto, all'interno di una tomba fatta di vetro, c'erano quelle che dovevano essere le ossa del famoso pittore. Harry guardò in silenzio la tomba, avvertendo lo sguardo di Louis su di sé per tutto il tempo. Alla fine, girò la testa per incontrare gli occhi del maggiore e li trovò scintillanti e allegri.
Lentamente, Louis si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli. "Viva le tartarughe Ninja!"
Harry chiuse gli occhi e serrò la mascella per trattenere le risate; non voleva assolutamente ridere davanti alla tomba di Raffaello e di fronte ai turisti riuniti nei dintorni. Senza dire una parola, afferrò la mano di Louis e, ridacchiando, lo spinse lontano dalla tomba fino alla porta del Pantheon. Non appena si ritrovarono all'aria aperta si voltò per affrontare l'altro ragazzo.
"Hai appena...?" Non riuscì nemmeno a finire la frase che gli venne da ridere a crepapelle.
"Fatto riferimento alle tartarughe Ninja davanti alle ossa di Raffaello? Si, l'ho fatto." Confermò Louis, ridacchiando a sua volta e portandosi una mano davanti alla bocca.
"Viva le tartarughe Ninja, Louis? Davvero?"
Louis scrollò le spalle e scoppiò di nuovo a ridere. Harry seppellì il viso tra le mani e gemette. "Sei peggio di un bambino. Sono in viaggio per l'Europa con un bambino."
Louis continuò a ridere fino a quando non si formarono delle deliziose rughette intorno ai suoi occhi e il suo viso abbronzato non divenne totalmente rosso.
Il riccio lo guardò divertito; tutti i turisti nei dintorni iniziarono a guardarli come se fossero pazzi.
"Oh mio Dio," continuò Harry. "È come... un sacrilegio, o qualcosa del genere."
Louis scosse la testa in segno di sfida. "Da qualche parte il vecchio Raffello starò sorridendo insieme a noi."
Harry ridacchiò immaginandosi il pittore ridere della battuta di Louis. "Oppure sta progettando come farcela pagare."
Louis smise di ridere e si limitò a guardarlo con un ghigno sul volto. "Ehi Harry aspetta, torniamo dentro. Voglio una foto insieme a Raffaello."
"Assolutamente no."
"Perché? Per favore."
"No," insistette Harry, trovando alcuni gradini all'ombra dove sedersi. "Chiedi a Bob."
Louis sospirò frustrato e si sedette di fianco ad Harry. Passarono alcuni secondi di silenzio fino a quando il maggiore non si mise a canticchiare la canzoncina delle tartarughe Ninja.
Il più piccolo scosse la testa, esasperato ma divertito dall'intera situazione. "Va bene," cedette infine. "Nessuna foto di Raffaello, mi se vuoi possiamo farci un selfie."
Louis smise di canticchiare e sorrise. "Affare fatto." Estrasse il cellulare, si avvicinò ad Harry e scattò alcune foto. Mentre il maggiore riguardava le fotografie scattate durante la giornata, Harry fissò meravigliato la piazza che li circondava.
"Qual è la prossima meta?" Domandò Louis, rimettendosi il cellulare in tasca.
Harry consultò l'itinerario e gli si formò sul volto un enorme sorriso. "La fontana di Trevi!"
Louis inarcò le sopracciglia. "Okay, adoro le fontane, ma cosa c'è di tanto speciale in questa?"
Il riccio iniziò a sfogliare la guida, eccitato di poter finalmente vedere la fontana più bella della città. "È obbligatorio visitare la fontana, se vieni a Roma. C'è una tradizione, si dice che bisogna gettare una moneta all'interno di essa girato di spalle ed esprimere un desiderio... dicono porti fortuna, e che un giorno ritornerai a Roma."
Louis considerò per qualche secondo le parole del riccio, poi annuì. "Si, sembra una cosa carina."
"Cosa vuoi fare mentre aspettiamo? Abbiamo ancora dieci minuti." Disse Harry, controllando l'ora.
"Giocare?" Propose Louis, osservando la gente che passeggiava nella piazza.
"Okay," rispose il riccio. "E a quale gioco?"
"Guardiamo le persone e proviamo ad immaginare le loro vite."
"Ohh, divertente! Inizia tu, allora." Rispose Harry, entusiasta.
"Okay." Sussurrò Louis, scrutando la folla finchè i suoi occhi non si posarono su un ragazzo della loro età, che fissava il cellulare. Ogni due secondi si guardava intorno, come se stesse aspettando qualcuno. "Quel ragazzo laggiù."
"Quello al cellulare?"
"Si, allora ha incontrato una ragazza in un bar la notte scorsa, e lei gli ha detto di essere una turista francese. Il ragazzo è rimasto completamente colpito da quella ragazza, quindi le ha chiesto di incontrarsi di nuovo e lei gli ha dato appuntamento al Pantheon."
"Ma lei non si è presentata," indovinò Harry, guardando il ragazzo scrutare la folla con sguardo ansioso.
"Non si è presentata." Confermò Louis, annuendo. "Ecco il bello della storia: tutto questo è successo tre mesi fa. La ragazza se ne è andata da tempo ma lui non riesce a lasciarla andare. Ogni pomeriggio viene qui ad aspettarla, nella speranza che lei ritorni."
"Gesù," disse il riccio, sentendosi improvvisamente molto triste. "Sei davvero bravo ad inventare storie."
"Okay, è il tuo turno." Replicò Louis, indicando il mare di turisti presenti nella piazza.
Harry li fissò per un momento, poi si concentrò su una giovane donna con un bambino tra le braccia. "Va bene, lei," disse, indicando la donna.
Louis seguì il dito del riccio e quando vide che aveva scelto, annuì in approvazione. "Mamma o baby-sitter?" Chiese.
"È la madre. La baby-sitter oggi è malata, ma aveva già promesso al suo bambino che sarebbero usciti a fare una passeggiata oggi. Ma il bimbo non è abituato ad obbedirle, perché passa la maggior parte del tempo con la baby-sitter."
"Okay." Replicò Louis, divertito.
Insieme osservarono la donna accovacciata per terra mentre parlava animatamente con il figlio. Tuttavia, il bambino non sembrava volerla ascoltare. La donna distolse lo sguardo e scosse la testa, frustrata. Prese il bambino per mano per trascinarlo via dalla piazza ma lui oppose resistenza, mettendosi a piangere. La donna si alzò da terra e tirò fuori il cellulare.
"Oh, interessante." Disse il maggiore con un sorriso.
"Sì," continuò Harry. "Ora chiama suo marito a lavoro – è un avvocato molto impegnato – per dirgli che suo figlio sta facendo i capricci. Vuole che venga a prenderli, ma lui è sommerso di lavoro. Lei gli sta urlando che può dormire sul divano questa notte."
"Mi piace." Ridacchiò Louis.
"Ma lei non sa che il realtà il marito sta trascorrendo la pausa pranzo con la sua segretaria, come ogni giorno. La sua giovane e bellissima segretaria."
Louis ansimò e fissò la donna dall'altra parte della strada. "Vuoi dire che la tradisce?"
"Oh si." Annui Harry seriamente. "Ma c'è di più, anche lei lo tradisce."
"Con chi?" Esclamò Louis.
Harry si voltò per guardare il maggiore negli occhi con un sorriso malizioso. "Con la baby-sitter."
Il sorriso di Louis si allargò fino a quando non scoppiò a ridere. "Ben fatto, H."
Harry sogghignò soddisfatto, ignorando le farfalle nello stomaco causate dal modo in cui il maggiore gli stava sorridendo, oltre che per il fatto che aveva usato un soprannome per chiamarlo. Indicò di nuovo la donna e il bambino, che ora si stavano dirigendo verso una gelateria.
"Buona fortuna, che famiglia strana." Disse Harry, guardandoli entrare nella gelateria.
"Che gioco divertente." Osservò Louis, scuotendo la testa. "Penso che sia ora di andare."
Harry si voltò per vedere il resto del gruppo Sunset Tour uscire dal Pantheon. Si alzarono contemporaneamente dagli scalini e si incamminarono verso gli altri.
"Va tutto bene, ragazzi?" Domandò Bob, con uno sguardo accigliato.
"Si, stiamo bene," rispose Harry. "Stiamo prendendo un po' d'aria fresca."
Bob annuì. "Oggi è una bellissima giornata, non credete?"
"Molto bella. Dove andiamo adesso?" Chiese Louis sorridendo.
"Alla fontana di Trevi!" Esclamò Bob.
Harry si fece da parte per lasciar passare la loro guida, così che facesse strada. "Attraverseremo via del Corso." Continuò a spiegare l'uomo. "Che è una strada molto trafficata, quindi il pullman ci aspetterà lì. Faremo più veloce, in questo modo."
Harry non sapeva cosa pensasse il resto del gruppo, ma lui era contento di potersi sedere in pullman e riposarsi per qualche minuto. Come facevano questi anziani ad essere ancora così pimpanti? Harry sentiva i piedi distrutti.
Come se gli leggesse nella mente, Louis si avvicinò e mormorò "Su una scala da uno a dieci, quanto sei stanco in questo momento?"
"Undici." Gemette il riccio.
Louis ridacchiò. "Onestamente, anche io."
"Come fanno queste persone ad essere ancora così attive?" Sussurrò Harry guardando il resto del loro gruppo.
"Dio solo lo sa."
Sentendosi più che sfinito, Harry seguì il maggiore fuori dalla piazza e verso il pullman con l'aria condizionata.


The Lonely Planet Guide to Second Chances (Italian Translation)Where stories live. Discover now