Capitolo cinque

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Amsterdam.

"Finché non ci perdiamo, non iniziamo a capire noi stessi." - Henry David Thoreau.






Un'ora dopo il viaggio in treno di cinque ore per Amsterdam, Harry alzò gli occhi dalla sua guida turistica e vide Louis che lo fissava.
"Cosa c'è?" Chiese Harry incuriosito.
"Cosa stai leggendo?" Disse Louis, facendo cadere lo sguardo sul libro di Harry.
"La sezione sulle cose da fare ad Amsterdam," rispose il giovane. "Vedi?" Inclinò il libro verso Louis e indicò la parte che stava leggendo.
"La casa di Anna Frank," Louis lesse da sopra la spalla di Harry. "Possiamo andarci?"
"Sono sicuro che ci andremo," rispose Harry. "E guarda qui, canali. So quanto ti piace esplorarli."
Louis sollevò lo sguardo e sorrise. "Abbiamo o non abbiamo avuto un'esperienza da bomba in quei canali veneziani?"
"Un'esperienza meravigliosa," disse Harry, rispecchiando il sorriso di Louis. "Anche questi dovrebbero essere divertenti."
"Sono davvero emozionato, H," confessò Louis. "E non solo perché possiamo fumare erba, anche se di sicurò sarà divertente. Ma principalmente perché tutti quelli che conosco che sono stati qui dicono che è un posto fantastico."
Nei minuti a venire, Harry e Louis scrutarono i suggerimenti della guida per Amsterdam. Oltre al famoso quartiere a luci rosse, c'erano anche famosi musei d'arte, parchi e caffè da esplorare. L'idea di fumare con Louis in uno dei famosi coffee shop della città fece rabbrividire Harry. Ogni volta che aveva fumato erba era stato con Louis, e quei momenti che passavano insieme mentre erano fatti erano ancora vividi nella memoria del riccio. Si chiese se anche Louis li ricordasse.
Harry aprì la bocca per chiedere a Louis alcune delle loro grandi avventure da fatti quando sentì una leggera pressione sulla sua spalla. Abbassò lo sguardo per scoprire che Louis si era addormentato con la testa appoggiata sulla sua spalla. Questo fece svolazzare mille farfalle nel suo stomaco e un senso di calore scorreva attraverso il suo corpo. Decise di lasciar dormire Louis il più a lungo possibile. Stando attento a non svegliarlo, Harry avvolse il braccio attorno alle spalle del giovane e si mise comodo per il lungo viaggio. Se in quel momento aveva un largo sorriso sul viso mentre si abbandonava anche lui tra le braccia di Morfeo beh, nessuno doveva saperlo.





*





Harry si svegliò in uno scompartimento del treno ormai scuro e grazie alla sensazione di una mano che gli stava dando una pacca sulla coscia. Sapeva che era Louis prima ancora di aprire gli occhi. Sembrava che Louis fosse tutt'intorno a lui, in quegli spazi ristretti. Il suo profumo familiare fu la prima cosa che Harry notò – un mix di acqua di colonia, sapone e qualcosa di puramente Louis. Tutta la parte destra del suo corpo era calda lì dove Louis era ancora premuto contro di lui. Non per la prima volta durante il loro viaggio, Harry voleva catturare quel momento in una fotografia e riviverlo per sempre.
"Harry, sei sveglio?" Sussurrò Louis nell'oscurità, stringendo la sua mano.
"No," borbottò il riccio, cercando di stringersi ancora di più a Louis.
Il giovane rise piano, la sua mano si posò sulla gamba di Harry. "Sì, lo sei. Dai, ora apri gli occhi."
Harry sospirò, ma aprì lentamente gli occhi per fare il punto delle cose. Anche gli altri passeggeri dovevano essersi assopiti, perché l'unico rumore che si sentiva era il treno che sfrecciava verso la sua destinazione nella notte. Si voltò verso Louis e lo trovò a fissarlo a sua volta.
"Eccoci," disse Louis dolcemente, sorridendo a Harry. "Ehi, ricordi i pastelli Crayola?"
"Sì, perché?" Mormorò il riccio, battendo le palpebre lentamente.
"I tuoi occhi sembrano del colore del pastello verde bosco qui dentro," replicò Louis.
"Davvero?"
"Sì. Come sono i miei?"
Harry lo fissò per un momento, perdendosi in quelle pozze blu, poi sorrise assonnato. "Cerulei."
"Cerulei?" Louis chiese con uno sbuffo.
"Sì," disse Harry, appoggiando la testa contro il poggiatesta del sedile. "Conosco i miei pastelli. E ti dico che sono cerulei."
Louis roteò gli occhi, ma sorrise. "Va bene, esperto di pastelli. Siamo arrivati?"
Harry tirò fuori il telefono per controllare l'ora. "Manca mezz'ora."
"Perfetto," sbadigliò Louis. Affondò di nuovo contro il fianco di Harry. "Saremo lì in pochissimo tempo."
"Ti addormenterai di nuovo così," lo avvertì il riccio, dandogli una pacca sulla spalla.
"Almeno io non russo," replicò Louis con un sorriso compiaciuto.
"Scusami, nemmeno io russo."
"Certo che non lo fai."
"Mi piacevi di più quando dormivi," brontolò Harry, rilassandosi accanto a Louis.
"Maleducato."
"Cos'hai detto l'ultima volta? 'Mi dispiace, ma non mi dispiace'?" Harry sbadigliò.
"Touche," disse Louis assonnato. "Svegliami quando arriviamo lì."
Harry aprì la bocca per rispondere, ma fu interrotto dal leggero russare di Louis. Scosse la testa con affetto e lasciò che l'oscillazione del treno lo facesse addormentare di nuovo.





The Lonely Planet Guide to Second Chances (Italian Translation)Where stories live. Discover now