Capitolo sette

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Parigi.






"Non tutti quelli che vagano sono persi."
--JRR Tolkien






Su un treno diretto a Parigi, Harry guardò dalla finestra mentre il cielo si rannuvolava minacciosamente. Di tanto in tanto, c'era uno squarcio tra le nuvole, e da lì poteva vedere un filo di luce solare, ma spariva di nuovo in un lampo. Sospirò e sfogliò la sua guida, sperando di trovare attività da fare in una giornata piovosa... per ogni evenienza.
Le prime gocce di pioggia colpirono il finestrino del treno una quindicina di minuti fuori Parigi, e il cuore di Harry affondò. Per tutta la vita, aveva sognato il giorno in cui sarebbe andato a Parigi, e ora che quel giorno era finalmente arrivato, pioveva. Che scherzo del destino. Harry avrebbe tanto voluto mettere il broncio.
Louis era perso nel suo piccolo mondo, invece. Stava leggendo dei blog su Parigi. Quando Harry sospirò al suono di un tuono in lontananza, Louis sollevò lo sguardo incuriosito.
"H, cosa c'è che non va?"
Il riccio lanciò un'occhiata a Louis, poi alla pioggia che cadeva fuori dal finestrino. "Piove."
Louis fece un sorriso. "Viviamo a Londra, Harry. Penso che possiamo gestire un po' di pioggia."
Harry aprì la bocca per rispondere, ma proprio in quel momento un enorme lampo frastagliato illuminò il cielo. Pochi secondi dopo, un boato.
"Okay," mormorò Louis, fissando la tempesta che si scatenava fuori. "O molta pioggia. Gesù."
"Non penso che tu abbia messo in valigia un ombrello, vero?" Chiese Harry speranzoso.
Louis ridacchiò. "Credo di no. Non preoccuparti però; possiamo trovarne uno."
"Abbiamo avuto un tempo così bello fino ad ora," disse il minore, voltandosi risolutamente dal finestrino, per non dover guardare fuori. "Non avrei mai pensato che potesse davvero venire a piovere a questo punto."
"Ehi, ci divertiremo lo stesso," insistette Louis, dando una pacca sulla coscia a Harry. "Vedrai."
"Cosa stai leggendo?" Chiese il riccio, sbirciando da sopra la spalla del castano.
"Solo alcuni blog," rispose Louis, avvicinandosi a lui per potergli far sbirciare il telefono. "Ehi, guarda – questo qui ha una pagina dedicata alle cose da fare in una giornata piovosa a Parigi. Quante erano le probabilità?"
Harry appoggiò la testa contro la spalla di Louis. "Che tipo di cose?"
"Beh," disse il maggiore, scorrendo la pagina. "Oltre a negozi e musei, c'è anche un tour delle catacombe e delle gallerie storiche coperte. Sembra che un sacco di negozi e caffè sono al coperto, quindi sei al riparo dalla pioggia."
"Okay, sembrano cose davvero divertenti," ammise Harry.
"Che diavolo è un cat cafe?" Chiese Louis, accigliandosi leggermente al telefono.
Harry sorrise e guardò lo schermo. "Un caffè pieno di gatti? Lou, dobbiamo andare."
"Dice che si può entrare solo su prenotazione," disse Louis, colpito. "Ci sono così tante persone a Parigi che vogliono giocare con i gatti?"
Insieme, controllarono alcuni altri blog fino a quando il treno non arrivò alla stazione di Gare du Nord.
Come previsto, c'erano turisti ovunque Harry guardasse quando sbarcarono dal treno. Raccolsero i loro bagagli e seguirono il gruppo Sunset Tours in un posto libero nelle vicinanze per attendere le istruzioni di Bob.
"Okay, gente – ci siete tutti? Bene. Allora, il pullman verrà a prenderci tra pochi minuti e ci porterà al nostro hotel. Sistematevi, rilassatevi un po' e poi ci incontreremo nella hall per la nostra prima avventura a Parigi!"
Quando arrivarono all'hotel con qualche minuto in ritardo a causa del traffico intenso, Harry fissò la facciata per un momento, poi si rivolse a Louis con un'espressione divertita.
"L'Hotel California?" Chiese.
Louis alzò gli occhi verso l'insegna e sorrise. "Che posto incantevole."
Harry alzò gli occhi al cielo. "Siamo venuti fino a Parigi per soggiornare all'Hotel California?"
"Sembra proprio di sì," replicò Louis. "Andiamo dentro; sto morendo dalla voglia di vederlo."
La prima parola che gli venne in mente quando vide la hall dell'hotel era rosso. Sotto un opulento lampadario di cristallo, il lussuoso tappeto rosso e oro era compensato da sedie imbottite rosse e lampade a sospensione rosse sui tavoli. Oltre a ciò, il pavimento era di un marmo neutro più discreto, ma il rosso era praticamente ovunque.
Louis si avvicinò a Harry e sussurrò "You can check out anytime you like, but you can never leave."*
Harry sbuffò una risata e diede una gomitata al maggiore. "Sarà una cosa duratura questa? Tu che citi i testi delle canzoni?"
"Probabilmente," replicò Louis con aria disinvolta. "Andiamo a dare un'occhiata alla stanza."
Harry si aspettava ancora rosso, quindi quando aprirono la porta della loro camera d'albergo, emise un sospiro di sollievo. La stanza era arredata in nero e altri colori neutri, con luci soffuse appese alle pareti e un grande letto matrimoniale. Ma soprattutto, una sinuosa tenda bianca era posta davanti all'entrata di un affascinante balcone che si affacciava su uno dei quartieri più famosi di Parigi. Un piccolo tavolo rotondo in ferro battuto e due sedie erano poste fuori, e Harry decise che la mattina seguente avrebbe ordinato il servizio in camera in modo da poter bere il suo caffè con vista su Parigi.
"Nessuna vasca da bagno," riferì Louis, uscendo dal bagno. "È davvero bello, però. Non ho mai visto così tanto marmo in una stanza prima d'ora."
Lasciò cadere i bagagli in un angolo della stanza, quindi si tolse le scarpe. Era stato un breve viaggio da Bruxelles, quindi non erano necessariamente stanchi, ma Harry e Louis affondarono sull'enorme letto e si distesero.
"Vedi," disse Louis, allargando gli arti come una stella marina. "Posso fare così e ancora non ti tocco."
Harry si distese in modo simile e scoprì, anche con i suoi lunghi arti, che c'era ancora qualche centimetro di distanza tra lui e Louis. "È questo il letto più grande in cui abbiamo mai dormito?" Chiese.
"Hmm, penso di sì," replicò Louis, fissando il soffitto. Si voltò per rivolgere al riccio un piccolo sorriso. "Ti coccolerò moltissimo in questo letto."
Harry ridacchiò. "Coccole? Solo questo?"
Louis rotolò su un fianco di fronte a lui e gli lanciò uno sguardo inquisitore. "Dipende da quanto fai il bravo, immagino."
Il sorriso di Harry si diffuse lentamente sul suo viso. "Posso essere bravo."
"So che puoi," replicò Louis con un sorriso fiducioso. "L'ho visto."
Il riccio si girò su un fianco, rispecchiando la posizione di Louis. "Posso anche essere cattivo, però."
Il sorriso di Louis divenne predatore. "Allora puoi anche essere punito."
Harry aprì la bocca per dire qualcosa di audace, e proprio in quel momento il telefono di Louis emise un segnale acustico. Sospirò e tirò fuori il telefono per leggere un nuovo messaggio.
"Siamo stati convocati," riferì Louis. "Ruth sta aspettando nella hall con il gruppo del tour."
Il loro momento era stato bruscamente interrotto. Harry si sedette sul letto, poi si alzò e si rimise gli stivali. Louis fece lo stesso con le sue scarpe e si diressero verso l'atrio per incontrare il gruppo.
Bob disse che la loro prima tappa sarebbe stata una bella passeggiata lungo gli Champs-Elysees e una visita della città. Dato che era domenica, spiegò, la strada era parzialmente bloccata per i pedoni. Ci sarebbero stati molti caffè e ristoranti tra cui scegliere per pranzare e avrebbero finito con una visita all'Arco di Trionfo.
Il loro hotel si trovava sul viale stesso, quindi la passeggiata fu breve, fino a quando il gruppo non si ritrovò a camminare lungo sentieri di ciottoli su un'ampia distesa di strada. Come previsto, negozi, caffetterie e ristoranti si aprivano a destra e sinistra e la strada era piena di altri turisti che camminavano e andavano in bicicletta.
La pioggia ormai era passata, e il cielo coperto si era schiarito un po'. La tempesta aveva lasciato un po' di freddo nell'aria e Harry era grato per aver messo una maglia con le maniche lunghe. Per circa mezz'ora, Harry e Louis passeggiarono lungo l'ampio viale, osservando le vetrine e le persone intorno a loro. Stavano camminando in direzione dell'Arco di Trionfo, che si ergeva alto e orgoglioso alla fine degli Champs-Elysees.
"Cosa dice il tuo libro sull'arco?" Chiese Louis mentre passeggiavano.
Harry aprì la guida su una pagina segnata e scansionò la descrizione.
"Secondo questo, è uno dei monumenti più famosi di Parigi. Fu costruito nel 1836 come monumento alla vittoria di Napoleone nel 1805 ad Austerlitz. E dice che c'è un ponte di osservazione," disse il riccio, alzando lo sguardo con un sorriso. "So che ti piacciono molto," continuò con ironia.
Louis scosse la testa con affetto. "Wow. Mi darai sempre il tormento vero? Solo per aver salito 509 gradini in una volta."
Harry sorrise. "Vuoi guardarti ancora intorno o vogliamo dirigerci verso l'Arco?" Chiese Harry.
"Andiamo avanti e diamo un'occhiata," suggerì Louis.
I due camminarono per il resto del viale fino a quando arrivarono a una rotonda dove l'Arco era in piedi al centro di essa, maestoso e meraviglioso. Com'era prevedibile, c'erano dei turisti, ma Harry e Louis non si fecero intimorire dalla grande folla. Non era un arco di semplice costruzione, ma era piuttosto impressionante per le sue dimensioni, e ad un esame più attento, era coperto da intricate sculture, placche e incisioni che Louis alla fine cercò su Google per scoprire i loro significati.
Mentre Harry faceva alcuni scatti dell'Arco con la sua macchina fotografica, Louis gli fece un riassunto della pagina di Wikipedia.
"Va bene, quindi prima di tutto, ciascuno dei quattro pilastri contiene sculture raffiguranti la Prima Repubblica francese, l'incoronazione di Napoleone nel 1810, la resistenza francese del 1814 e il Trattato di Parigi nel 1815."
Harry ingrandì la sua macchina fotografica per vedere da vicino le sculture. "Ecco, guarda quello di Napoleone," disse, offrendo la macchina fotografica a Louis. Il castano guardò attraverso il mirino e studiò la scultura.
"So che abbiamo visto molte sculture in questo viaggio, ma sono sempre stupito dal livello di dettaglio che esse hanno," disse Louis, restituendo la macchina fotografica a Harry.
"Anche io," rispose Harry. "Vuoi avvicinarti?"
"Sicuro," rispose Louis.
Camminarono ulteriormente finché non si fermarono sotto l'Arco, e alzarono lo sguardo per vedere le incisioni di rose sul soffitto. Sotto quello, all'interno dell'Arco, c'erano elenchi di nomi. Louis consultò di nuovo Wikipedia e scoprì che i nomi appartenevano ai leader militari della Rivoluzione e dell'Impero francesi.
Dopo aver ispezionato per bene tutto, i due ragazzi decisero di entrare. La pioggia cominciò a cadere intorno a loro mentre cercavano rifugio. Entrarono per scoprire che c'era davvero un ascensore per portarli in cima, ma le scale erano meno affollate. Harry si rivolse a Louis con un'espressione supplichevole.
"Lou, prendiamo le scale. Sarà divertente."
Il maggiore inclinò la testa in considerazione. "Nota che non hai detto che sarà più veloce, perché sicuramente non lo sarà. Quante scale ci sono?"
"Probabilmente non molte," disse Harry, dando un'occhiata alla sua guida. "Dai Lou. Facciamolo."
"Okay, ma se sono più di 50 scale, mi porterai in braccio."


The Lonely Planet Guide to Second Chances (Italian Translation)Where stories live. Discover now