MAGGIE E LE LUCCIOLE

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(Salta un po' più in alto!)

Era tardo pomeriggio. L'estate era idilliaca in Tennessee, ma a quanto pare non era un richiamo abbastanza forte per Maggie, mia sorella, e Steve, il suo ragazzo, che si erano piazzati sul divano del nostro salotto a guardare la televisione. Lei fissava lo schermo con gli occhi pieni di lacrime e lui le teneva un braccio attorno alle spalle per consolarla, ma dalla sua espressione sconcertata non sembrava comprendere appieno il grande dolore che affliggeva mia sorella.

"Nessuno si aspettava una tale brutta sorpresa, nemmeno i J-EY stessi." stava dicendo una conduttrice. Era Barbra del Barbra's Talking Show, uno dei nostri programmi preferiti. "Durante la conferenza stampa non era stato nemmeno toccato l'argomento, è successo tutto durante il concerto stesso. Sotto gli occhi increduli dei fan. Dicci, Emmett, questa è davvero la fine dei J-EY?"

In studio era presente lo stesso Emmett. I capelli erano magenta al massimo, come sempre, e la giacca in pelle sembrava nuova di pacca, ma si vedeva che il ragazzo aveva un'aria stanca. Maggie pianse ancora di più nel vederlo e Steve le accarezzò la schiena. Non vedeva l'ora che finisse quel supplizio.

"No, non è la fine dei J-EY. Il rilascio e la promozione del mio nuovo album prenderanno poco meno di un anno e dopo tornerò a suonare coi ragazzi. Non ho abbondato la nave, ho solo deciso di prendermi un po' di tempo per me. Per esplorare la mia creatività."

"Potevi esplorare la tua creatività facendoti una settimana di acidi, coglione!" sbottò Maggie. Fece per lanciare il telecomando contro la sua enorme faccia, ma Steve la fermò in tempo: le prese il telecomando di mano e spense il televisore. Finalmente scese un po' di silenzio e lui poté far voltare Maggie verso di sé per farla calmare e toglierle gli occhiali da vista. Aveva pianto così tanto che il naso le si era arrossato e la maglietta extra-large che indossava, probabilmente di nostro padre, non aiutava certo a dare certo giustizia al suo fascino.

"Coraggio, Meg... Lo hai sentito, torneranno fra un annetto."

"Le pause sono la rovina delle band, Steve. Preferirei che ci annunciassero ufficialmente di essersi sciolti, ci risparmierebbero mesi e mesi di inutile attesa."

"Eddai, non è morto nessuno..."

"Non è morto nessuno?"

Maggie si asciugò la faccia con le mani e si tolse le braccia di Steve di dosso, cambiando seduta sul divano. Stava entrando in assetto di guerra.

"Steve." disse, col fuoco negli occhi. "Seguo i J-EY da quando avevo sedici anni. Da prima di conoscermi con te. Da quando erano solo una cover band. Non venirmi a dire che non è morto nessuno."

"Allora è un bene che non suonino più!"

"Cosa?"

"Sì, insomma, se sei così attaccata a loro era il caso di darci un taglio. Ormai hai venticinque anni."

"Erano la mia adolescenza!"

"Sei cresciuta."

"La mia gioventù!"

"Dovresti trovare altri interessi."

"Fuori da casa mia!"

"Vuoi sposarmi?"

Maggie si bloccò con un dito accusatorio sollevato a mezz'aria. La sua espressione rabbiosa andò man mano scemando e gli occhi le diventarono sempre più grandi. Prima aveva alzato la voce, ma d'un tratto si ritrovò a mormorare.

"Che stai dicendo?"

Steve la guardava con uno sguardo carico d'intenzione. Glielo si leggeva in faccia che era tanto spaventato quanto lei da quello che stava succedendo, ma riuscì a fare tutte le cose che si era prefissato: senza scendere dal divano, si sporse per afferrare lo zaino che aveva mollato sul pavimento e ne tirò fuori una scatolina ricoperta di velluto. Maggie reagì indietreggiando il più possibile e finì contro il bracciolo del divano. Portò entrambe le mani alla bocca.

THE LOVING ONEWhere stories live. Discover now