VII

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È solo.

La luce che entra dalle finestre illumina la stanza diffusamente.

Le palpebre battono furiosamente prima che riesca ad aprirle. Prima che riesca a vedere altro oltre l'ombra rossa della luce attraverso la pelle.

Sente i rumori meccanici del respiratore a cui è attaccato e, nonostante quello, gli manca il respiro. Boccheggia e cerca di capire cosa è successo.

Ha ricordi sfocati, due visi simili e un paio di occhi verdi che non riesce a ricondurre a nessuno di reale.

Di vivo.

Scuote la testa, e alza di poco il collo. È tutto intorpidito e il peso attorno alla sua gamba destra non aiuta.

Ma prima che possa scrollarlo quello si solleva e un paio di iridi scure lo osservano commosse. L'uomo ha pianto. Nella sua divisa da detective, l'ha stretto e l'ha pianto come se fosse morto.

L'uomo - suo padre - non torna a casa da giorni.

- P - papà?

Forse è passato un po' di tempo dall'ultima volta che ha pianto, perché quando sente la voce roca e affaticata di suo figlio, scoppia in un pianto liberatorio. Dante trattiene il respiro prima di sciogliere il magone che gli pesa sul petto.

***

Non sei tu.

A fare cosa?

Mentre osserva il suo corpo guarire lentamente, il dolore svanire poco alla volta, Dante si sente più intrappolato di quanto non lo sia stato nei mesi precedenti, a passeggiare con la Morte per decidere del suo futuro.

Si sente un assassino. Ma non ricorda di aver ammazzato nessuno.

- Li abbiamo trovati. Andrea ci ha detto chi erano. Mi ha detto anche che l'unico motivo per cui si sono accaniti su di te è che l'hai difeso.

Dante ascolta le parole di suo padre passivamente. Ricorda a stento le facce di quei ceffi arrabbiati col mondo. Non ce l'avevano con lui. Nemmeno con Andrea. Ce l'avevano con il vuoto.

Quello che sente lui.

Mi arrabbierò anch'io?

Poi ci ripensa. Sono già arrabbiato, decide. Non con il vuoto però, di questo è certo. E non è solo rabbia.

- Papà?- richiama. L'uomo alza lo sguardo, prima occupato ad analizzare le verdure rimaste in frigo per decidere quali potessero ancora essere utilizzate.

Non dà cenno d'irritazione all'idea che il ragazzo non stesse ascoltando nemmeno una parola. Lo guarda ed è lì. È di nuovo con lui. Tanto basta.

- Sì?

- È mai venuto qualcun altro a trovarmi? Oltre a te e Andrea?

A quella domanda l'uomo s'incupisce. Dante osserva le righe comparse tra gli occhi e la fronte, i capelli con qualche punta di bianco in più, le spalle curve e i lineamenti più spigolosi. Ora che si è rasato può notare le guance smunte e il colorito pallido.

Deve essersi preoccupato parecchio.

Una vocina nella sua testa sembra prendersi gioco di lui a quella considerazione.

Sei tutto quello che gli è rimasto, idiota.

E ha ragione.

Ma prima che i suoi pensieri prendano tutt'altra strada, suo padre annuisce e lui si ricorda della domanda.

OblioWhere stories live. Discover now