Il salone in cui si trova è immerso nella penombra. È quasi buio, e lui non ha voglia di accendere le luci. La tv è ferma sulla schermata fissa del lettore dvd e inonda la sala con una luce bluastra. Eleonora ha la testa abbandonata sul palmo sinistro, l'espressione assonnata ma scossa.
- Non hai intenzione di spegnerla o di scegliere un altro documentario, vero?- domanda Dante, il tono canzonatorio. Lei sorride in modo tirato e fa di no con la testa, continuando a sistemare i suoi appunti con gli occhi strizzati per riuscire a distinguere qualche lettera.
- Hai mai sentito parlare di elettricità? - continua allora lui, indisturbato, alzandosi facendo stridere la sedia sul pavimento. Si avvicina all'interruttore e la stanza viene invasa dalla luce. Eleonora stringe gli occhi, improvvisamente doloranti.
- Ho fame - sono le prime parole che gli rivolge, distogliendo lo sguardo dai fogli ricoperti di parole e schemi fitti fitti.
- La cucina è lì.
- È così che tratti un'ospite?
Il ragazzo alza un sopracciglio. Eleonora indossa uno dei suoi pigiami, ha i capelli raccolti disordinatamente in una coda e non ha un filo di trucco.
- Sei qui da più di una settimana, Ele. Ormai mio padre ti ha adottata. Comincio a pensare che ami più te di me.
Eleonora sbuffa e ride.
- Dai, mi prepari qualcosa di buono? - prova ancora e lui cede, più in fretta di quanto vorrebbe. Prima di sparire in cucina lancia uno sguardo agli appunti di Eleonora, e scrolla la testa. Non capirà mai cosa ci trova di così interessante nei fantasmi. Ma poi, ancora, è anche colpa sua. Forse non avrebbe dovuto dirle di ciò che vede.
***
- Quindi io di che colore sono?
Dante la guarda sbuffando.
- Non è una questione di colori e non è tutti i giorni, Ele.
- E allora come funziona questa magia? - insiste ancora e il ragazzo la osserva confuso.
- Non è una magia - replica, infastidito. Poi sul suo volto appare un'espressione corrucciata. - Ma mi stai prendendo in giro? Ci credi davvero?
Lei in risposta rimane seria. Dante sospira.
- Tu sei... luminosa.
Eleonora sorride, i denti di fuori ma gli occhi tristi.
- Quindi sono una brava persona? - domanda, e sembra improvvisamente preoccupata.
- Sì - ribatte lui sicuro. Lei gli lascia una carezza sul viso si alza dal divano e si sporge dalla finestra. Rimane in silenzio per un po', poi gli parla senza voltarsi.
- Sai, non credo che tu possa davvero vedere quello che le persone si portano dentro.
- Perché dici questo?
-Perché io non dovrei essere luminosa, Dante. Non dovrei nemmeno essere viva.
- Ele - richiama lui, ma lei sorride ancora, si allontana dalla finestra e si avvicina al ragazzo seduto sul divano con i nervi tesi. Non gli piacciono quel tipo di discorsi. Lei si china per dargli un bacio sulla fronte.
- Sei troppo buono. Ti farai male.
Un altro bacio sulla guancia e uno sulle labbra.
È salato, pensa Dante. Sa di lacrime.*
- Le persone buone si fanno sempre male.
- Ti sei fatta male? - domanda allora Dante e si sente stupido nel dar voce ai suoi pensieri. Non si sente mai sicuro quando parla con lei, come se camminasse su gusci d'uovo. Eleonora fa di no con la testa.
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Oblio
Короткий рассказ"In un'altra vita sono morta." Lucia sa che è l'unica della sua specie nella Città di Nuvole. Tra le persone senza volto che incontra ogni giorno, Eleonora è l'unica a somigliarle. Eppure Eleonora non va mai oltre la Cinta, rimane sempre in prossimi...