1. Paura del mostro [I]

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Ti ho forse chiesto io, Creatore, di farmi uomo d'argilla? Ti ho forse chiesto io di trarmi fuori dall'oscurità? 
Il paradiso perduto – Milton 




Erano trascorsi alcuni anni da quando Azael le aveva letto la fiaba di Barbablù, un tempo trovava divertente l'idea di spaventarla.

Fleur masticava pop-corn, riempiendo l'aria di un gracidio monotono. Seduta su un divano scomodo, talmente malmesso che vi sprofondava all'interno, notò che lo schermo del suo cellulare si era appena illuminato, sul tavolino di fronte.

Il televisore riproponeva il primo film della saga di Scream, era già un chiaro cattivo presagio.

Fleur sentì l'ansia metterle a soqquadro gli organi interni, era accaduto all'improvviso.

Abbandonò la ciotola fra le mani di Miia, la sua migliore amica, per recuperarlo. Si pulì le dita sporche di sale sui pantaloni, sbloccando lo schermo.

Il numero dell'emittente non era mai stato salvato in rubrica, ma non era nascosto da nessun trucco per mantenere l'anonimato. Segno che lui cercava una sua risposta, anche se Fleur non era intenzionata a digitare niente. Le braccia tremavano insieme a tutto il resto del corpo, gli occhi persi in un incubo da cui non sapeva come fuggire.

"Sono tornato. Ho bisogno di vederti."

Cliccò il tasto laterale, spegnendolo. Nello stesso istante l'assassino del film veniva rivelato; era il fidanzato di Sidney, la protagonista.

L'amore può uccidere e Fleur aveva solo diciassette anni, ma ne era già consapevole – diciassette per poco tempo ancora. Avrebbe presto festeggiato il suo diciottesimo compleanno. Però conosceva già la vita a sufficienza.

I suoi genitori erano morti da tre anni, ormai. L'assassino era stato in gabbia e poi era deceduto in cella, ucciso dal suo compagno in un impeto di rabbia destabilizzante. Fleur continuava a guardare i film horror, anche se una persona qualunque li avrebbe evitati in una circostanza simile. Pensava che studiandoli sarebbe diventata più furba e scaltra, e semmai il pericolo avesse bussato alla sua porta l'avrebbe scacciato via come la final girl di qualunque pellicola.

L'uomo non aveva avuto un alibi confermabile, quella notte diceva di essere rimasto a casa da solo.

Suo padre era odiato da molti, quando era vivo. Gestiva un circolo di scommesse e spesso aveva portato altri esseri umani sulla via del lastrico. 

Fleur era stata affidata a sua zia, la sorella della madre, poiché era troppo giovane.

Era una persona triste. Aveva una migliore amica e una zia molto affettuosa, ma c'era una punta di terrore costante nella sua vita, ansia imperterrita seppellita sotto strati di terra fredda.

"È finita", aveva pensato troppe volte.

Ma non era vero, quel messaggio bastava come conferma.

«Devo andare in bagno», disse, abbandonando il divano. 

Conosceva quella casa a memoria, lei e Miia trascorrevano molto tempo insieme. 

Non le aveva mai parlato di Azael. Alcune parti della propria vita è meglio tenerle sepolte, fa meno male. Portarle a galla e concretizzarle è distruttivo.

La paura è un segreto da custodire con gelosia.

È sottovalutata. La paura rende vivi. La paura è un'emozione in un mondo composto da sfumature di grigi. Amiamo spaventarci tanto quanto amiamo l'idea di innamorarci. 

I peccati dei martiriWo Geschichten leben. Entdecke jetzt