Capitolo 40

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Un enorme edificio bianco si eregge maestoso davanti a me.
Non ho chiesto dove mi volesse portare Stephen durante il viaggio, ma adesso, la mia espressione non riesce a nascondere l'evidente punto interrogativo che ho in fronte.
La struttura incute un certo timore alla vista, sopratutto l'anomalo silenzio che caratterizza l'aria circostante.
Mi giro per studiare meglio il luogo, ma niente mi riporta a qualcosa che è già di mia conoscenza.
Non sono mai stata qui e non so nemmeno dove siamo.
Volgo la mia attenzione al giovane uomo che ho accanto, che in solo poco tempo, ha saputo far nascere in me emozioni che non credevo di saper provare.
Ha la mascella contratta, ciò mi fa intuire che il suo corpo è in tensione.
Le spalle sono rigide, mentre i pugni serrati aumentano la mia curiosità.
Perché ti rende così nervoso questo posto Stephen?
Non toglie il suo sguardo da quelle mura bianche, così anonime per me.
Decido di far sciogliere il suo pugno, in modo da far incastrare le nostre dita.
Il mio gesto fa cadere la sua attenzione su di me.
Sorrido, sporgendomi per lasciargli un tenero bacio all'angolo della bocca, nel tentativo di tranquillizzarlo in qualche modo.
"Non so il motivo del tuo nervosismo davanti a questo edificio Stephen, ma voglio che tu sappia che io sono qui, rimango qui, accanto a te" ammetto, sincera.
Lo vedo deglutire, incerto su ciò che sta per fare.
"Voglio che almeno tu sappia come stanno le cose" dice, mentre aumenta la stretta delle nostre mani.
Iniziamo ad incamminarci verso questo strano posto.
Nelle vicinanze dell'entrata, la scritta in evidenza mi fa sgranare gli occhi.
Ospedale psichiatrico.
Che cosa significa? Cosa c'entra Stephen?
Il mio sguardo cerca in automatico il suo.
Leggo dispiacere e quasi paura nei suoi occhi, ma ciò non mi intimorisce per nulla.
Annuisco con la testa come per dirgli che mantengo ciò che ho detto, che io non me ne vado, resto accanto a lui, sempre.
Il mio gesto lo incoraggia ad entrare nella hall principale.
Una giovane infermiera ci accoglie.
"Signor James, è da un po' che non la vediamo qui" dice, cordiale.
È una ragazza acqua e sapone, avrà all'incirca la mia età.
"Ho avuto da fare, signorina Lauren... lei, come sta?" Chiede il mio giovane imprenditore in maniera preoccupata.
Nell'ascoltare la loro conversazione, aggrotto lo sopracciglia.
Lei?
Che cosa significa? Non capisco.
"Ha sentito molto la vostra mancanza, signore, mi chiedeva ogni giorno di lei, per paura che si potesse scordare del suo volto per via delle medicine; ora sta meglio, ma lasciatemelo dire, deve amarla molto per non dimenticarsi di lei signore" si lascia sfuggire l'infermiera.
Amarla?
Inizio a sudare freddo.
Mille immaginari diversi sfiorano la mia fantasia.
"Mi farò perdonare allora" sorride dolce Stephen.
Poi è un attimo.
I mille immaginari diventano un ricordo sfocato che si fa sempre più nitido nella mia mente.
"Ci sono cose che non si possono comprendere fino in fondo Megan, ed io le mie promesse le mantengo, sopratutto se servono per aiutare una persona che amo"  
Come se fossi rimasta scottata, stacco la mia mano dalla sua, sussultando leggermente.
Mi ha portato dalla donna che ama?
Dal motivo per cui non rinuncia a quel maledetto progetto?
La mia confusione attira l'attenzione di entrambi.
"Oh mi scusi signorina, non mi sono presentata, sono Lauren piacere" mi porge la mano cordiale.
Per qualche secondo guardo entrambi.
Stephen mi osserva con un enorme cipiglio in volto, non capendo il mio scatto improvviso, mentre Lauren attende che le stringo la mano, leggermente imbarazzata.
"Io ehm, sono Megan, piacere mio" ricambio, impacciata.
"Credo che sia meglio avviarci" annuncia Stephen, interrompendo questo momento imbarazzante.
Salutiamo l'infermiera con un gesto del capo.
Lo seguo per i corridoi deserti.
Ogni tanto ci imbattiamo in qualche medico di troppo, ma non emetto nemmeno una sillaba nel frattempo.
Sono così confusa, perché portarmi qui, dove c'è lei, quando credevo che stavamo diventando qualcosa.
Sono così immersa nei miei pensieri da non rendermi conto che Stephen ha smesso di camminare.
Finisco per sbattere contro la sua schiena muscolosa.
Lui si gira verso di me, cercando di decifrare i miei pensieri, guardandomi negli occhi.
"Non è come pensi." Inizia a dire, calmo.
Non rispondo, lo guardo solo.
Stavolta sono io a deglutire.
"Dentro quella stanza c'è una persona molto importante per me..ma non nel senso che intendi tu" sospira pesantemente, mentre porta indietro il ciuffo che gli è caduto sulla fronte.
Il mio cipiglio si scioglie un po'.
"Voglio che tu sappia che non ho mai fatto conoscere questa parte della mia vita a nessuno, tu sei la prima, Megan" mi guarda con gli occhi lucidi.
Il timore che avevo svanisce nell'istante in cui capisco quanto sia importante ciò che ha detto Stephen.
Circondo il suo viso con entrambe le mani, accarezzandogli le guance.
"Rimango qui, rimango con te, sempre" dico, più tranquilla di prima.
Lui bacia la mia mano destra, per poi aprire la porta della stanza 301.
Il bianco che caratterizza le mura quasi mi acceca.
Le finestre danno sul giardino dell'ospedale.
Alla mia destra vi è un piccolo bagno, anch'esso bianco.
Ci inoltriamo ancora di più nella stanza, notando l'unico letto che vi è qua dentro.
Una bellissima donna, dai lunghi capelli scuri, ci guarda sorpresa.
È seduta con la schiena sulla spalliera del letto.
Nel notarci, smette di usare i due uncinetti con cui stava lavarando prima che entrassimo.
I suoi tratti sono dolci, ma stanchi allo stesso tempo.
Due occhiaie scure contornano i suoi occhi chiari, mentre qualche ruga si fa spazio sul suo volto.
"S-Stephen, sei tu? Sei proprio tu?" Sussurra, come se stesse parlando più con se stessa che con lui.
"Si mamma, sono io" afferma l'uomo accanto a me.
Il mio cuore perde un colpo.
Mamma.
Non ci posso credere, sono senza parole.
Mi sento così stupida improvvisamente.
Vedo Stephen avvicinarsi piano alla donna, che appena realizza di avere il figlio davanti a se in carne ed ossa, lo abbraccia forte.
"Oh Dio, grazie, grazie per essere qui" continua a sussurrare.
"Scusami se non sono venuto prima mamma" dice a bassa voce Stephen.
"Ti ho pensato ogni giorno, le medicine provavano a farmi dimenticare di te, ma io non l'ho permesso, non l'ho permesso" continua come un mantra.
"Sono qui, starò sempre con te" la tranquillizza il giovane imprenditore.
Li guardo da un angolo, con le lacrime agli occhi.
La vista di loro due che si abbracciano, mi ha creato un vuoto nel petto.
Io non potrò più farlo con la mia mamma, lei non è rimasta con me.
Non so perché la madre di Stephen sia ricoverata in questo ospedale, ma so per certo che lo ama da morire, come solo una madre sa fare, nonostante lo stato in cui si trova.
Mi rendo conto di star piangendo silenziosamente quando le lacrime raggiungono le mie labbra, bagnandole.
Mi sbrigo a cancellare ogni traccia del mio pianto in fretta, prima che Stephen si giri nella mia direzione.
L'attenzione della donna si concentra su di me.
"E tu chi sei cara?" Mi chiede, curiosa.
"Lei è una persona speciale mamma" risponde al posto mio Stephen.
Sorrido, timida, facendo qualche passo verso di loro.
"Mi chiamo Megan, signora" dico.
"Che nome meraviglioso" commenta sorridendo.
"Io sono Susanne" continua.
"Anche lei ha un nome molto bello, signora" le rispondo, sciogliendomi un po' in sua presenza.
"Vieni più vicino cara, non ci vedo molto bene da lontano" mi invita ad avanzare verso di lei.
Nel frattempo Stephen guarda la scena sorridendo.
Lo vedo sedersi sulla poltrona vicino al letto della madre, mentre io mi posiziono accanto a lei, in piedi.
"Un nome meraviglioso per una ragazza altrettanto meravigliosa" commenta, ora che mi ha più vicino.
"Stephen ha ripreso i suoi occhi, sono identici" mi lascio sfuggire.
La sento ridere delicatamente.
"Oh beh, si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima e tu, Megan, credimi, sei una bella anima" mi prende la mano.
"Lo sento" continua a dire.
"Anche lei è una bella anima Susanne" mi sento in dovere di dirlo, perché è così, so che è così.
"Stephen perché non ci vai a prendere del the?" Chiede la madre al mio giovane imprenditore.
Solo ora mi ricordo della sua presenza dietro di me.
Mi volto per guardarlo, notando uno strano luccichio nei suoi occhi.
Si alza dalla poltrona, avvicinandosi, sorridente, verso di di noi.
"Torno subito, mie signore" dice, lasciandomi un bacio sulla tempia, per poi sparire dietro la porta.
"Mi chiedevo quando mai l'avrei rivisto così sereno" la voce di Susanne risuona nella stanza.
"Come?" Chiedo, non capendo.
"Ho notato subito come i vostri sguardi si legano, mia dolce Megan, ed io ti ringrazio per questo, ti ringrazio per aver riportato in vita il vero Stephen" continua.
"Il vero Stephen?" Continuo a non capire.
"Quando veniva a trovarmi, era sempre teso, arrabbiato con il mondo, adesso, invece, lo vedo sereno, felice, e sono sicura che è per merito tuo, sei una bella anima Megan" mi dice.
La sua confessione mi lascia senza parole.
Davvero Stephen sta cambiando? Per me?
Guardo questa donna così uguale a lui e mi rendo conto che la bellezza è di famiglia.
"Ho conosciuto Stephen in un momento molto critico della mia vita, sono praticamente caduta tra le sue braccia" ammetto nel ricordare quando sono svenuta dopo l'aggressione.
Lei mi ascolta interessata, posizionandosi meglio sul letto.
Mi fa cenno di sedermi accanto a lei e così faccio, rimanendo sempre sul bordo.
"Non sono mai stata una ragazza romantica, sono sempre stata una persona realista, ho perso i genitori quando ero piccola, ed il mio amore si è proiettato solo verso mia nonna, che in questi anni mi ha fatto da madre e da padre" la mia voce si incrina.
Sento la sua mano stringere la mia.
"Stephen non era in programma, assolutamente" ridacchio.
"Ma ho conosciuto suo figlio, lui è capitato nel mio cammino... ed io.. ho compreso una cosa"
Sospiro pesantemente.
"Ho compreso che ho fatto molte cose sbagliate in vita mia e tutt'ora le sto facendo, ma so che non sbaglio quando le confesso che mi sono innamorata di suo figlio" sussurro l'ultima frase, come a custodire un segreto.
"Lui non lo sa, ma donerei la mia vita per quel sorriso... lei è la prima a cui confesso i miei sentimenti per lui" mi ritrovo a dire.
Non so, ma questa donna, riesce a trasmettermi serenità, so che posso fidarmi.
Lei mi guarda, commossa, mentre mi accarezza una guancia.
"Lo so, l'ho visto quanto ci tieni al mio Steph da come lo guardi, e vorrei chiederti una cosa" mi guarda, seria.
La invoglio a continuare con un gesto del capo.
"Prenditi cura di lui" mi prega con lo sguardo.
Sul mio volto nasce un sorriso.
"Fosse l'ultima cosa che faccio" dico, mentre unisco la sua mano con la mia.
"E poi devi spiegarmi una cosa cara" continua, incuriosendomi.
"Dimmi" rispondo
"Perché nascondi i tuoi bei occhi dietro a delle lenti colorate?" Chiede, lasciandomi a bocca aperta.

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~•~Lascio voi i commenti!!🙈Scusate eventuali errori, ma riesco a scrivere solo la sera e dopo un po', mi si intrecciano gli occhi 😂Lasciate tante stellineee e avrete una bella sorpresaaaa✨✨✨

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The mysterious dancerWhere stories live. Discover now