Capitolo 41

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Spalanco gli occhi, mentre il cuore mi sale in gola.
Il sangue si gela nelle vene, mentre perdo la capacità di formulare una frase di senso compiuto.
Come è possibile che lei se ne sia accorta?
Mi guardo intorno, in cerca di qualche via di fuga che so di non poter trovare.
Il suo sguardo non fa altro che agitarmi ancora di più.
Inizio a giocherellare con le lenzuola, nel vano tentativo di regolarizzare il mio respiro.
"I-io.. insomma è.. complicato" mi gratto la nuca.
"Diciamo che queste.." indico le lenti, "rientrano negli sbagli che sto commettendo" sospiro rassegnata, non trovando una scusa plausibile.
"Non comprendo" risponde la madre di Stephen.
"Posso farle una domanda indiscreta, Susanne?" Chiedo, incerta.
"Non ti giudicherò se questo ti preoccupa Megan" dice, facendomi intuire di continuare con un cenno del capo.
"Si è.. insomma.. ritrovata in una situazione più grande di lei, senza che se ne rendesse conto?" Chiedo, nella speranza che lei possa capirmi.
"Più volte di quanto immagini.." lascia la frase in sospeso.
"Vede, c'è una cosa che deve sapere" inizio a dire.
"Voglio che lei sappia che mi sono trovata in mezzo ad un tornado in così poco tempo." Dico, sedendomi sulla poltrona accanto al suo letto.
Sono così agitata da non reggermi in piedi.
"Come le ho già detto prima, Stephen non era in programma, tutt'altro. E l'idea di nascondere i miei occhi dietro a delle lenti nasce per una giusta causa" la guardo, timorosa.
"Continua cara" mi prende una mano per infondermi coraggio.
"I-io lavoro in un night club, ma solo come ballerina glielo giuro" mi affretto a dirle.
"E la nonna non sa di questo lavoro, poiché non voglio che sappia il motivo per cui lo sto facendo.." continuo a raccontare con la voce incrinata.
"Lei crede che faccia dei turni extra la notte in un supermercato della periferia, perché non voglio che si vergogni di me, di ciò che faccio per guadagnare soldi in più a fine mese" dico.
Susanne non smette di guardami con un cipiglio interrogativo.
Tiro un grande sospiro, svuotando completamente i polmoni.
"Mi sono ritrovata a lavorare in un nightclub dopo aver trascorso un'intera notta a vagare per la città con la mente altrove e gli occhi pieni di lacrime.." la voce si spezza nel ricordare quel giorno.
"Se non te la senti.." inizia a dire Susanne, ma non la faccio continuare,
"N-no, voglio che almeno lei capisca e comprenda le mie azioni" le rispondo, risoluta.
Lei annuisce di conseguenza.
"Quella sera che ho messo piedi per la prima volta al Lux, è stato l'inizio della fine... La mattina stessa scoprí che mia nonna è malata di fibrosi polmonare, la stessa persona che mi ha cresciuto come una figlia" una lacrima sfugge dal mio controllo.
L'espressione di Susanne manifesta il suo dispiacere nei miei confronti.
"Dovevo inventarmi qualcosa per pagare le cure della nonna, così decisi di fare un provino per entrare come ballerina e ci riuscì" spiegai.
"Decisi di mettermi delle lenti colorate affinché mi nascondessi da occhi indiscreti, non volevo che qualcuno mi riconoscesse, considerando anche il fatto che il trucco fa miracoli" ridacchio leggermente nel ricordami come mi aveva conciato Alexa quella sera, ero praticamente irriconoscibile.
"Deve sapere, Susanne, che madre natura mi ha regalato degli occhi fuori dal normale è per questo che non mi separo dalle mie amiche lenti" dico in tono giocoso in modo tale da alleggerire l'atmosfera che si è creata intorno a noi.
"E perché nascondi questo lato di te a Stephen?" Domanda, interrompendomi, la madre del mio imprenditore.
La guardo in silenzio, mordendomi fortemente il labbro inferiore.
Vorrei confessarle tutto, liberarmi di questo enorme peso che cresce giorno dopo giorno.
"Vorrei tanto dirglielo, Susanne, ma non sono ancora pronta.." abbasso lo sguardo, colpevole.
"Quando lo sarai io sono qui, tanto non mi muovo" ridacchia, stringendomi la mano.
"Scusami per averti interrotto, continua pure Megan" dice poi.
Stringo, a mia volta, la mia mano, intrecciandola con la sua.
Mi avvicino di più con la poltrona, la sua presenza mi trasmette calore, tranquillità, mi piace pensare che stia confessando il mio primo incontro con l'uomo che amo a mia madre, anche se non lo è.
Le sorrido, Susanne ricambia.
"La sera stessa che fui assunta, decisi di ritornare a casa a piedi... deve sapere che, dalle mie parti, non si ha paura di percorrere una strada di notte, da sola, per giunta.
Il fato ha voluto punirmi quella sera, per la mia testardaggine da donna coraggiosa, facendomi scontrare con un delinquente che voleva derubarmi." Dico.
La presa sulla mia mano aumenta.
"Avevo appena guadagnato dei soldi per le cure della nonna e non potevo permettere che un ladruncolo qualsiasi me li portasse via, così l'ho sfidato, ignara del pericolo" continuo.
"Oh mio Dio, ma è una follia!" Sussulta Susanne, completamente immersa nel mio racconto.
"Lo so, ha ragione, ma è stato pure istinto, il mio. La mia tenacia non ha avuto la meglio però, poiché quell'essere stava per soffocarmi" confesso.
Susanne si porta una mano sulla bocca.
"È in quel momento che è entrato in scena Stephen, lui mi ha salvato dal quel verme." La tranquillizzo prima che si agiti troppo.
"Oh grazie al cielo!" Si lascia scappare.
"Quando le ho detto che sono caduta tra le braccia di suo figlio è perché sono svenuta l'attimo dopo che mi ha soccorso, mi sono svegliata qualche ora dopo in un hotel" ripercorro tutto ciò che ho vissuto.
"Dopo essere rinsavita, mi sono guardata allo specchio per valutare il mio aspetto dopo le percosse ricevute da quel bastardo e li mi resi conto di non aver levato le lenti marroni."
"Stephen crede che io porti delle lenti a contatto è per questo che non se ne è mai reso conto, non ci ha dato troppo peso, ma la realtà è che ho dovuto mentirgli... perché lui mi ha già incontrato senza nessuna barriera a nascondermi, ma, fortunatamente, non mi ha riconosciuto, è per questo che continuo a portarle in sua presenza." Lancio la bomba, senza girarci troppo intorno.
Nella stanza cala un silenzio assordante.
Lascio assimilare ciò che ho appena detto alla madre di Stephen, dandole il tempo di riordinare tutto il caos che mi porto dietro.
"Perdonami Megan, ma non capisco, se già ha visto i tuoi veri occhi perché mentirgli?" Chiede Susanne.
Cerca in qualche modo di trovare una soluzione da sola con i suoi penserei, lo noto dalla sua espressione confusa, ma so che non ci riuscirà mai.
"Perché Stephen, senza che io volessi, ha conosciuto due Megan differenti, ma solo di aspetto." Provo a spiegarle.
Susanne pare più confusa di prima.
Le prendo entrambe le mani, alzandomi dalla poltrona ed avvicinandomi più a lei.
"Ascoltami Susanne, voglio che tu sappia che la VERA Megan è quella che ora ha lei davanti, quella che consce Stephen, so che è può sembrarlo tutto così contorto, ma deve sapere che quando Stephen consocerà la mia vera identità mi odierà a morte, non vorrà più vedermi ed io lo comprenderò, ma se tutto questo è capitato è perché mi ci sono ritrovata in mezzo, senza saperlo controllare, senza rendermene conto... voglio che lei lo sappia, voglio che sappia che non ho mai voluto fare del male a suo figlio, che mai gliene farò, che piuttosto preferirei sparire pur di non vedere l'odio di Stephen crescere nei miei confronti, lo amo troppo, ma non sopravviverei ad un suo rifiuto, non ora che non so stargli lontano.." confesso senza fiato.
"Prometto che un giorno le racconterò tutto, ma le chiedo se può tenere questo piccolo segreto tra noi, per ora" le dico con tono supplichevole.
Susanne mi guarda, mi scruta, come se stesse leggendo la mia anima.
Mi sento così nuda davanti al suo sguardo.
Io mi faccio leggere.
Voglio che mi capisca, che mi creda.
Mai come adesso ho bisogno di qualcuno così vicino a Stephen che stia dalla mia parte.
"Io non ti conosco Megan, è vero, e non so quali siano le tue intenzioni con mio figlio" inizia a dire, critica.
Il timore si insinua nella mie vene.
Mi allontano leggermente, impaurita dalla sua reazione, ma Susanne me lo impedisce.
"Però una cosa la so, la vedo..." mi fa avvicinare di più a lei, accarezzandomi il volto.
"Lo vedo quanto sei innamorata di lui, mi rispecchio molto in te per questo sai?
E ciò che mi hai detto nei riguardi di tua nonna non fa altro che confermarmi che bella anima sei." Mi sorride, amorevole.
"Prometto che le rivelerò tutto il prima possibile, Susanne, non voglio che anche lei mi odi" non resisto e scoppio in un pianto silenzioso.
"Shh, Megan ehi, ti ho detto che non ti avrei giudicata e non lo farò, sarò qua quando te lo sentirai.
Anche io mi sono trovata in molte situazioni scomode nate da circostanza che non ho potuto evitare, e per questo, in parte, ti capisco, ma, per qualche strano motivo, so che quando mi rivelerai tutto, ti comprenderò fino in fondo."
Le sue parole sono ossigeno puro, mi ridanno speranza.
"Non la ringrazierò mai abbastanza per avermi ascoltata Susanne, Stephen è molto fortunato ad averla" rivelo, con il cuore in mano.
La guardo per qualche istante per poi compiere un gesto che raramente faccio nei confronti di qualcuno: la abbraccio.
Susanne ricambia la mia stretta facendomi percepire, per un attimo solo, il calore di una madre.
Sono sicura che sarebbero andate d'accordo lei e la mamma.

The mysterious dancerWhere stories live. Discover now