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16 agosto, il mio compleanno, ed era il primo compleanno che festeggiavo in America dopo anni.

Quella mattina mi svegliai nel peggiore dei modi grazie a Mike e Zach che mi presero a cuscinate e picchiavano insieme delle padelle, << Sveglia bellezza oggi diventi più vecchia di un anno!>> boffonchiai qualche insulto, mi girai dall'altro lato e mi coprii la testa con il cuscino, << la smettete di fare così tanto baccano voi due? >> disse nonna Rose, << adesso voi tre andate a preparare la coazione>> aggiunse << ma io cosa centro? >> chiesi abbandonando il mio comodo letto.
Quando scesi in cucina trovai nonna, Cristal e Jade con in mano una torta al cioccolato e con le candeline, << tanti auguri Dea! >> ularono le due ragazze che mi abbracciarono.

Soffiai sulle candeline e dopo aver mangiato una fetta formato gigante mi trovai seduta sul divano con un pacco gigante sulle gambe, lo scartai e dentro trovai un quadro 50 per 70 con dentro una foto di quando ero piccola insieme ai miei genitori e alla nonna e ovviamente ai miei fratelli.
Aprii una altro pacco che mi era arrivato vari giorni prima, era una caffetteria italiana e chi me l'aveva regalata aveva lasciato un semplice biglietto senza neanche firmarlo ma quella grafia precisa e sottile molto ordinata e rigida apparteneva a una mosca con i rasta e il mantello, e la cosa mi fece spuntare un sorriso.

Dopo pranzo, insieme e Mike e Zach, andai a farmi il mio primo tatuaggio, che sarebbe stato un cuore fatto come un puzzles che conteneva le iniziali dei miei fratelli, che se lo sarebbero fatto insieme a me.

Erano le tre passate quando mi arrivò un messaggio da Mark -20:30 ti veniamo a suonare noi, vestiti carina.- non mi posi domande.

Dopo cena mi chiusi in camera e mi fermai a gurdare i vestiti che mi ero portata dal Giappone e decisi di indossare un Body bianco e una gonna turchese che mi arrivava appena sopra al ginocchio, mi truccai leggermente e poi mi pettinai i capelli, che mi erano cresciuti notevolmente.
Dieci minuti più tardi suonarono il citofono e dopo aver visto che erano Dylan e Mark, chiusi la chiamata con Hera, ed andai dai due ragazzi che erano vestiti bene anche loro, << Mark chiudi la bocca se no ti entrano gli insetti >> dissi al biondo.

Salii sulla Jeep di Dylan che ci portò in centro città ed entrò nel posteggio sotto a un insieme di palazzi, prendemmo l'ascensore ed andammo al Quarto piano, appema l'ascensore si fermò e le porte si aprirono trovai tutta la squadra americana che mi aveva preparato una festa a sorpresa.

La sera passò velocemente insieme a quella compagnia con cui nel giro di poco avevo stretto un'amicizia molto bella.
Quando la festa finì insieme a Dylan e a Mark pulimmo lo studio che mio fratello maggiore aveva gentilmente prestato, per fare la festa.

Tornammo a casa e Dylan dopo aver posteggiato la Jeep in garage ci salutò, << ti va di fare un giro? >> chiese Mark, io annuii.
Andammo su una piccola collinetta da cui si vedeva tutta la periferia di Phoenix, il celo blu scuro era illuminato dalle stelle che risplendevano, sembravano così lontane ma così vicine allo stesso tempo.
Ci sedemmo per terra e fu Mark a rompere il silenzio che si era formato, o più che rompere il silenzio con delle parole lo fece dandomi un bacio a stampo, mi allontanai << scusami >> dissi << non ti devi scusare sono io che ti ho baciato >> disse << credo che basti per farti capire che mi piaci. So bene che ti piace un altro e che non ho speranze ma è da quando siamo piccoli che mi mi piaci. Volevo solo dirtelo >> aggiunse, non sapevo cosa dire o cosa fare, << se per te non è un problema vorrei che restassimo amici >> disse dopo un attimo di silenzio, << sicuro di non soffrire?>><< sicuro. L'importante è che rimani te stessa sempre >> disse e lo abbracciai senza un vero e proprio motivo << scusami Mark >> gli dissi all'orecchio.

*

Erano passati vari giorni e settembre era alle porte.
Le cose con Mark erano rimaste come prima anche se lo vedevo che ci aveva sofferto e questo mi aveva fatto venire i sensi di colpa perché in fondo era colpa mie se non riusciva ad essere felice come prima.

*

Mi arrivò una E-Mail dall'allenatore Hilman che mi convocava alle 11 alla Raimon, ma non c'era scritto il motivo ma io avevo intuito che si trattasse del Football Frontier International.
Ne parlai con i mie fratelli che avevano già deciso di tornare in Giappone.

La mattina dopo riferii la notizia alla squadra degli States che non ne rimase molto sorpresa dato che anche Erik e Bobby erano stati convocati ma loro a differenza mia avevano rifiutato.
<< Ci vediamo al torneo Thompkins. >> << certo Krueger >> dissi stringendo la mano al capitano della Unicorno.

La mattina dopo saremmo tornati in Giappone e a differenza della prima volta ero sicura che i mie amici li avrei incontrati molto presto, perché non avrei lasciato che il Giappone perdesse, ero determinata a vincere con la maglia della nazione in cui avevo passato più anni anche se dentro il cuore avrei sempre avuto la bandiera a stelle e strisce.











Angolo Autrice

Buon giorno gente, perdonate il fatto che questo capitolo é veramente corto.
Dal prossimo capitolo inizia il FFI e non ho altro da dire quindi Ciao.

Ps: scusate eventuali errori.
Lunga vita e prosperità 🖖🏻

Soltanto Unici     ~Inazuma Eleven ~Where stories live. Discover now