capitolo 32 - l'oceano tra noi

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Alya's POV

Mi alzai e la prima cosa che feci fu chiamarla. Da lei era ancora sera del giorno precedente. Nove ore di fuso orario sono tante. Tra di noi c'era l'oceano e tutto quello che volevo era annullare completamente la distanza fra noi, avere il suo corpo accanto a me premuto contro il mio. Avrei voluto dormire accanto a lei, abbracciate, come facevamo quando lei era ancora in Italia. Quando ci stringevamo nel letto nonostante ne avessimo a disposizione uno matrimoniale, e semplicemente dormivamo, e sentivo il calore, il profumo, il respiro di lei. Era bellissimo. Mi mancava anche semplicemente quello.

Ora il letto sembrava incredibilmente freddo e vuoto. E grande, troppo grande. Tutto sembrava troppo grande senza di lei. Prima avrei potuto stringerle la mano e sapere che per qualunque cosa ci sarebbe stata lei, la ragazza con gli occhi verdi, i capelli neri e viola, che cercava di sembrare così incredibilmente stronza ma che nel profondo era dolce come una ciliegia.

Sì, quella ragazza mi aveva rubato il cuore, ed ero così fortunata ad averla io, non riuscivo a credere che una come lei potesse stare con una come me. Lei era bellissima, la ragazza più bella che avessi mai visto, ed era fantastica perchè tra le tante insicurezze e il carattere timido era anche forte.

Ne aveva passate tante, ed era ancora lì. Nonostante tutto. Nonostante fosse anche colpa mia se ad un certo punto era stata male. Lei continuava a dirmi che non era colpa mia, che prima o poi sarebbe successo comunque, ma io non riuscivo a crederci. Non riuscivo a non pensare che magari, se non avessi fatto quella fottuta telefonata lei non sarebbe stata così male. Non riuscivo a non pensare che, se proprio dovevo dirglielo, avrei dovuto andare da lei, e starle vicino. Forse sarebbe stato meglio. Io avevo bisogno di lei e lei aveva bisogno di me. E poi io l'amavo e lei amava me. Non avrei dovuto nemmeno pensare di lasciarla. Lei era tutto.

E poi era così comprensiva, con lei si poteva parlare di tutto, era bravissima ad ascoltare ed era l'unica che riuscisse a farmi stare meglio quando avevo bisogno. Mi bastava passare un po' di tempo con lei. E da quando ci eravamo rimesse insieme l'anno prima non ero mai stata due settimane senza vederla. E il pensiero che lei era così lontana, e che lo sarebbe stata per così tanto tempo mi distruggeva. Avevo bisogno di lei al mio fianco, non solo spiritualmente ma anche fisicamente, avevo bisogno di quel fottuto contatto con lei.

La sera prima che lei partisse era rimasta a dormire da me. Ma non avevamo dormito molto. Eravamo rimaste a parlare fino a tardi, ci sussurravamo cose, così vicine da poter quasi sentire il battito del suo cuore. E le accarezzavo il viso e i capelli. Anche da struccata era bellissima, ed ero felice di dire che ero una delle poche persone che l'aveva mai vista senza trucco.

Poi, quando fummo sicure che tutti gli altri in casa erano addormentati, iniziammo a toglierci il pigiama, e poi le mutande. E i nostri respiri si facevano più pesanti e irregolari, e sentivo che volevo toccare ogni centimetro del suo corpo, e lei si metteva sopra di me, e ci accarezzavamo, e poi mentre io le baciavo il collo lei metteva due dita dentro, e faceva quel movimento su e giù, come un massaggio, delicata ma decisa, e io venni subito. Poi lei me la leccò e provai un brivido di piacere in tutto il corpo, e le gambe mi fremevano, e poi mi baciò. Io aprii le gambe e lei fece lo stesso e le intrecciammo finchè le nostre parti più intime non si toccarono e iniziammo a sfregarle una contro l'altra. E andammo avanti così per ore. Quella ultima notte di sesso sfrenato fu fantastica. Quello che ci voleva. Solo che avrei voluto che non finisse mai. Avrei voluto che il tempo si fermasse, che lei alle 7 in aeroporto non ci sarebbe mai dovuta arrivare, avrei voluto che restasse con me per sempre.

Ma dormimmo si e no un'ora, e poi suonò la sveglia. Lei aveva i bagagli pronti, si vestì e si truccò in fretta. Io la accompagnai in aeroporto. Piangendo le diedi un ultimo bacio, prima che lei, meravigliosa come sempre, sparisse all'interno dell'aeroporto superando il security check. Si voltò velocemente un'ultima volta, e la vidi piangere, mentre ci guardammo. Poi lei si girò e sparì.

voglio solo te // LGBTWhere stories live. Discover now