capitolo 44

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Sei anni dopo

Alya's POV

Per quanto ci si possa lasciare un'esperienza alle spalle, quella farà sempre parte di noi. Non te ne puoi dimenticare, è una delle tante tessere che compongono l'immagine completa di te.

Non ho mai dimenticato. In verità non ho mai dimenticato.

Teresa's POV

A cosa cazzo serve la memoria? Ho sempre vissuto nel passato, e non ho mai capito quanto fosse importante il presente.

Qual è il modo migliore per sbarazzarsi del passato quando esso ti tormenta? Quando esso, nonostante tutti i tuoi sforzi, non ti lascia andare, e ti perseguita? Quando senti mille voci urlare nella tua testa, e non ti senti più al sicuro dentro te stesso, allora arriva il momento di far annegare i tuoi demoni.

Aggiungo ancora un po' di rum al caffè lungo che mi sono fatta portare e lo mando giù. Amaro, forte, deciso, come piace a me. Non aspetto di sentire la mia testa svuotarmi e il mio corpo sfogarsi, afferro la chitarra ed esco dal mio camerino. Si sente un urlo provenire dal pubblico del bar, un urlo di incitamento. E a quel punto non sento più niente. Solo il brivido del momento, le persone che cantano con me e s'incantano, le mie dita che scorrono sulla chitarra, le voci, la musica, le luci, i capelli verde acqua di Ashley che suona la batteria e ondeggiano lievemente.

Nulla del resto ha più importanza. Non mi interessa chi ero prima di arrivare qui.

Ho fatto un discreto successo con la musica, il che mi permette di andare avanti, giorno per giorno. Fanculo tutto il resto. Non so se è la vita che avevo sognato, ma mi sembra di vivere in un sogno.

Nulla è più reale, e questo significa che nulla può più toccarmi.

La droga, l'alcol, le serate, l'odore delle sigarette. I capelli tagliati ogni volta sempre di più, con un colore diverso in continuazione. Il corsetto che mi stringe in vita, la gonna un po' sgualcita ma a cui sono ancora affezionata. Il sudore che mi cola dalla fronte, gli occhi che bruciano, l'eyeliner che si sbava. Chi cazzo se ne frega del resto? Sono fottutamente viva, mentre suono girando di bar in bar, nelle piazze, a volte qualche concerto. Mi sento fottutamente viva quando non mi ricordo del resto.

Sono sul punto più alto della mia vita, ho toccato il cielo con un dito.

Ashley, la mia ragazza, è una persona stupenda. Mi ha portato in alto con lei.

E poi tutto scompare.

La testa mi fa male. Fa freddo, la mia schiena poggia su una superficie dura e sconnessa. E' solo una panchina. Perchè mi sono svegliata? La testa pulsa, fa male. Cerco in tasca qualche pastiglia per farlo passare. Devo imbottirmi di antidolorifici ogni volta, il mio corpo è un concentrato di alcol, fumo, sostanze e farmaci. In tasca non c'è più nulla. Il mio telefono vibra. Ecco perchè mi sono svegliata.

Il numero non è salvato in rubrica. La chiamata viene dall'estero.

All'improvviso un ricordo mi assale la mente, pulsa, spinge e cerca di riaffiorare. Sei tu?

No, non ricorderò. Vivo nel presente ora. Lascio squillare. Quel nome non tornerà. Non tornerà mai. Lo spingo giù e lo affogo. Nell'altra tasca c'è ancora una fiaschetta con un po' di vodka. La mando giù e lascio che il suo sapore indeciso mi bruci in bocca, disinfetti i miei pensieri. Anche se intossica il mio corpo, finchè la mia mente è libera non mi importa.

Non mi importa più di niente. Vivere così è stupendo. Sto bene, davvero. Sono io che ho scelto tutto questo per me. Le mie scelte, giuste o sbagliate che fossero, mi hanno portato a questo punto. Non si torna più indietro. E' un boccone amaro ma ho dovuto mandarlo giù. Ho dovuto dimenticare. E solo così sono potuta essere finalmente libera.

La testa mi gira di nuovo, forse mi fa ancora male, ma non lo sento. Alzarmi sarebbe inutile. Non so come sono finita qui, non so dove sono esattamente, ma mi lascio ricadere sulla panchina. Chiudo gli occhi. Chissà che aspetto devo avere. 

Mi risveglia un urlo, un "vaffanculo" che risuona da qualche parte. Vorrei richiudere gli occhi, ma è come se mi avessero dato una sferzata d'acqua sul viso. Mi sento lucida, per un istante. Mi alzo e vado verso dove ho sentito provenire la voce. Due persone stanno litigando nel bel mezzo del parco in cui mi trovavo.

"Ora vieni a casa con me." dice una voce maschile. "Non puoi allontanarti, ricordatelo."

"Vaffanculo, non appartengo a te." risponde una voce più femminile, ma dura e decisa. 

Lui ha tutta l'aria di una persona poco raccomandabile, sui 35 - 40 anni, capelli sporchi, barba. Lei è giovane, forse ha più o meno la mia età, i capelli da punk con una rasatura su un lato. Mi accorgo che so quello che sta succedendo.

"Pervertito, chi cazzo sei? Cosa vuoi da lei?" intervengo allora io. Non so che aria posso avere, non so se sembro un'alcolizzata del cazzo o se le catene e il chocker fanno qualcosa per farmi sembrare una persona in grado di spaccare i culi. Ma ci devo provare. Non posso lasciare che acccada.

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SPAZIO AUTORE

sì ho scritto un nuovo capitolo. non so se la cosa andrà avanti. io ci provo.
la pubblicazione probabilmente sarà molto irregolare, ma visto che molti mi hanno detto di continuare la storia e mi sono venute un paio di idee proverò a scrivere qualcosa.

grazie a tutti <3

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⏰ Last updated: Sep 28, 2021 ⏰

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