capitolo 33 - girls like girls

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Alya's POV

Era diventato difficile anche parlare al telefono con lei, tra il fuso orario e il fatto che lei lavorava... riattaccò perchè doveva andare a dare una mano a Kate al bar. E io ero di nuovo sola. Erano le sei di mattina e dovevo prepararmi. C'era da andare all'università. Avevo scelto lingue. Avevo fatto il liceo scientifico ma volevo cambiare strada. Non avevo le idee molto chiare e quindi avevo scelto quell'università.

Mi preparai ed uscii di casa, era presto. Presi il pullman. Poi ci sarebbe stata la metro. Già non avevo voglia. Mi ero sempre immaginata di fare quel percorso la mattina insieme a Teresa. Ma non sarebbe stato così. Alla fermata della metro qualcuno mi salutò.

-Ehi, che coincidenza, anche tu qui! - era Rita. L'aveva detto con quella sua voce fastidiosa di quando cercava di essere sexy per rimorchiare. La prima volta che l'avevo conosciuta aveva funzionato. Ma poi mi sono accorta che era solo una stronza.

-Oddio no, ancora tu... - risposi.

-Come, non sei contenta di vedermi? - fece la faccia da offesa, come se non si aspettasse quella risposta. Sapeva benissimo cosa pensavo di lei. Circa sei mesi prima, per l'ennesima volta ci aveva riprovato con me, io l'avevo mandata a fanculo e le avevo detto che non la amavo, non l'avevo mai amata e non l'avrei mai amata. Le ho detto che la odiavo e che era una persona orribile, e doveva stare lontana da me e dalla mia ragazza.

-No guarda, sono felicissima di vederti. Mi hai davvero migliorato la giornata. - dissi ironica.

-Ecco, lo sapevo. - rispose, fingendo che la mia risposta fosse seria. - Bhe, allora, come ti diverti ora che la tua ragazza è in America?

Si era appoggiata a un muro, lasciando ricadere i lunghi capelli castani e lisci davanti al viso perfettamente truccato. Aveva tirato in fuori il sedere coperto da una minigonna rossa e gonfiato il petto. Indossava solo una maglietta nera aderente che le lasciava scoperta metà pancia e degli stivali fino al ginocchio. Che puttana. Perchè ci provava sempre con me? Tanto lo sapevo che non le interessa, si vuole solo mettere in mezzo alle relazioni delle altre per divertimento. Fa sempre così.

-Sai, si può anche sopravvivere senza fare sesso, ma forse tu non lo sai visto che non superi la giornata se non hai scopato almeno con due o tre persone diverse. - ribattei. Quanto la odiavo. La odiavo quando ci provava, perchè sembrava sempre così sexy e convincente, anche se era solo una troia.

-Ah, quindi tu pensi che anche la tua ragazza la pensi così? Sai, America, California, spiaggia, tante ragazze sexy in costume, che escono bagnate dall'acqua... o magari le feste in discoteca, ubriaca fradicia, la sua ragazza non è lì... sai, certe cose succedono...

-Chiudi la bocca, Rita! Non sono tutte troie come te, per fortuna.

-Ehi, non scaldarti eh! Ti stavo solo avvisando di un pericolo reale, del resto nella vita ci sono sempre delle tentazioni - e così dicendo si sistemò il reggiseno. - sai, c'è l'oceano di mezzo, potresti fare qualunque cosa e lei non lo verrebbe mai a sapere, e lei potrebbe fare lo stesso. Te ne rendi conto, vero?

Solo per un istante quel dubbio si insinuò nella mia mente. Ma poi mi resi conto che si stava parlando di Teresa. Lei non mi avrebbe mai tradita. Amava me, e nessun'altra. Non aveva nemmeno baciato un'altra ragazza da quando ci eravamo rimesse insieme, figuriamoci andarci a letto. Nella nostra relazione c'era fiducia, io mi fidavo di lei e sapevo che certe cose non le avrebbe mai fatte. Di sicuro altre ragazze ci avrebbero provato con lei, era così bella, ma lei non avrebbe ceduto, lo sapevo, era una delle poche certezze della mia vita.

-Comunque Rita così non sei provocante nè sexy, fai solo schifo, quindi torna sulla statale e accendi un bel fuoco ok? Magari trovi addirittura qualche morto di figa disposto a pagare per fare sesso con una stronza come te.

La metro era arrivata e salii, allontanandomi il più possibile da Rita. Sarebbe stato un inferno. Avevo voglia di chiamare Teresa, ma sapevo che era impegnata, per fortuna quando sentii il telefono squillare era lei.

-Scusa, prima dovevo proprio andare, ora ho finito il turno, sono stanchissima, tu come stai? - chiese. Quando era bella la sua voce...

-Tutto bene, sono in metro e sto cercando di evitare quella troia di Rita, renderà tutto un inferno, me lo sento.

-Giuro che se quella puttana osa anche solo toccarti io torno in Italia e la prendo a calci in culo quella troia stronza di merda!!! - strillò.

-Ti amo da morire... - risposi. Si, la amavo da morire. Avrei solo voluto che fosse lì.

voglio solo te // LGBTWhere stories live. Discover now