Capitolo 2

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La mattina seguente io e Lia andammo a fare colazione al bar dove lei lavorava, pronte per dirigerci direttamente a lezione una volta finito.
Ero molto indecisa se raccontarle o meno di quello che era successo.
Temevo mi avrebbe presa per pazza o, peggio ancora, che avrebbe potuto incazzarsi con me per qualche assurda ragione solo perché si trattava di lui.
I miei pensieri furono interrotti dalle grida di Lia.
"Ali guarda dietro di te, c'è Mirko!"
Quasi mi strozzai con il cappuccino.
"Ma cosa stai dicendo?", risposi incredula.
Mi indicò l'interno del bar e lo vidi lì, con l'amico di ieri, mentre si girò verso la nostra direzione.
Lia stava per svenire.
"Oddio sta guardando di qui, cosa devo fare? Gli chiedo una foto?", mi chiese.
Il mio cervello passò velocemente in rassegna le possibilità che mi si paravano davanti: se Lia fosse andata a chiedergli una foto, Mirko mi avrebbe riconosciuta e Lia mi avrebbe ucciso per non averle raccontato quello che era successo, ma se non fosse andata da lui probabilmente ci sarebbe rimasta male.
Senza accorgermene mi ritrovai Mirko davanti al tavolino che, salutandomi, mi disse "Ancora tu? Cosa ci fai da queste parti?"
Lia mi osservò confusa, ma allo stesso tempo rimase in totale adorazione verso di lui.
"Oh bhe stavamo facendo colazione io e la mia amic-"
"Ciao sono Lia", salutò lei con occhi sognanti.
Pregai mentalmente Lia di non impazzire.
Prima che la situazione potesse prendere qualsiasi piega avesse voluto, il proprietario del bar chiamò Lia all'interno.
Lei, scusandosi con entrambi, si trascinò sbuffando nel bar per parlare con il suo capo.
Davanti a me rimase solo lui.
"Abiti a Milano?", mi chiese curioso.
"Si, da qualche mese", risposi piuttosto spiazzata.
"Ti sei trasferita?", continuò lui.
"Università, sai com'è la vita frenetica di una studentessa", risposi sorridendo leggermente.
Lui annuì e disse: "Capisco, mi ha fatto piacere rivederti".
Lo guardai finalmente in viso e come per attrazione i miei occhi si incollarono ai suoi.
Passarono pochi secondi e risposi: "Ha fatto piacere anche a me, ciao Mirko", dissi alzandomi imbarazzata per poi raggiungere Lia che intanto era stata bloccata dall'amico di Mirko nel bar.
Lui mi guardò per un po', chiamai Lia che lo risalutò come un'ebete per altri cinque minuti e andammo in università.
"Scusami, ma come faceva Mirko a conoscerti?", mi chiese Lia una volta entrate nel cortile dell'edificio.
Quel discorso ancora non era iniziato che già mi stava facendo salire il nervoso.
Era una situazione imbarazzante che non sapevo gestire e quando non so gestire qualcosa divento molto irritabile.
Mi sentivo messa al muro.
"In realtà l'ho incontrato ieri, ecco perché mi ha riconosciuta. Quando eravamo in quel negozio, dove hai preso il vestito. Ricordi? Ti stavo aspettando mentre lo provavi e lui mi è venuto addosso per sbaglio, mi ha aiutata a raccogliere le cose e oggi per gentilezza mi ha risalutato. Fine della storia", risposi molto fredda.
"Ah ecco, ma perché non me l'hai detto subito?", mi chiese lei.
"Perché non avevo la minima idea di chi fosse e sinceramente non volevo che ti arrabbiassi con me. Non lo so, è successo tutto velocemente", dissi spazientita.
"Pensi davvero che mi sarei potuta arrabbiare per questo?", chiese lei con una punta di delusione nel tono.
Rimasi in silenzio.
Davvero pensavo potesse arrabbiarsi?
La conoscevo da mesi, avevamo condiviso tutto. Veramente mi facevo problemi per questa cosa?
Non so perché mi stessi comportando così, creai un problema inutilmente e Lia era l'ultima persona che si meritava di essere tratta in quel modo.
Senza dire una parola entrò nella sua aula lasciandomi da sola per il resto della giornata.
Bella prova, davvero.
Mi sarei presa a sberle da sola.
Concluse le lezioni della giornata, prima di rientrare a casa a risolvere la questione con Lia, decisi di fare un giro sui Navigli per schiarirmi un po' le idee.
Iniziai a camminare, sentivo la testa pesante come se fosse in procinto di scoppiare da un momento all'altro.
"Ma tu non riesci proprio a fare a meno di me ?", disse una voce alle mie spalle.
Mi girai di scatto quando ne associai l'appartenenza.
"No Mirko, stavo camminando semplicemente", dissi pronunciando un sorriso molto forzato.
"Scusa, stavo solo scherzando."
Sospirai
"Scusami tu, veramente. Non è giornata, perdonami. Non volevo sembrarti maleducata", dissi desolata.
"Non ti preoccupare, capitano a tutti delle giornate no. Piuttosto, parlarne aiuta. So che sono l'ultimo a cui dovresti rivolgerti, però se hai voglia..", rispose lui.
Sorrisi e gli dissi: " Non ti conosco nemmeno"
"Ma come! Sono il famosissimo Rkomi.
Quello che ha avuto la faccia stampata su un cartellone appeso ad ogni fermata della metro fino a qualche mese fa, quello che stasera fa un concerto super figo qui a Milano. Ah e quello che ti ha fatto cadere tutti i sacchetti in un negozio di scarpe beccandosi uno sguardo fulminante da parte tua!", disse tutto d'un fiato.
Già mi sentivo meglio, risi una volta finito il suo sproloquio.
"Guarda come sono bravo, ti ho fatto pure spuntare un sorrisone", disse dandosi una pacca sulla spalla.
"Ti ho conosciuto per la prima volta ieri in quel negozio, per il resto non ho idea di chi tu sia. Non ho certo intenzione di annoiarti con faccende rognose", dissi molto timidamente.
"E va bene. Come preferisci. Però sento che sarebbe davvero un peccato non conoscerci meglio, mi sembri una tipa in gamba. Hai la mia attenzione e non è cosa da poco", mi disse guardandomi dritta negli occhi.
"Ma sentilo, quindi sono degna dell'attenzione di un rapper? Dovrei ritenermi fortunata"
"Non intendevo questo", rispose lui.
"Di solito non trovo interessante assolutamente nulla. Da ciò che leggo a ciò che vedo e mi circonda. Sono attento a tutto, ma non mi rimane nulla. Capita di rado che qualcosa o qualcuno riesca ad incuriosirmi e, quando succede, o nasce musica oppure nasce un'amicizia", concluse.
Rimasi in silenzio per un breve momento, colpita dalle sue parole.
Quel senso di vuoto e di smarrimento che stavo provando era condiviso da un'altra persona che ne è riuscito perfettamente a descrivere l'origine.
Per una volta, dopo 22 anni, riuscii a sentirmi capita da qualcuno.

Mirko o Rkomi?Where stories live. Discover now