capitolo 5: una macchina sfreccia veloce sull'orizzonte

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[ car's outside - james
arthur; nei media]

[ car's outside - james arthur; nei media]

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Destinazione: centro dell'universo!

[...]

I raggi del sole, prepotenti, filtravano dalle tende bordeaux bucate e sporche di vecchie macchie rosse e biancastre: sangue secco e sperma molto probabilmente.
Yoongi arricciò il naso e mugugnò qualcosa girandosi nel lenzuolo, per poi svegliarsi e accorgersi che dall'altra parte non c'era nessuno.
Perplesso si mise seduto e pose lo sguardo oltre il letto scorgendo il corpo del compagno sul pavimento, con il sedere all'aria.
Sembra morto, pensò ridendo, mentre punzecchiò la sua natica destra con un piede, facendogli di conseguenza perdere l'equilibrio. L'altro continuava a russare impassibile da qualsiasi cosa.

Decise di lasciarlo dormire ancora un po' e si alzò sbadigliando, intenzionato a voler fumare la sua sigaretta mattutina. Prese la sedia vicino alla scrivania e la mise davanti al davanzale della piccola finestra; aprí le luride tende, nonostante gli venisse la nausea al solo pensiero di averle appena toccate. Si affacciò e il paesaggio che gli si mostrava non era affatto male: certamente avrebbe rimpianto l'amata veduta del suo appartamento per sempre.
Si accese subito la sigaretta e rabbrividí sentendo un leggero venticello freddo avvolgere il suo corpo nudo.
Taehyung emise uno strano verso e balzò in piedi trovandosi- appena sveglio- con la faccia spiaccicata sul pavimento sporco e congelato. Si pulí la guancia con la mano e cacciò la lingua in una smorfia disgustata, non accorgendosi del suo amico che lo stava guardando con un sorrisetto.

«Che schifo... - sussurrò il moro con la voce ancora impastata dal sonno, indirizzando lo sguardo a colui che se la stava ridacchiando- che diavolo ridi tu?»

Yoongi scosse il capo e alzò le spalle, lanciando poi il mozzicone di sigaretta oltre la strada su cui si affacciava il motel.

«Sei buffo.» lo scrutò con lo sguardo e dai suoi occhi capí di averlo messo nuovamente in imbarazzo. «Volevo svegliarti ma mi dispiaceva, dormivi lí a terra cosí beato.»

Il più piccolo incrociò le braccia e sbuffò sentendosi preso in giro, ma nonostante tutto non potè non osservare il suo compagno di stanza: Yoongi appariva ai suoi occhi così stranamente bello quella mattina, con i capelli sbiaditi e scompigliati, la sua pelle pallida, così pallida da riuscire a vedere il colore delle vene e il suo corpo magro che quasi splendeva ai raggi del sole; sembrava venuto da Venere quello lí e che faticaccia era quella di non fissarlo.
Intanto colui che era sotto quello sguardo incantato, aveva indossato nuovamente la sua felpa e si era diretto in bagno. Taehyung sospirò non appena lo vide lasciare la stanza e si diede due colpetti con le mani alle guance, sussurando tra sé e sé: "Torna in te per favore, cerca di non fare cazzate".

Yoongi era determinato a trovare un modo per raggiungere la loro prossima tappa il prima possibile, sperando di usare un qualsiasi mezzo a due ruote al di furi dei loro piedi.
Mentre facevano colazione in una piccola saletta di fianco alla reception, mangiando solo due misere fette biscottate con del burro (unici alimenti che il motel offriva ai suoi clienti), Min si guardava attorno, ticchettava le dita sulla tazza del suo cappuccino- dal gusto orribile - e non smetteva di pensare e ripensare.
Doveva rubare una macchina, non c'era altra scelta.

«Taehyung saresti disposto ad aiutarmi in qualsiasi circostanza, vero?»

Chiese fissando un'uomo, sulla sessantina probabilmente, che se stava seduto al tavolo dietro leggendo tranquillamente il suo giornale. Taehyung annuí, ignaro di tutto.
Che ingenuo.

Per Yoongi, non era ancora molto semplice capire del tutto il suo compagno di viaggio, con le sue abitudini e i suoi modi di fare così opposti ai suoi: per Taehyung era vitale mangiare? Per Yoongi era dormire; Taehyung si fidava facilmente degli altri? Yoongi diffidava quasi di tutti; Taehyung era cordiale e timido? Yoongi diretto e rude. In breve, era come se Taehyung rappresentasse il bene e Yoongi il male. Era infatti fortemente convinto che al più piccolo l'idea di rubare l'auto a qualcuno non lo aggradasse per niente, ma cosa potevano fare se non avevano abbastanza soldi neanche per permettersi di noleggiarne una o acquistare dei biglietti di un bus?

«Bene, allora ascolta attentamente quello che sto per dirti.»

Si protese in avanti, avvicinando le sue sottili labbra all'orecchio di Kim e sussurrando il suo piccolo piano. L'altro aggrottò la fronte perplesso e chiedendo il motivo di quella strana richiesta.

«Non posso spiegarti adesso, ma sappi che ci sarà più utile di quanto sembri. Su muoviti prima che vada via!»

Lo sollecitò il maggiore, continuando a fissare la loro preda poco distante, intenta a leggere l'ultima pagina del Chosun Ilbo, stando ad indicare che da lí a breve si sarebbe alzato. Taehyung prese dal tavolo il mezzo cappuccino lasciato dal suo compagno e si alzò, camminando di fianco allo sconosciuto. Guardò titubante per pochi secondi il suo amico dietro, per accertarsi che fosse alla giusta distanza e, dopo aver avuto un cenno con il capo da Yoongi, inciampò sui suoi stessi piedi. La tazza si capovolse, versandosi sulle gambe e le scarpe dell'uomo che balzò sulla sedia, imprecando.

«OH SIGNORE, MI SCUSI! » Taehyung si chinò per raccogliere i frammenti della tazza. «Le prendo subito un tovagliolo!»

In quell'esatto momento anche Yoongi si era alzato, passando dal lato opposto del tavolo, dietro l'enorme schiena del sessantenne, e con un movimento fugace prese le chiavi dell'auto poggiate lí, senza farsi scoprire. Taehyung intanto cercava di pulire le scarpe del povero malcapitato con dei tovaglioli e con la sua voce grottesca sovrastò il più possibile qualsiasi rumore, come richiestogli. Yoongi infilò subito nelle tasche dei suoi jeans il suo "bottino" e dando come segnale all'altro fischiettò comportandosi come se non fosse mai successo nulla, ed uscí tranquillo dal motel.

«Quindi? Come sono andato?»

Chiese il più piccolo non appena mise piede fuori da lí, ancora perplesso da quello che Yoongi aveva in mente.

«Eh?! »

Vide improvvisamente sgommare una vecchia Cabriolet rossa, proprio davanti all'entrata.

«SU FORZA, SALI! DOBBIAMO MUOVERCI.»

Urlò quello che era Yoongi al posto del guidatore. Taehyung si sentí disorientato, ma in fretta e senza farselo ripetere due volte, entrò in auto, mentre con un'ultima sgommata partirono veloci verso l'autostrada principale.
Kim si voltò dietro e vide rimpicciolirsi sempre di piú quel posto fatiscente, pensando che sicuramente si fossero già accorti del furto.
Arrabbiato, gli mollò uno schiaffo.

«AIHA TAEHYUNG! CHE CAZZO FAI?!»

«Che diavolo ti salta in mente Yoongi! Rubare l'auto ad un povero signore... Dio non ci credo, non voglio andare in galera per una cosa del genere! Sono ancora troppo giovane per passare la mia vita lí dentro.»

Portò le braccia conserte al petto e, con sguardo accigliato, fissò tutti i chilometri di strada quasi deserti ancora da percorrere. Come aveva potuto prendersi gioco di sé in quel modo? Soprattutto senza dirgli nulla, come se il suo parere non fosse poi così importante.

«Dai Taehyung non prendertela, stà tranquillo e poi che vuoi che sia. Dovevamo trovare un modo per andare più veloci non credi? Non fai altro che lamentarti che le tue gambe ti fanno male, adesso puoi rilassarti, no? »

Cercò di abbindolare con le parole il suo amico e sperò di farlo sbollire, ma Taehyung non gli rispose; gli lanciò un'occhiata minacciosa che lo fece zittire immediatamente.

«Almeno, troviamo una targa nuova, o rischiamo di farci rintracciare...»

Sospirò, poco dopo, avvistando finalmente qualche edificio in lontanaza.

aveva un cuore di carta cucito nel pettoWhere stories live. Discover now