capitolo 7: pioggia di meteoriti nei tuoi occhi

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[You were good to me - Jeremy
Zucker & Chelsea Cutlear;
nei media]

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Si è accesa una scintilla
nelle tue iridi.

[...]

Min Yoongi aveva ascoltato tutto, ogni singola nota uscita dalle labbra del ragazzo che aveva finito per addormentarsi al mattino. Il più grande invece s' era svegliato di nascosto nel bel mezzo del suo discorso, sentendosi una mano stretta e bagnata da qualcosa di caldo, ma immobile aveva continuato a fingere di dormire per tutto il tempo e quando Taehyung concluse il suo monologo, cadde nuovamente in un sonno profondo.

Adesso aveva strizzato gli occhi a causa del sole appena spuntato in cielo; aveva il collo a pezzi, percepiva il petto più pesante e la mano destra era sudata. Si accorse solo dopo alcuni secondi di avere la testa mora di Taehyung appoggiata su di lui e le dita ancora incastrate tra le sue. Sul viso di Yoongi comparve un piccolo sorriso e strinse meglio quella mano che stava pian piano per scivolargli; non voleva che quel legame si sciogliesse. Con l'altra mano invece gli accarezzò la guancia e notò che fosse ancora umida a causa delle lacrime; ora sí che si spiegava perché avesse avvertito quella zona della sua maglietta bagnata. Posò poi la sua mano sui capelli morbidi e arruffati, scuri come il caffè, affondando le sue dita nelle piccole ciocche e giocandoci, stando attento a non svegliarlo.
In quel momento, Taehyung sembrava fatto di porcellana, come se anche il minimo movimento maldestro lo avrebbe potuto ridurre in mille pezzi ed egli non aveva assolutamente intenzione di rompere un'anima così fragile come la sua. Aveva deciso di non dirgli di quella notte, di essere l'unico custode di quelle parole, sussurrate segretamente alla luna, così sensibili e intense e di far finta di non aver mai sentito nulla.

«Sí, sei proprio come me.»

Disse guardandolo, come a dare una risposta in ritardo a quella domanda posta dal più piccolo a fine discorso. Per un attimo, si sentí privarsi del respiro.

Taehyung era di una bellezza singolare, sopraffina, troppo eterea per quel mondo marcio che non se la meritava, poiché avrebbe finito solo per deteriorare un'opera d'arte del genere. Se avesse continuato la sua professione da artista, era certo che avrebbe pagato tutto l' oro del mondo, pur di riuscire a dipingere un soggetto come Taehyung, dall' aspetto raro ed unico, impossibile da ritrovare in qualcun'altro lí fuori.
Una musa che avrebbe dato del filo da torcere anche al pittore più bravo di tutti, persino a quell' egocentrico di Buonarroti (se soltanto avesse vissuto ai suoi tempi). In tutta sincerità, vedeva difficile solo con una pennellata, riuscire a ritrarre tale meraviglia e a racchiudere tutta la sua essenza, troppo sprecata per una copia dal vero da quattro soldi. Min, nonostante considerasse il suo amico quasi impossibile da poter ritrarre, avrebbe voluto comunque provarci e riprovarci, dipingere quegli occhi con mille tecniche diverse e chissà, magari Taehyung sarebbe davvero diventato la sua musa ispiratrice per tutta la vita.
O forse, inconsapevolmente, già lo era.
La mente di Yoongi non riusciva a fermarsi dall'immaginare quanto straordinario potesse essere anche solo provare a ritrarre quel viso che aveva di nuovo accarezzato con la punta del suo indice, troppo spinto da quell'insolita voglia di toccarlo. Aveva lasciato il suo dito farsi trasportare completamente dal vagheggiare di quel momento: seguiva i lineamenti ben definiti dalla sua mascella, poi era passato a quelli del suo naso, fine e perfetto - o come avrebbe sicuramente affermato il suo vecchio professore dell' accademia: "A regola della sezione aurea"- e infine, aveva sfiorato le labbra e vi si soffermò con un pollice. Osservava ogni particolare il più vicino possibile, ammaliato e catturato da quell'incanto che assomigliava ad una statua greca e che se ne statava a dormire ignaro di tutto, mentre il più grande fremeva da quella strana eccitazione che si alimentava ad ogni tocco delle sue dita affusolate, posate su quel viso.
Non si era mai sentito così trasportato Yoongi, mai, nemmeno con la pittura era mai riuscito a raggiungere quella forte sensazione che adesso aveva pervaso, in pochi secondi, mente e cuore. Chiuse gli occhi e non si rese conto di quanto pericolosamente vicino fosse dal volto del suo compagno di viaggio che dolcemente sorreggeva con una mano, cosí da sfiorarsi con la punta dei loro nasi e da poter spingersi verso quelle labbra che a Yoongi ricordavano i petali di ortensie rosa del giardino della sua infanzia che amava tanto osservare e disegnare sul suo taccuino blu.
Pochi erano i centimetri che separavano la bocca desiderosa del più grande da quella schiusa dell'altro e i respiri tranquilli e pesanti del moro, si confondevano con quelli accelerati del ragazzo dai capelli verdi.

aveva un cuore di carta cucito nel pettoWhere stories live. Discover now