capitolo 10: manifesto d'amore in riva al mare

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[ Waves - Dean Lewis, 
nei media.]

❝ Ci siamo infranti contro come fossimo onde

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Ci siamo infranti contro 
come fossimo onde.

[...]

Yoongi aveva allontanato le dita dalle sue gote ed aveva racchiuso la mano destra del più piccolo tra le sue, lasciando poi un dolce e umido bacio sul suo dorso. Tale gesto fece arrossire il più piccolo. Min alzò lo sguardo verso quegli occhi vitrei, che avevano smesso di colpo di far sgorgare lacrime, e rimase ad osservarli, non prestando molta attenzione al viso tinto di rosso del ragazzo che pregava di non avere i palmi troppo sudati a causa delle forti sensazioni che si erano appena riaccese dentro di sé, come fuochi d'artificio.
Il maggiore mostrò un sorrisetto e, sotto il suo sguardo attento, tracciò un sentiero di piccoli baci lungo il suo sottile polso; Taehyung poté giurare di veder spuntare ad ogni schiocco di labbra, un bocciolo di ciliegio. 
Rimase in silenzio, nessuna parola ad interferire. C'erano solo i loro respiri ed il rumore del mare da cui Kim riuscí ad udire la base della sua canzone preferita.

«Ahimè, Taehyung. Per quanto cerchi di negarlo a me stesso è tutto inutile. Penso sia tu ciò che ho sempre aspettato in questa mia monotona vita. E mi spiace che sia proprio tu ad esser capitato sotto le grinfie del mio amore. Ma promettimi di non condannarmi per tutto il male che potrò recarti, perché non meriti nemmeno un grammo di quel dolore, nemmeno un po'.» sussurrò sulla sua pelle; inesauribile dolcezza trasudava da ogni sillaba appena enunciata. Quella lí era stata una vera e propria dichiarazione d'amore, così improvvisa e mirata che aveva fatto tremare l'anima del più piccolo per l'ennesima volta. Taehyung si era sentito un'imbecille ad avergli nascosto chi fosse davvero, forse per paura di essere rifiutato o di non essere accettato, eppure Yoongi, inaspettatamente, lo aveva lasciato senza più parole.
I loro visi si fecero, a poco a poco, più vicini, spinti dai loro sentimenti costretti a star rinchiusi, per tutto quel tempo, in gabbie di ferro troppo strette per contenerli. Era stato finalmente Yoongi, stanco di sopprimerli, ad aver spalancato la porta della sua e ciò che ne era al suo interno era corso a scassinare quella di Taehyung, da cui si sentivano parole d'amore urlate a squarciagola.

«Qualsiasi sofferenza ti trascinerai, non avrà importanza in confronto al non poter assecondare le suppliche di queste mie dannate labbra.» rispose egli a bassa voce. I loro nasi si scontravano e carezzavano amabilmente. «Esaudiscile. Macchiale di colpe. Falle del male, ma rendile per sempre tue.»

«In tal caso, permettimi di adorarle fino alla fine dei miei giorni, mio tormentato figlio di Venere.»

Taehyung chiuse gli occhi e sorrise dolcemente, sentendo le dita fredde di Yoongi cingersi attorno al suo collo; tocco che fece rabbrividire il suo corpo accaldo. Le labbra sottili del maggiore si poggiarono prima sul labbro inferiore- ricevendo un sospiro impaziente- poi finirono per appropriarsi delicatamente di entrambe. 
Finalmente si erano unite, dando inizio a quella scongiura. Taehyung avvertí i propri sentimenti liberarsi e sfiorire con quelli di Yoongi in quell'esatto punto, dove tutto aveva un'inizio e tutto aveva una fine.
Poi si schiusero lentamente, per poter accogliere i gentili movimenti della sua lingua che fecero fluttuare il leggero cuore di Taehyung, il quale rispose timidamente a quella danza passionale che aveva tanto atteso. Non avevano smesso nemmeno un secondo di assaporarsi a vicenda, nonostante i loro respiri era diventati insopportabilimente pesanti e si adagiavano, prepotenti, sulle loro labbra. Quelle bocche stavano andando in fiamme. 
Sembravano fossero diventati uno la dipendenza dell'altro, di cui non riuscivano già più a farne a meno: labbra al sapore di lampone per Yoongi e labbra al sapore di cacao per Taehyung.

«Vorrei che tutto questo non finisse mai.» sussurrò il bruno tra un bacio e un sospiro che il giovane dai capelli tinti incastrò in un piccolo sorriso.

«Lo renderemo eterno allora. » rispose, i palmi stringevano sui fianchi, avvicinandolo di più a sé, per sentirlo almeno un po' più vicino. Petto contro petto, cuore sul cuore.

Taehyung si aggrappava al suo corpo, quasi ad aver paura di cascare in un oblio e di lasciarlo andare. Le dita gli tremolavano tra le pieghe nere di quella felpa di cotone che Yoongi aveva portato addosso dal primo giorno in cui i loro occhi si erano incrociati. Era stampato lí quell'odore simile alle plumerie che inebriava le narici del ventunenne ad ogni risveglio. 
Con le candide mani sotto la maglietta bianca, le sottili dita seguivano ora la linea della sua spina dorsale e disegnavano piccoli girasoli immaginari che provocavano il solletico al bruno. Egli, di fatti, ridacchiava nei suoi baci. 
Le braccia furono messe all'insú. L'orlo della stoffa bianca fu afferrato e sfilato sopra la sua testa.
Kim Taehyung era mozzafiato.
Gli occhi del maggiore s'erano incollati sulla pelle olivastra, ormai nuda e accarezzata dal soffio del vento. Inseguiva con lo sguardo i lineamenti delle clavicole e delle costole appena accennate, le cicatrici dell'infanzia, le molteplici e minuscole macchioline color caffé e quella voglia scura sul ventre, vicino all'ombelico. Ora aveva paura di sfiorare quella cute e di imbrattarla con i suoi peccaminosi e luridi anulari.
Si sentí osservato. Poco distante da lui, Taehyung si tirturava un labbro, indeciso su cosa fare.

«Posso?» aveva chiesto in un sussurro, indicando i suoi indumenti e il maggiore sorrise, afferrando la sua mano e accompagnandola sulla zip della propria felpa.

Titubante, egli l'abbassò e Yoongi fu spogliato dalle sue impacciate mani che l'avevano fatto incastrare per alcuni secondi con il viso nello scollo della maglia.
Rideva come un bambino quel ventitreenne.
La pelle argentea ora era stata scoperta e aveva rivelato tutti i brutti segni che gli avevano lasciato i cerotti alla nicotina e i fallimenti. Essi, rossici come il sangue, spiccavano su quel manto bianco.
Kim aveva avvicinato la punta dell'indice su quegli sfregi e quelle imperfezioni, ma aveva paura di andare troppo oltre, verso un mondo a cui non gli era stato ancora permesso l'accesso.

«Puoi toccare, se vuoi.»

I polpastrelli sporchi di sabbia si erano posati lentamente. Taehyung sentiva ancora il loro calore sotto i suoi tocchi e tutte le lacrime versate per quei graffi.

«Ti hanno fatto tanto male?»

«Un po'.»

Il castano allora si avvicinò e baciò i rossori del suo petto. Due baci, tre baci, quattro baci. Quelle labbra stavano guarendo quelle ferite scucite e a Yoongi venne da piangere non appena si poggiarono sul fragile battito del suo cuore.
Poi, le iridi nere del più piccolo lo avevano finalmente raggiunto ed erano rimaste ferme sulle sue, mentre un brivido li percosse quando la spuma delle onde aveva bagnato completamente i loro piedi.
Il viso spigoloso e squadrato fu d'un tratto catturato dai candidi palmi, così da poter lasciare un ultimo fugace bacio sulle labbra, prima di scendere verso la gola. 

«Ti voglio Taehyung. Voglio sentirti sulla mia deturpata pelle. Come la fastidiosa salsedine che si attacca sulla fronte e tra le ciglia.» sussurrò contro l'incavo del suo collo, facendo sorridere il più piccolo ancora una volta. 

Quest'ultimo lo strinse a sé in un abbraccio, adagiandosi piano sulla fredda sabbia, lasciandosi cullare da quei baci e quelle lusinghe che il maggiore tatuava sul suo corpo.

«Fallo. Prendimi adesso. Prendi tutto me stesso, con le mie tempeste e le mie maree. Questo... questo, anche se misero, è tutto l'amore che posso darti, Yoongi.»

E fu così che le onde di Ulsan avrebbero conservato per sempre, nei loro abissi, quel segno d'amore che, come un fulmine a ciel sereno, aveva stravolto l'inquieta pazienza dei loro implacabili animi i quali, fin dal primo istante in cui si erano incontrati, avevano compreso di essere stati creati da Dio per completarsi a vicenda ed inciampare uno nella vita dell'altro.

aveva un cuore di carta cucito nel pettoWhere stories live. Discover now