Capitolo 45 - Riavviare le lancette

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Diagon Alley, 27 agosto 1994

Alexandra abbassò la bacchetta e si avvicinò a Barty, osservandolo incredula. Erano passati tredici anni da quel 31 ottobre 1981, quando le loro vite erano state sospese e il tempo era andato avanti lasciandoli bloccati in quell'istante del passato. Adesso sembrava strano rimettere in moto un meccanismo che era stato fermo così a lungo.

Osservò Barty: sembrava che ogni luce fosse stata spenta dentro di lui.

"Cosa ti hanno fatto?" gli domandò sottovoce, sfiorandogli il volto con una mano.

Il suo viso portava i segni della prigionia: gli occhi marroni, un tempo caldi e vivaci, erano diventati freddi come la terra dell'inverno in cui lo avevano spedito ad Azkaban; il volto che aveva baciato innumerevoli volte era in parte scavato da occhiaie, in parte coperto da una barba ispida, mentre il mantello dell'invisibilità sembrava aver fatto scomparire le lentiggini che tanto aveva amato. Il colorito pallido del viso aveva lasciato il rosa tenue per il grigio.

"Azkaban è un posto orribile," le disse rabbrividendo mentre ne pronunciava il nome. Lo sentì fare un respiro, come se parlare di quelle cose fosse difficile. "I Dissennatori, però, non sono crudeli come mio padre. Tu non hai idea di cosa mi ha fatto."

"Come hai fatto ad evadere da Azkaban?"

"È stata mia madre, con la Polisucco, prima di morire. Era il suo ultimo desiderio e sai che lui ha sempre amato lei più di chiunque altro."

Alexandra assorbì quella notizia e molti dettagli sembrarono acquistare un senso. "Ecco perché non ha permesso a nessuno di assistere al funerale, perché mi ha impedito che avessi il tuo corpo quando ho saputo della tua morte. L'ho supplicato di poter piangere sul tuo cadavere e mi ha detto che ti avevano gettato in mare."

Avvertì una morsa allo stomaco al pensiero di quei giorni pieni di dolore. Ricordò la disperazione, le suppliche al signor Crouch, le molteplici richieste avanzate al direttore di Azkaban e tutti i dinieghi ricevuti. Fu tutto inutile. Nel suo studio c'erano due faldoni di carte processuali con tutti i suoi tentativi di ottenere un processo, una visita coniugale e poi una sepoltura: le avevano negato tutto, persino la pietà per un morto.

Barty le sfiorò il viso, aveva lo sguardo spento e uno strano sorriso sul volto. "Sei stata tu a risvegliarmi, quando sei entrata in casa a Yule." Il sorriso sbilenco si allargò sul suo viso mentre ricordava quegli istanti. "Non potevo crederci. Ero ancora molto debole, ma è stata la prima volta che sono riuscito a non sentire l'effetto della Maledizione Imperius con cui mi controllava."

"L'Imperius..." mormorò spaventata, "pensavo ti avesse solo silenziato e immobilizzato." Alexandra sapeva che il signor Crouch aveva autorizzato l'uso delle Maledizioni Senza Perdono nella lotta ai Mangiamorte, ma non credeva che sarebbe arrivato a utilizzarle contro il proprio figlio.

"Mi ha tolto il corpo, rendendomi invisibile. Mi ha privato della mente, controllando ogni mio pensiero. Naturalmente ero senza bacchetta, ma non è riuscito a eliminare i miei sentimenti: l'amore per te e l'odio per lui e per i traditori dell'Oscuro Signore."

Quelle parole la risvegliarono. Si alzò di scatto per andare nello studio, aprì l'anta di un armadio che conteneva gli ingredienti delle pozioni, estrasse una scatola di cartone, aprì il drappo di velluto contenuto al suo interno e tornò da Barty per restituirgli la bacchetta.

"Questo spiega perché tuo padre mi consegnò la tua bacchetta dicendo che fosse la sola cosa rimasta di te. Non voleva che tu la trovassi in casa, nel caso ti fossi ribellato al suo controllo. Come ti sei liberato?"

Kintsugi [COMPLETA]Where stories live. Discover now