Le bestie

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<<Riesci a parlare?>>
<<Sì.>>
<<Davvero?>>
<<Sì, riesco.>>

Silenzio, poi rumore di passi lungo il corridoio, al di là della porta che era ancora aperta. Rick si alzò e la chiuse. LaMarca era accanto a lui. Jane, Maggie Holloway e Frank si erano recati insieme al tenente Brice Washington da un'altra parte, invece.

<<D'accordo>> riprese il detective. <<Che cosa è successo?>>

Silenzio, ancora. Freddo. Apatico.

<<Partiamo dal principio, ti va?>>

Cenno di assenso con il capo.

<<Come ti chiami?>>
<<Rowena Lafayette.>>
<<Bene, Rowena. Io sono il detective Rick Davenport, del dipartimento di polizia di Dark River, mentre lui è l'agente speciale Vincent LaMarca, dell'F.B.I. Puoi raccontarci che cosa ti è successo durante gli ultimi giorni? Hai detto che sei stata rapita. È così?>>
La ragazza annuì e Rick la osservò con attenzione. LaMarca fece lo stesso. Erano seduti accanto al suo letto.
<<Quanti anni hai?>>
<<Diciotto appena compiuti>> rispose lei, voltando lo sguardo verso la finestra. Era buio fuori, notte fonda. Aveva perso completamente la percezione del tempo, durante gli ultimi due giorni.
<<Dove abiti?>>
<<A Lakeville, giù ai Cottons'.>>

Rick annuì. Conosceva i Cottons'. Erano la zona più periferica e mal frequentata non solo di Lakeville, ma di tutte le cittadine vicine. Prendevano il nome dai campi di cotone, che si estendevano a perdita d'occhio oltre l'ultima schiera di abitazioni, al di là della vecchia ferrovia. Chi viveva ai Cottons' non aveva un'esistenza facile, in genere. Si trattava soprattutto di prostitute, sfaccendati, gente senza tetto, barboni e tante altre persone che più che vivere cercavano di sopravvivere in vecchie e malandate roulotte, sporche e arrugginite. Non che le case fossero meglio, comunque. Catapecchie che stavano in piedi per miracolo, a vederle. Piccole, soffocanti, arse dal sole del sud e invase da mosche e ogni genere di insetti.

<<Ti va di...>> domandò LaMarca, guardando Rowena negli occhi. Il suo sguardo era cupo e spento, ma non solo. C'era una fiamma che brillava, da qualche parte in fondo al nero nelle pupille. Tremava, più che altro.

Paura. Orrore.

<<Battevo, come al solito. E battevo vicino casa, lungo la vecchia strada statale parallela alla ferrovia.>>
<<So qual è>> disse Rick, con gentilezza.
<<Saranno state le dieci, o giù di lì. Era buio e afoso, non c'era quasi nessuno in giro. Ero stata con un paio di clienti, nulla di particolare. Quando all'improvviso si ferma quest'automobile... si affaccia un uomo, al finestrino, e mi chiede quanto prendo.>>
<<Ricordi qualcosa su di lui o sulla vettura? Sapresti fornire una descrizione?>> domandò LaMarca, avvicinandosi.
La guardò meglio. Aveva un occhio completamente chiuso e viola tutto intorno. Il labbro inferiore era spaccato e il volto tumefatto. C'era una grossa quantità di ferite e tagli sul collo, sulle braccia e sulle mani. Era stata violentata ripetutamente, da più persone. Era capitato decine di volte durante i due giorni in cui era stata tenuta prigioniera. Si esprimeva a stento; le parole uscivano lente e deboli dalla bocca. Si fermava spesso per bere.

<<Forse... non ricordo nulla sull'automobile. Ma l'uomo che si è fermato... non era un uomo, no. Era piuttosto un ragazzo, direi. Un...>>

Tossì, chiudendo gli occhi. Una smorfia di dolore si affacciò sul suo volto. Rick le si avvicinò e le accarezzò dolcemente una guancia.

<<Va tutto bene>> le disse. <<Ti rimetterai. Vai avanti se riesci. Che tipo era?>>
<<Un bel ragazzo, mi sembra. Davvero. Un viso... normale. Angelico, quasi. Sapete... di quelli che vengono scelti per recitare in telefilm per famiglie, o cose del genere.>>
Tossì ancora.
<<Sapresti descriverlo? Se lo vedessi lo riconosceresti?>>

La ragazza esitò e scosse debolmente la testa.

<<Io... sì, forse sì. Dovrei riuscirci. Aveva gli occhi azzurri, questo lo ricordo. I capelli erano corti e scuri. Non... non l'ho guardato per molto tempo. Sembrava che avesse un corpo atletico, comunque. Sorrideva.>>
<<Che cosa è successo dopo?>>
Rowena scosse la testa. Rick si soffermò ad osservare le radici nere dei suoi capelli e il modo in cui andavano a scontrarsi con il biondo forte, eccessivo della tintura.
<<Ricordo soltanto una siringa. L'ago nel mio collo, poi il buio. Deve avermi drogata, o che altro. Quando mi sono risvegliata...>>
Si interruppe. Scosse la testa, lentamente. Come se stesse pensando a ciò che aveva perduto, durante quei giorni. Tutto, del poco che aveva. Tutto quanto.

Riprese a parlare, sforzandosi.

<<Mi sono risvegliata in una stanza buia. Ero nuda, sdraiata su un letto. Le mie braccia erano allargate, come le mie gambe. Ero legata alle quattro estremità del letto.>>
<<Eri sola all'interno della stanza?>>
<<Sì. Ma non ero lucida. Non mi sentivo in me. Credo che sia stato per via di ciò che mi hanno fatto prendere.>>

Calò un lungo silenzio. Il primo di tanti.

<<Te la senti di proseguire con il racconto?>> le domandò Rick, tornando a stringere la sua mano.

Lei rimase immobile per un po'. Si voltò verso la finestra ad osservare la notte.

<<Sì. Posso continuare, credo.>>
<<Bene. Abbiamo cercato di capire se ci fossero dei parenti da avvisare, ma...>>
<<Sono sola. Mia madre è morta anni fa e non ho mai conosciuto mio padre. Non c'è nessuno da avvisare.>>

Rick esitò. LaMarca gli lanciò un'occhiata rapida, poi tornò a guardare la ragazza. Il detective colse la tristezza all'interno di quello sguardo.

<<Che cosa è successo, poi?>>
<<Per un bel po', niente. Niente di niente. Ma come vi ho detto, non ero tanto in me. Tuttora non credo di essere al massimo. Sentivo delle urla, a volte. Voci femminili, soprattutto. Ogni tanto maschili, ma quasi sempre donne o ragazze.>>

Rick sospirò. Pensò agli altri, ai suoi colleghi.

In quel momento dovevano essere lungo la strada descritta da Rowena poco prima...

<<Tante voci diverse?>>
<<Credo di sì, sì. Tre, quattro forse. Non saprei. Più di una, di certo.>>
<<Che cosa è successo dopo? Sei rimasta sempre legata al letto?>>
<<Sì. Dopo sono arrivati.>>
<<Chi?>> chiese Rick, in un filo di voce.

Rowena distolse lo sguardo e abbassò gli occhi, quasi come se si vergognasse di ciò che stava per dire.

Non parlò, rimase immobile in silenzio. Le dita della sua mano iniziarono a muoversi su e giù sul lenzuolo, nervosamente, quasi come se non fosse più lei a controllarle.

<<Chi è arrivato dopo, Rowena?>> la incalzò LaMarca, cercando i suoi occhi.

Lei sospirò debolmente. Fece scivolare la lingua lungo le labbra, provando a inumidirle. Rick le porse l'acqua e Rowena bevette un sorso. Da fuori, un rumore di passi affrettati ruppe il silenzio asettico dell'ospedale.

<<Le bestie. Dopo sono arrivate le bestie.>> Lo disse in un tono tanto cupo, tanto oscuro che Rick provò una sorta di tremore, da qualche parte dentro di sé. Una sensazione dolente, subdola, cattiva, devastante.

Era paura.

Poi, una voce forte e disperata e isterica risuonò dal corridoio, facendoli sussultare.

<<Mio figlio! Dov'è mio figlio! Voglio vedere mio figlio!>>

IncuboWhere stories live. Discover now