Criminal // (Parte 1) Rosé (blackpink) × y/n

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One-shot richiesta da Rafeyaaa

Essere un'investigatrice non è mai stato il mio sogno. Fin da piccola sognavo di diventare un'attrice famosa e mi divertivo a recitare minuscole parti di varie opere teatrali, fossero quelle scritte da grandi autori come Shakespeare o da tragediografi il cui nome era tanto insignificante da essere difficilmente ricordato, insomma, adoravo il teatro. Tuttavia, crescendo capii che purtroppo, delle volte, bisogna metter da parte quei sogni impossibili e trovarne di realistici, dato che, come disse mia madre, il teatro non avrebbe pagato le mie bollette né tantomeno l'affitto.


Così, finita la scuola entrai all'università di giurisprudenza di Yonsei e una volta laureata iniziai a lavorare come detective a Seoul. Il mio lavoro mi piaceva, ma fosse stato il mio destino diverso, avrei sicuramente scelto qualcos'altro.



In ogni caso, fu difficile adeguarsi alla vita frenetica che vivevo lavorando al dipartimento di polizia di Stato, eppure in poco tempo fu possibile per me ambientarmi e far amicizia con le colleghe, le quali, devo dirlo, furono molto felici di accogliermi nella loro cerchia di amici. Il mio ufficio si trovava al quinto piano e conteneva una finestra enorme, una piccola scrivania in legno e scaffali di ogni tipo colmi di fogli e documenti.


L'intero edificio era situato in una zona stranamente tranquilla di Seoul e l'unica cosa che turbava le vite dei lavoratori erano gli orribili crimini per cui certe persone finivano in carcere; io stessa, nonostante fossi assai giovane, avevo già assistito a uccisioni, rapine e stragi di ogni tipo, tanto cruente quanto affascinanti in determinate circostanze. Ed ogni volta, quando mi ritrovavo davanti ad un carcerato, impallidivo sentendo le frasi terrificanti che uscivano dalle loro bocche e i desideri proibiti che tanto spesso li portavano ad agire d'istinto.



Quella mattina era una giornata piuttosto tranquilla, il sole splendeva alto nel cielo dopo una notte intera di pioggia e la temperatura permetteva di fare lunghe passeggiate senza sentire troppo freddo. Sapevo che, di prima mattina, dovevo incontrare un giovane ragazza arrestata poiché sospettata di una rapina svoltasi in una banca la sera precedente, e per il resto della giornata avevo vari colloqui a cui dovevo esser presente.



《Detective y/n? Il signor Kim Min-Joon la sta aspettando davanti alla sala interrogatori》 disse la segretaria, una giovane dai lunghi capelli neri e pelle di porcellana, con la sua voce così squillante da far venire il mal di testa. Come ci fosse finita qui nessuno lo sapeva, non possedeva né l'intelletto né l'esperienza richiesti, eppure era stata assunta immediatamente e dopo meno di due giorni lavorava già.



Le feci cenno di andare, mentre preparavo le carte da portare con me e il caffè fumante acquistato nella caffetteria presso il dipartimento, dopodiché aggiustai la giacca e la gonna, uscendo fuori dall'ufficio con passo svelto.



Ciò che vidi quando entrai nella sala interrogatori mi lasciò a bocca aperta per la sorpresa. Mi avevano detto che la detenuta era assai giovane, ma non mi aspettavo di vedere una ragazza minuta di appena diciotto anni, con capelli rossicci e pelle vitrea. Era talmente pallida che avrei potuto benissimo vedere le vene sui suoi polsi e di una costituzione così fragile da farmi credere che alla minima folata di vento sarebbe caduta.



Il tatuaggio di una dragone copriva parte del suo braccio, andando a nascondersi sotto la maglietta sudicia color porpora, il viso era segnato da una cicatrice sul sopracciglio sinistro e il collo nudo presentava graffi e lividi. Era evidente che fosse complice della rapina.



《Park Chaeyoung? Sono l'ispettore Kim Min-Joon e questa è la mia collega, la detective y/n , dobbiamo farle delle domande riguardo al furto avvenuto ieri alle 18:35 circa alla banca di Corea nel centro di Seoul》disse l'uomo con voce pacata, sedendosi al tavolo al centro della camera. La stanza puzzava dell'odore acre del disinfettante e le luci a led coloravano le mura di un disgustoso giallo canarino. Il click del registratore mi risvegliò dai miei pensieri e anch'io prosegui a sedermi accanto al collega, il quale nel frattempo guardava impaziente dal momento che la sua giornata era già piena d'impegni, senza quell'interrogatorio di prima mattina.

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