She's my baby // Dahyun (Twice) × y/n

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One-shot richiesta da LaMoglieDiDahyunie

Come ogni mattina Park y/n si diresse al bar accanto al suo condominio, ordinò un doppio espresso senza zucchero e si sedette al solito tavolino davanti all'enorme finestra, la quale le permetteva di osservare le strade ricoperte di neve. Aveva nevicato tutta la notte, smettendo solo verso le prime ore del mattino, ed uscire dal letto era stata una vera e propria sfida, tanto che y/n pensò di chiamare la sua manager per implorarla di permetterle di stare a casa. Ovviamente non lo fece, non perché aveva paura della sua risposta, ma perché sapeva perfettamente che non avrebbe avuto giorni di riposo per ancora moltissimo tempo, il suo debutto era ormai alle porte, ulteriori distrazioni erano inammissibili. La sua carriera da trainee era iniziata piuttosto presto: a solo dodici anni aveva partecipato a varie audizioni, finendo per entrare nella JYP Ent. quando l'agenzia era ancora sotto il controllo di Park Jin-young. Inizialmente nessuno aveva fatto caso a lei, considerandola una ragazzina comune con abilità e competenze ordinarie, ma dopo che Kim Dahyun, la figlia del boss, ereditò l'immenso impero del padre, y/n improvvisamente divenne il centro di tutte le attenzioni. Infatti, come d'improvviso, iniziò a partecipare a vari reality show in Cina e Giappone, facendo delle comparse in qualche k-drama e finendo addirittura su alcune riviste di moda, le fu permesso di trasferirsi in un lussuoso appartamento nel distretto di Yongsan e nel suo guardaroba comparvero indumenti costosi ed eleganti, borse di Gucci e trucchi di Chanel. Con tutte quelle attenzioni addosso nessuno aveva il coraggio di mettere in dubbio il suo debutto ed infatti, quando Kim Dahyun la scelse come cantante solista dando vita alla sua carriera, nessuno rimase sorpreso. Funzionava così: qualora fossi riuscita ad aggraziarti il capo, il tuo debutto era assicurato al 100%.

"Sono sicura che ha trovato qualcuno disposto a pagarle qualsiasi cosa, molte ragazze lo fanno ai giorni nostri" dicevano voci maligne alle sue spalle ogni volta che attraversava i lunghi corridoi dell'edificio, "E' ovvio che riceve tutte queste attenzioni solo perché ha un bel faccino" sussurravano delle canaglie quando entrava nello studio di musica, eppure, ogni ragazza che parlava in quel modo spinta dall'invidia desiderava trovarsi al suo posto per poter assaporare quei ridicoli quindici minuti di fama che tanto bramava. Si può dire che la loro ipocrisia era tanto infinita quanto la loro ignoranza.

Perdendosi tra i suoi pensieri y/n guardava il panorama che aveva davanti mentre sorseggiava il caffè ormai tiepido e disgustoso, minuscoli fiocchi di neve avevano iniziato a scendere nuovamente dal cielo e molti studenti erano entrati in fretta e furia nel bar per trovar riparo, riempiendo l'area di risate e sospiri di stanchezza. Ben presto i tavoli furono ricoperti da libri e fogli, matite e penne; il semestre stava per concludersi e questo significava che ben presto qualche migliaio di studenti avrebbe dovuto affrontare gli esami. In tutta la sua tranquillità y/n non si accorse nemmeno dell'ora, tanto era presa da riflessioni e ricordi, e quando la manager la chiamò arrabbiata come una bestia la ragazza capì di essere in guai grossi. Fugacemente lasciò dei soldi sul tavolo ed uscì dal locale con passo svelto, correndo per le strade di Seoul fino ad arrivare davanti ad un'enorme grattacielo dai vetri lucenti. Il possente edificio era talmente alto da toccare il cielo e la rossa scritta urlava "JYP Entertainment" contro i passanti ignari, mentre masse di fan indemoniati sedevano sugli scalini davanti al portone d'ingresso desiderando di poter vedere il loro idolo anche solo per un secondo, urlando frasi senza senso con in mano cartelloni e striscioni colorati.

《Miss Kim ti aspetta nel suo ufficio!》 esclamò la signora Choi in collera, con lo chignon disfatto e cartelle colme di documenti tra le braccia, non appena la ragazza mise piede nell'edificio. Sul suo volto stanco c'erano i segni di tutte le notti insonni passate a lavorare e le scure occhiaie erano maldestramente nascoste sotto strati di fondotinta, nel vano tentativo di dare almeno l'impressione di un aspetto pulito e ordinato. Con una leggera spinta la fece entrare nell'ascensore, digitando il numero del piano con lunghe dita affusolate; il ticchettio delle sue unghie rosse contro la dura superfice di metallo buttò y/n in un leggero stato di trance. Prima che le porte si chiudessero riuscì a gridarle velocemente le sue scuse, guadagnandosi lo sguardo d'affetto della manager, la quale la salutò con gli stessi occhi premurosi di una madre, dopodiché, la donna sparì dietro la barriera d'acciaio.

K-pop one-shotsWhere stories live. Discover now