Il mio libro preferito

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"Apri braccia e gambe"
"Mica ho un'arma, non sono un'assassina e non mi voglio suicidare"
"Apri braccia e gambe ho detto"
Esmeralda fece come le disse la signora davanti a lei, lei iniziò a tastarle petto braccia e gambe senza trovare nulla.
Non le avevano ancora fatto togliere le scarpe, ma per evitare che sospettassero qualcosa, fece una mossa azzardata.
Si mise per terra attirando un po' l'attenzione e iniziò ad abbassare la zip delle scarpe.
"Che fai?"
"Ah le scarpe posso tenerle?"
"Si, ma togli i lacci"
Abbassò la testa verso le scarpe e tolse i lacci, si rialzò e un'altra donna li vicino le porse dei vestiti bianchi.
Si vestì come le fu detto e si mise la maglietta e il pantalone bianco.
"Anche le scarpe"
"Avete appena detto che posso tenerle"
"Puoi portarle nella tua stanza, ma devi mettere queste per andare di la intanto"
Esmeralda annuì e si mise a sedere di nuovo per terra.
Sfilò piano prima la scarpa in cui non era nascosto il telefono, e poi l'altra, cercando di far scivolare il telefono dentro.
Si mise le altre scarpe e seguita dalla donna che le porse i vestiti, uscì dalla stanza in cui erano e la seguì.
La donna era un po' schietta di pelle, capelli marroni mossi fino a sotto le spalle e occhi neri, non aveva mai visto degli occhi neri, non avrà avuto più di 45 anni.
"Sembri quasi normale, perché ti hanno mandata qui"
"Sento la voce di uno dei personaggi del mio libro preferito dire di essere la mia anima gemella, ma so perfettamente che non è reale, solo che ci parlo e mia mamma pensa che io sia matta"
La donna si fermò bruscamente e la guardò.
Le due si fissarono per un breve tempo, e poi la donna continuò a camminare.
Arrivarono a una porta ed entrarono, era tutto bianco, c'era una finestra che si poteva aprire ma di poco, un letto, un tavolo e una sedia in plastica, e una porta che probabilmente portava al bagno.
"È tutto così bianco, finirà che impazzirò davvero stando qui"
"Se ti comporterai bene potrai avere delle tempere per dipingere se vorrai, anche se penso che lo vorrai, tutti lo vogliono"
"che culo" sussurrò la ragazza guardandosi ancora intorno.
"Ci saranno due infermieri che a turno controlleranno la tua porta la notte"
"Come se ce ne fosse bisogno..."
"Ci sono delle campanelle, alle 12:00 suonano per il pranzo, alle 19:00 per la cena"
"Si mangia come i bimbi delle elementari"
La donna la fulminò con lo sguardo.
"La sveglia è alle 8:30"
"Non posso nemmeno svegliarmi quando voglio quindi"
"È possibile uscire in giardino quando  vedi che il cancello fuori è chiuso, lo chiudiamo alle 12:00, tanto i portoni interni sono chiusi lo stesso, quindi vi sarebbe impossibile uscire prima, era solo per dirlo"
Quando vide che la ragazza stava per aprire bocca, la donna scattò subito.
"Se hai da dire anche su questo ti tengo chiusa qui in questa camera"
Esmeralda inarcò un sopracciglio ma rimase zitta.
Alla fine della spiegazione la donna uscì, Esmeralda seduta sul letto aspettò di sentire i suoi passi allontanarsi e quando non li sentì più scattò in piedi.
Sfilò dalla scarpa il telefono ed entrò nel bagno accendendo il telefono, improvvisamente ringraziò il cielo che la professoressa di matematica glielo confiscò le ultime due ore e lo spense, così il telefono era rimasto al 90%.
Lo mise in modalità energetica massima, andò su whatsapp, bloccò i suoi genitori e scrisse ad Alessandro.
"Chiamami subito"
Dopo nemmeno un minuto il telefono si illuminò.
"Come fai ad avere il telefono?"
"Avevo il telefono in tasca, l'ho nascosto nelle scarpe, non se ne sono accorti"
"Oh Esme questa è una brutta storia, preso dal panico non ho pensato a guardare il nome dell'ospedale e i tuoi genitori non mi hanno detto come si chiama, ho cercato su internet ma non capisco quale sia"
"E ora? Non so il nome"
"Come è fatto?"
"C'è un cancello, si entra in un giardino enorme e poi c'è questa struttura enorme"
"Ho bisogno del nome, devi chiederlo"
"Ci provo"
"Senti, tieni il telefono spento, accendilo solo alle, boh, dimmi un'ora"
"12:35"
"Sicura?"
"Non lo so, alle 12:00 suona il pranzo, facendo due calcoli dovrei essere in camera a quell'ora"
"No, allora no, sentiamoci più tardi, guarda se ti portano il cibo in camera o se c'è una mensa, se si, cerca degli orologi, controlla l'ora e calcola a che ore arrivi in camera, dopo mandami un messaggio, mi dici se hai scoperto il posto, e l'ora in cui sei arrivata in camera più o meno, se non ti rispondo entro poco spegni il telefono e riaccendilo domani mattina. Nascondilo bene Esmeralda, non pensare a posti ovvi in cui pensi non lo troverebbero, nascondilo davvero bene, d'accordo?"
"Si"
"Ti voglio bene"
"Anche io ti voglio bene"
E la chiamata si interruppe.
Esmeralda spense il telefono e iniziò a cercare dove nasconderlo, non era facile, nella stanza non c'era praticamente niente, nel bagno neppure.
Sotto il letto no, dietro il lavandino nemmeno, ancora nelle scarpe sarebbe stato pericoloso.
Alla fine optò per il materasso, allentò qualche filo dalla parte inferiore del materasso e infilò il telefono più infondo che poté, tirò di nuovo qualche filo per riunirli e si rialzò.
Fece vagare lo sguardo per la stanza fino a fermarlo sulla finestra.
"Qui, solo perchè parlo con Fred Weasley, tanto valeva mandarmi al St. Mungo, almeno sarei stata circondata da maghi"
"E perche dovresti andare al St. Mungo?"
"Perchè parlo ancora con te"
"Impazzita d'amore?"
"Impazzita da rinchiudere in un manicomio..."
"Cosa?"
"Come se tu non lo sapessi"
Esclamò per poi insultarsi da sola "sciocca Esmeralda, sciocca"
"Mi ferisce il fatto che tu ancora pensi che io sia frutto della tua immaginazione, quando io, e ripeto io, non i tuoi genitori o altri, ti ho rivelato che possiamo connetterci con la nostra anima gemella una volta compiuti 17 anni"
"Certamente, ti ringrazio rosso"
"Figurati" disse lui, e dal tono sembrò anche che stesse sorridendo sarcasticamente.
"Non ho ben capito ciò che hai detto prima" continuò lui.
"Che ti hanno rinchiuso in un manicomio"
"Esatto"
"Il manicomio non è quello dei babbani?"
"Oh santo cielo" esclamò la ragazza già stanca di quella conversazione.
"Si proprio quello" finì per poi stringersi le ginocchia al petto.
"Per la barba di Merlino, e perchè?"
"Te l'ho detto, perchè parlo ancora con te"
"Non scherzavi?" Chiese lui dopo un lasso di tempo abbastanza lungo, tanto che Esmeralda pensava che se ne fosse andato.
"No"
"Sei una babbana?"
"Purtroppo si"
D'altra parte Fred che fino a quel momento era sdraiato al contrario sul letto con la testa che ciondolava fuori, si raddrizzò subito.
La ragazza era una babbana, era ovvio che non credesse alla storia dell'anima gemella, si spiegava anche il motivo per cui quando lui compì di 17 anni non riuscì a sentirla subito ma dovette aspettare che anche lei li compisse.
Ma non si spiegava per quale motivo sapesse della sua esistenza, della sua, della sua famiglia, di Hogwarts, delle case.
"Ho bisogno di pensare un attimo, pensa ad altro, non parlarmi, cercherò io di contattarti"
"Va bene Weasley"
Passarono minuti prima che Fred sentisse il solito brivido attraversarlo tutto il corpo.
Non poteva più parlarle adesso, aveva capito che era come se il loro collegamento in quel momento si interrompesse.
Doveva parlare con qualcuno di quello che era appena successo, ma aveva bisogno di risposte valide, George e Lee non erano adatti per quello, ne sapevano quanto lui sicuramente, ma forse Hermione...

Spazio ☀️🌻
Se aveste bisogno di un'idea su come nascondere il telefono, ora ne avete una, mi raccomando solo se avete materassi di piume e non a molla guys.
Spero non ne abbiate bisogno.
Come per quasi tutti i capitoli, fino a metà capitolo non avevo la più pallida idea di cosa scrivere, poi ho preso il via e ho scritto anche più di quanto volessi, ma ok.
Vi chiedo di lasciare un like perfavore, ve ne sarei grata, e vorrei ringraziarvi per star leggendo questa ff.
Davvero grazie di cuore, non me lo aspettavo ad essere onesta.
🌻☀️

Weasley, Fred WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora