LXII

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Nessun incontro alle scale della torre di Grifondoro. Hermione realizzava che ogni mattina Malfoy si faceva il giro del castello pur di farsi vedere con lei. Qual era il suo problema?

Se l'era chiesto per tutta la notte. Aveva sempre saputo che quel ragazzo era molto instabile e incostante, ma non l'aveva mai visto così da vicino. L'aveva osservato nel riflesso delle liti con Harry, nei rimproveri dei professori a scuola, nelle sue stupide battutine fatte solo per ferirla.

Per tutto quel tempo, non si era resa conto che aveva avuto la possibilità di conoscerlo, e che l'aveva buttata via. Aveva fatto bene, per carità! Chi mai avrebbe voluto conoscere Draco Malfoy? E soprattutto, a chi mai l'avrebbe permesso?

La sala grande era meravigliosa sotto le decorazioni natalizie. Amava quel luogo, ma sotto Natale diventava ancora più magico.

"Hey, Hermione" la chiamò Harry.

Lei lo salutò con la mano, sedendosi alla fine del tavolo.

"Vieni qui!" insistette. Era seduto con Ginny, e sapeva che Ron sarebbe arrivato a momenti. Non voleva assolutamente mettersi in mezzo, ma Harry continuava a gesticolare pur di convincerla ad avvicinarsi.

Un piede verso di loro, l'altro inchiodato al suo angolino. Non poteva sedersi con loro due, non con Ginny ed Harry! Avrebbe finto con la sua ex migliore amica di non essere andata a letto con il suo ragazzo?

Però, quando anche Ginny si sporse per porgerle un piccolo sorriso, Hermione dimenticò ogni cosa.

Non aveva considerato che era libera da tutti gli obblighi che Malfoy le aveva imposto, e poteva ricominciare. Se voleva farlo doveva lasciarsi tutta quella storia alle spalle.

"Ciao ragazzi" disse arrossendo, mentre si sedeva accanto alla vecchia amica, che non trattenne più il suo sorriso.

"Come stai?" le chiese.

"Bene, ora" confessò abbassando lo sguardo sul piatto, imbarazzata.

Ginny non le fece ulteriori domande, e i tre parlarono delle lezioni che li aspettavano per il resto della giornata.

"Hey, scusate il ritar... Che... Che cosa ci fa lei qui?" come aveva previsto, Ron era arrivato.

"Siediti e mangia, sfigato" disse Ginny, prima di scambiarsi un piccolo sguardo con Hermione.

Un brivido di gioia le percorse la spina dorsale. Se ne stava seduta al suo vero posto con i suoi veri amici, scambiandosi i suoi veri sguardi d'intensa con Ginny. Certo, le cose non erano più come una volta, ma era già qualcosa.

Ron la ignorò per tutto il tempo, ma Hermione non si perse d'animo: avrebbe avuto tempo per farsi perdonare anche da lui e, magari, tornare amici. Il fatto che fosse riuscito ad ignorarla senza lanciarle nemmeno uno sguardo assassino od offenderla per quello che gli aveva fatto era un grande passo avanti.

E nonostante tutto, ogni volta che lo guardava, si sentiva tremendamente in colpa per come aveva fatto finire le cose tra loro. Pur essendo una gran testa calda, Ron non meritava di essere trattato in quel modo.

Ma prima di pensare a lui, c'era una persona con cui doveva assolutamente scusarsi.

"Ginny?" la fermò mentre saliva le scale per la torre di divinazione.

"Sì?" si voltò lei.

"Grazie per prima."

"E di cosa?" scoppiò a ridere.

"Di avermi... invitata al tavolo. Nonostante tutto quello che vi ho fatto..." disse con gli occhi inumiditi dalle sue emozioni.

"Ma dai, Hermione! Tutti sbagliano, e tu hai sbagliato a non dirci che stavi con quel furetto. Pensi che la nostra amicizia non riesca a superare una scemenza del genere?" le domandò.

In effetti, Ginny non sapeva nulla. Ginny credeva che non gliel'avesse detto e che fosse sparita senza motivo.

Hermione si scusò almeno un'altra decina di volte, e decise di evitare di ringraziarla per aver tentato di liberarla da Malfoy: non voleva toccare l'argomento, dato che non aveva idea di come stessero le cose tra di loro.

Aveva avuto la tentazione di dirle che non stavano più insieme, e che il problema era svanito del tutto, ma se lui avesse cambiato idea? Era meglio tacere, almeno per il momento.

Se ne andò sorridente nella direzione opposta, verso l'aula di difesa contro le arti oscure. La sua mattinata trascorse velocemente, e Hogwarts sembrava sorriderle quel giorno. Molti dei suoi compagni la guardavano come avevano sempre fatto, e aveva scambiato più di qualche parola con alcuni di loro. Si chiese se non fosse sempre stato così.

In fin dei conti, nessuno sapeva che non frequentava più Malfoy, e sembravano trattarla in modo normale. Per tutto quel tempo, le era sembrato che tutti la odiassero e la respingessero, quando in fondo, forse era lei a respingere sé stessa, usando gli altri come specchio dei suoi stessi turbamenti.

Aveva un'ora buca quel pomeriggio, e andò a trovare Hagrid, che aveva cucinato i suoi famosi biscotti. Finse di mangiarne qualcuno, facendo attenzione a non rompersi i denti, e chiacchierarono spensierati per tutto il tempo.

Nessuno le aveva menzionato Draco quel giorno, nessuno, a parte la sua testa.

Lo cercava dappertutto, voleva sapere dove fosse per non trovarsi impreparata nel caso in cui avesse dovuto affrontarlo.

Lo adocchiava da lontano in sala grande, ma non lo guardava troppo a lungo: sapeva che lui aveva una sorta di radar per i suoi sguardi, e si accorgeva subito quando lei lo osservava.

Chissà se anche lui l'aveva cercata qualche volta. A lei era parso di no, e forse era meglio così.

Si era immaginata molti scenari la notte precedente, e quasi tutti finivano con un loro acceso litigio davanti a tutti, ma non aveva pensato che magari si sarebbero solo ignorati, per il resto dell'anno.

L'avevano già fatto in passato, e gli era riuscito molto bene.

Interminor // DramioneWhere stories live. Discover now