LXXV

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Quando aprì gli occhi, Hermione era sola. Non si aspettava certo che Draco rimanesse lì e magari le portasse anche un caffè, ma forse sperava che non fuggisse, almeno per una volta.

In fondo, anche se forse per lui non contava molto, per lei non era così immediato concedersi, e farlo con lui era stato ancora più difficile.

Non riusciva a sentirsi in colpa, sapeva di volerlo, eppure non era nemmeno felice.

Forse l'amaro che le lasciava in bocca l'incognita che l'aspettava al piano di sotto la metteva a disagio. Con lui non ci si poteva mai rilassare. Era imprevedibile, e mai in modo positivo.

Raccolse le sue forze per alzarsi dal letto e prepararsi per scendere in sala grande.

Quando lo vide seduto con Pansy, non potè evitare di arrabbiarsi: pensava che avessero litigato o non andassero più d'accordo. Ovviamente le aveva mentito, e chissà perché lei gli aveva creduto.

Fece finta di non vederli, passandogli accanto per sedersi alla fine del tavolo, di fronte a Nott.

"Hey" la salutò lui.

"Ciao" rispose sorridente.

"Sai dirmi perché sembra che Malfoy voglia farmi fuori più del solito oggi?" chiese, mentre guardava alla sua destra verso il biondo infuriato.

"No. Fai finta che non esista" rispose lei.

"Ieri sera dove sei finita?"

"Cavolo! Mi sono completamente dimenticata di... Mi dispiace, abbiamo litigato e..." provò a balbettare una scusa, sentendosi in colpa per averlo lasciato al pub ad aspettarla inutilmente.

"Non fa niente" rise lui. Non si arrabbiava proprio mai.

"Hai programmi oggi?" aggiunse poi.

"Non nel pomeriggio. Sta mattina pensavo di studiare un pochino" rispose mordendo la sua brioche vuota.

"Ti va di venire a vedere l'allenamento? Di solito quando finiamo andiamo a bere qualcosa tutti insieme" propose lui.

"Sì, certo."

"Ok, allora a dopo. Puoi venire a metà allenamento, così non dovrai morire di freddo" le disse lui, aggiungendo che l'orario migliore erano le cinque.

Hermione andò subito in biblioteca, dove tenne la mente occupata per tutta la mattina. Pranzò il più tardi possibile, non le andava di vedere di nuovo Malfoy divertirsi con quella stronza, né di stare con Theo.

Mangiò da sola, e si chiuse in camera, dove cercò per tutto il tempo di non pensare a lui, distraendosi con qualche libro, il trucco e la scelta degli abiti per quel tardo pomeriggio.

Voleva prepararsi al meglio, poco sapeva di quello che provava nei suoi confronti, ma una cosa era certa: che fosse per il suo malsano spirito di competizione con il vecchio amico o perché avesse un interesse nei suoi confronti, niente lo faceva più infuriare che vederla tutta ben vestita per Nott.

Hermione non l'aveva mai fatto per Theo, c'era sempre stata l'elusa speranza di sorprendere Draco dentro di lei, nonostante lo negasse a sé stessa. Gli avvenimenti lo avevano spesso portato a fraintendere, ingigantendo così la cosa, che in quel momento diveniva però la migliore arma per la ragazza dall'orgoglio ferito.

Al diavolo la sua innocenza, anche lei era capace di fargliela pagare! Avrebbe potuto dimenticare tutta quella storia e andare avanti con la sua vita senza di lui, ma lo voleva attorno a sé più di quanto volesse ammettere.

L'allenamento fu abbastanza noioso. Il quidditch non la entusiasmava, e vederli volare in formazione e passarsi la pluffa senza un minimo di azione spegneva tutta la positività con cui si era convinta che sarebbe stato divertente.

Infreddolita nel lungo cappotto nero, si alzò per scendere dalla torretta grifondoro dove era rimasta seduta per quella mezz'ora, cercando di cancellare Draco dalla sua testa. Era stata invitata da Theo, ma l'aveva guardato per qualche rapido secondo, solo quando perdeva di vista la velocissima figura di Malfoy.

"Che ci fai qui?" le chiese non appena la vide, fuori dallo spogliatoio. Non indossava più la divisa, e lei se ne stava seduta in attesa che uscisse il suo amico.

"Non sono qui per te, nel caso in cui te lo stessi chiedendo" disse, alzandosi in piedi.

Lui fece un respiro profondo prima di rispondere con uno dei sorrisi più falsi che gli avesse mai visto in volto: "Certo, tu sei qui per l'amico che ti mette le mani addosso".

"La smetti di dire cose che non sono vere?" incrociò le braccia. Le sue accuse iniziavano a darle fastidio, non era successo nulla. Gliel'aveva detto anche Blaise, aveva fatto tutto lei, e se Draco avesse continuato ad andare in giro ad inventarsi certe stupidaggini avrebbe potuto rovinarlo.

"E tu la smetti di indorarti la pillola?"

"Se non puoi accettare il fatto che non mi importa di vederti svolazzare davanti a tutti, sono affari tuoi. Non puoi stressarmi la vita in questo modo."

Draco aprì la bocca per rispondere, ma non lo fece. Rimasero lì, in piedi, a guardarsi con avversione. Lui la stava massacrando di insulti, lo poteva capire dai suoi occhi, e lei cercava di tenergli testa in quella guerra silenziosa.

"Draco? Mi hai sentito?" Blaise richiamò la sua attenzione, avvicinandoglisi.

"No, scusa. Dimmi."

"Ti sei dimenticato di Pansy?"

"Cazzo, è vero. Vado subito a prenderla" esclamò sotto lo sguardo confuso di Hermione. Cos'era, non poteva fare venti metri senza essere scortata? Chi cazzo era, la Regina d'Inghilterra?!

"Hey, che carina che sei oggi" la salutò Theo, facendole spostare gli occhi da lui. Gli sorrise, salutandolo a sua volta.

"Ripensandoci... Vacci tu, Blaise. Oppure chiedi a Goyle, insomma, fai quello che cazzo ti pare" si lamentò con gli occhi piantati sul dolce sorriso che Hermione faceva a quel maledetto Nott.

Lasciò che la squadra iniziasse a camminare, per prenderle il braccio e avvicinarla a sé: "Che c'è adesso, esci con lui?"

"Che ti importa?" chiese, liberandosi dalla sua presa.

"Non mi importa, era solo una domanda."

"Non sono affari tuoi" disse, ricominciando a camminare.

"E invece sì che lo sono, visto che abbiamo fatto sesso" la seguì lui.

"Shhh! Vuoi che ti senta tutto il castello?" si fermò di nuovo lei, rossa di vergogna.

"Ma se tutti pensano che stiamo ancora insieme? Dov'è il problema?"

"Il problema è che non è così! Non lo è mai stato!"

"Allora perché non l'hai detto a tutti, dato che la cosa ti infastidisce così tanto?" chiese con un sorrisetto.

"Non l'ho fatto perché non mi erano ben chiare le tue intenzioni. E dovresti dirlo tu ai tuoi amici, mica io!" riprese nuovamente la marcia.

"Va bene" disse lui, allungando il passo e stringendo i denti. Si sforzava di non dare i numeri, ma non poteva fare a meno di pensare che volesse che i suoi amici lo scoprissero in modo che Nott sapesse di avere via libera, o perché potesse tornare insieme a quello sfigato di Weasley.

Perché faceva tanto la difficile? Se si volevano entrambi non potevano semplicemente ammetterlo?

<Fanculo> pensava lui, mentre informava i suoi amici ai Manici di Scopa.

Interminor // DramioneWhere stories live. Discover now