Non smettere.

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Louis aveva quasi dimenticato come fosse tornato a casa, la notte precedente. I suoi pensieri si erano fermati alla quarta birra che Zayn gli aveva servito ma tutto torna a galla quando sente uno scricchiolio provenire dal suo soggiorno, seguito da un'imprecazione.

Riconosce immediatamente quella voce. Improvvisamente, ricorda tutto. Aveva provato a dimenticare gli ultimi giorni passati con il suo migliore amico, il modo in cui si sentiva al suo fianco, il suo sorriso confortevole alla tavola calda, il modo in cui teneva Alexander tra le braccia e soprattutto, la confessione della mattina precedente: era stato innamorato di lui.

Dopo quelle parole, non aveva sentito più il sangue scorrere tra le sue vene. Come poteva, una persona magnifica, dolce ed equilibrata come Harry, amare un disastro rotto come lui? Sarebbe rimasto se lui glielo avesse chiesto? Sono domande che gli affollano la mente ed a cui non riesce a dare una risposta.

Ha sempre pensato di non essere abbastanza per Harry, di non essere abbastanza per nessuno. Meritava una persona migliore di lui, qualcuno con una vita stabile e senza figli di cui occuparsi. Louis sa che non avrebbe potuto incatenarlo qui, a lui e ad Holmes Chapel, aveva bisogno di brillare lontano, inseguire i suoi sogni di gloria. Non poteva essere egoista con il suo migliore amico, la persona migliore che abbia mai conosciuto.

Amore è anche questo, lasciare andare.

Che razza di persona sarebbe stata se gli avesse chiesto di scegliere tra la sua carriera ed un'aspettativa di vita con lui? Non era ancora certo dei suoi sentimenti. Esistevano, erano presenti e gli facevano battere il cuore ogni volta che incatenava lo sguardo con quello dell'altro ma lui non era ancora riuscito ad etichettarli sotto la parola amore.

Harry aveva fatto la scelta giusta ad andare via.

Tutti quei pensieri lo sfiniscono, più della birra bevuta la notte precedente, per questo nasconde il viso dietro un cuscino ed urla tutta la sua frustrazione: ha fatto un casino e non sa come risolverlo. Il ricordo della domanda che gli ha fatto - "Hai mai smesso di amarmi?" - riecheggia ancora nella sua mente, non può credere di avergli chiesto una cosa del genere: la birra, oltre i pensieri, sembrava avergli portato via anche il filtro bocca-cervello e la dignità.

Ha bisogno di una doccia, il più lunga possibile, prima di sorpassare la porta della sua camera da letto ed incontrare Harry. Sa che è lì, nel suo soggiorno, può sentire i suoi sospiri. Non pensava sarebbe rimasto per la notte eppure sembra così giusto che non si domanda nemmeno il perché di quella scelta. Il fatto che lui abbia dormito sul suo divano, lo riporta ad un passato in cui è stato inconsapevolmente felice e completo.

Fuori è ancora buio, non dovrà andare a prendere Alexander da sua madre prima di quattro ore e l'unica cosa che vuole fare, dopo essersi tolto l'odore di alcool dalla pelle, è quella di raggiungere Harry e risolvere tutta la questione. Lo ha appena ritrovato, non può permettersi di perderlo nuovamente per la sua codardia.

Ha bisogno di confessargli i suoi sentimenti, mormorargli a fior di labbra ciò che prova per lui oppure, potrebbe impacchettare tutta la sua roba e scappare, senza dover mai scambiare una parola con l'altro.

No, ha rimandato fin troppo, per questo - "Harry?" - lo chiama.
"Sono qui" - adesso non può più andare via.

Quando Louis entra in soggiorno, nota che l'altro non indossa nessuna maglietta e c'è del tè fumante sopra il tavolo, entrambe le cose sono una piacevole visuale per lui. Una sensazione sconosciuta si fa largo nel suo stomaco mentre si rende effettivamente conto che Harry è a torso nudo, sdraiato sul suo vecchio divano.

Louis potrebbe fare del suo meglio per distogliere lo sguardo dalla pelle rosea dell'altro ma fallisce miseramente quando nota tre omini tatuati all'interno del fianco destro. Ha quello stesso disegno attaccato al frigorifero da così tanti anni che ne ha quasi dimenticato l'esistenza: era stato fatto da Alex, all'asilo. Era la rappresentazione della sua famiglia, lui che teneva per mano suo padre ed un altro uomo, dai capelli lunghi e gli occhi di un verde fin troppo acceso.

Harry lo aveva tatuato su di sé.

"Possiamo parlare?" - propone il poliziotto, dopo interi secondi di silenzio in cui, il suo sguardo, era rimasto fermo su quel disegno e sul significato che avrebbe potuto trovargli.
"Sì, fammi solo rivestire".
"Non ti preoccup-cioè, ti ho visto altre volte senza maglia!" - si corregge subito per la troppa enfasi con cui ha risposto, prima di imprecare sottovoce. È un uomo con i suoi bisogni e che non vorrebbe trovare così attraente il petto del suo migliore amico.

Non sa nemmeno da dove cominciare, ci sono così tante cose da dire e sentimenti da analizzare - "Io..."
"Ti dispiace" - conclude per lui. Il suo cuore perde una serie di battiti, può vedere ancora il dispiacere negli occhi verdi dell'altro, il dolore per l'essere andato via senza dire nulla, dopo la sua confessione e per le parole cattive che gli ha rivolto. Sapeva come ferirlo e lo ha fatto, irrimediabilmente, ma appena ha attraversato la porta d'ingresso della famiglia Horan-Styles se ne è pentito; ha provato un senso di disgusto verso se stesso.
"Ieri ho detto delle cose davvero orribili e sì, mi dispiace ma ero arrabbiato! So che ho esagerato ma sai anche quanto non mi piaccia la carità".

Le parole di Louis escono, involontariamente, dure ma non è riuscito ancora a superare ciò che lui ha fatto. Si è sentito così umiliato come genitore.

Harry si alza dal divano ed afferra il suo maglione, non vuole affrontare una conversazione del genere perché è evidente che l'altro non è ancora pronto ma gli blocca la mano - "No" - sussurra.

Louis vorrebbe inginocchiarsi ed implorarlo di rimanere, non andarsene mai. Vuole dirgli che da quando è andato via, c'è stato solo buio. Vuole riempire le sue braccia di lui. Vuole dirgli che lo ama. Non è mai stato bravo ad esprimere i suoi sentimenti ma non può permettersi di perderlo di nuovo.

"Ancora non ci arrivi, non sei stato una carità!"
"Allora perché lo hai fatto? Umiliarmi così..."
L'attore emette un gemito esasperato- "Onestamente non capisco come tu possa essere così stupido!" - prima che l'altro possa ribattere, Harry cancella lo spazio tra di loro e fa scontrare le labbra con quelle dell'altro. È un bacio irruente, uno di quelli che ti fa bruciare la pelle.

Louis sente esplodere tutti i suoi sensi, un fuoco prende vita dentro di lui: è questo ciò che vuole sentire per i restanti giorni della sua vita, se ne è privato già a sufficienza. Non è nemmeno sicuro che si possa, effettivamente, chiamare bacio perché sente i denti di Harry sbattere contro i suoi mentre sorride sulle sue labbra.

Sì, è ciò che vuole per tutta la vita.

Quel momento finisce troppo presto, per entrambi. L'attore fa un passo indietro e guarda l'altro con il terrore negli occhi. Ha baciato il suo migliore amico. La persona di cui è innamorato fin da adolescente. Colui che ha sbattuto la porta alle sue spalle ed è andato via quando gli ha confessato i propri sentimenti - "Cazzo. Scusami, io non so cosa mi sia preso. Scusami davvero..."

Prima che Louis possa pentirsi della sua scelta, afferra il volto di Harry e lo bacia. Di nuovo.

Quando baciò Isaac, per la prima volta, aveva sentito un leggero calore, nessuna particolare emozione. Solo labbra contro labbra. Con Harry è diverso, sente bruciarsi dall'interno, ogni fibra del suo corpo scotta, ogni singolo senso. Il suo cervello riesce solo ad elaborare il pensiero di non voler mai smettere.

"Non smettere" - mormora sulle sue labbra.
"No".

La teoria delle braccia vuote || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now