Capitolo 4 Mr. Bow

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- Domani potremmo andare in Oxford Street, che ne pensi? Pranzare da Mrs. Phillis magari -
Rose stava leggendo il giornale, rigorosamente rubato dalle mani di suo nonno dopo la lettura mattutina, quando sua cugina si rivolse a lei, dall'altra parte del tavolo, imburrando una fetta di pane tostata per accompagnare il suo tè.
- Sì, così posso anche passare in libreria, i libri che ho ordinato il mese scorso dovrebbero essere arrivati. Leslie, tu vieni? – disse, senza alzare gli occhi dal giornale, impegnata a leggere dell'ennesimo incidente sullo stretto.
Quell'anno il tempo si stava dimostrando particolarmente inclemente.
Leslie, che stava giocherellando al pianoforte, alzò la testa di colpo, come risvegliata all'improvviso.
- Non stavo ascoltando. Dove? -
- Domani, Oxford Street. Pensavamo di pranzare fuori – ripeté Ginevra, prima di addentare con un tripudio di briciole la fetta di pane.
Leslie scosse la testa, prima di tornare a suonare distrattamente qualche nota stonata.
- No, preferisco rimanere qui. Faccio compagnia alla nonna -
Sia sua sorella che Rose alzarono allora lo sguardo, guardandola interrogative.
- Ti senti bene? -
- Che hai? -
Rose si alzò dalla sua sedia, per andarsi a sedere sul panchetto del pianoforte con la più piccola, mentre Ginevra le guardava apprensiva.
Le toccò la fronte con il dorso della mano e non trovandola accaldata, tirò un sospiro di sollievo.
- Vuoi parlarci di qualcosa? -
Leslie sospirò, appoggiandosi alla spalla della cugina più grande e guardando sua sorella, che si era alzata e si era seduta davanti a loro sul tappeto del salotto.
- Nulla, sono solo un po' pensierosa. Non vi preoccupate -
Ginevra le strinse appena la mano, con la fronte aggrottata.
- Sicura? -
Leslie annuì – So di non avere nulla per cui essere angosciata: la mamma sta meglio ed ho uno spasimante da tener interessato. Mi passerà -
Rose le diede un buffetto giocoso, portandole i capelli, stranamente sciolti sulle spalle, dietro la schiena.
- Non star troppo in pensiero per Mr. Mulligan. Andrà come andrà, e anche se perdeste interesse non sarebbe la fine del mondo, sai? Siete così giovani! – le disse e Ginevra annuì con vigore.
Leslie fece un mezzo sorriso.
- Lo so. Grazie, Rosie -

Il giorno dopo Ginevra e Rose uscirono di casa di buon mattino, senza Leslie.
Nonostante avessero fino all'ultimo insistito, la più piccola era stata irremovibile.
- Sono un po' preoccupata – stava giusto dicendo Gin mentre salivano in carrozza – Forse è un male che Mr. Mulligan si sia interessato da subito a lei. È troppa pressione, non ha ancora compiuto diciotto anni! -
Rose scrollò le spalle, guardando fuori dal finestrino mentre la carrozza partiva, in direzione di Oxford Street.
- Forse sì. Ma non possiamo decidere noi per lei, bisogna che la questione faccia il suo corso. Non è detto che convoleranno a nozze, nonostante sia quello a cui nonna e zia ambiscono. Per ora sta' tranquilla: affronteremo i problemi man mano che si presenteranno -
Ginevra non disse altro, per tutta la durata del loro viaggio in carrozza, ma dalla ruga che le divideva la fronte in due, Rose notò che la sua mente non si era ancora distolta dall'argomento.
Cosa più che ragionevole: non era per nulla da Leslie rifiutare una giornata in giro per la città e, tantomeno, essere così giù di tono.
Se Ginevra era, come la ragazza si diceva anche da sola, un fuoco d'artificio, Leslie era una stella filante: meno rumorosa ed esplosiva, ma ugualmente brillante e gioiosa.
La responsabilità che però gravava sulle spalle delle sue cugine era comunque grande: se, avendo un fratello maschio a cui sarebbero andata la tenuta paterna, lei poteva permettersi un certo poco riguardo nei confronti dei piani matrimoniali, le sue cugine, entrambe femmine, non potevano concedersi lo stesso lusso.
Per entrambe, sposarsi ed assicurarsi quindi una certa rendita era fondamentale, non solo per personale soddisfazione sentimentale, ma soprattutto per una questione di sopravvivenza.
Suo fratello e loro cugino, che in quel momento aveva meno di cinque anni, ma che comunque aveva già più diritti di tutte loro, erano i diretti eredi di loro zio e, seppure nessuno di loro due avrebbe mai rifiutato alle due ragazze ospitalità, sarebbe stato trattato come motivo di imbarazzo che le due donne vivessero ancora in tarda età alle spese dei propri familiari.
Rose rese allora la sua missione del giorno distrarre la cugina, con le uniche armi che possedeva: ai Grandi Magazzini si persero fra le stoffe e i profumi, con loro grande divertimento, e provarono alcuni cappelli così buffi che a Ginevra scesero lacrime dal gran ridere.
- Cosa ne dici di questa? Mi sembra graziosa – le disse ad un certo punto Ginevra, indicandole una mussola color crema alla sua destra.
Rose si sporse per prenderla, tastandone la qualità fra le dita.
- Sì, sembra robusta -
Ginevra alzò gli occhi al cielo.
- è graziosa! Puoi acquistare qualcosa anche solo per il suo valore estetico, sai? -
- Non vedo il motivo per cui acquistare qualcosa che rischia di essere irrimediabilmente usurata già alla prossima stagione, tutto qua – ribattè Rose, riponendo la mussola al suo posto – e poi non penso sarei in grado di valorizzarla a pieno. Mi sembra più adatta a Leslie, sono sicura che su di lei starebbe d'incanto -
- Finiscila – Ginevra la fulminò con lo sguardo – anche tu staresti molto bene. Devi credere più in te stessa. Come farai altrimenti a trovare marito? – la canzonò poi, imitando la voce della nonna.
Rose sorrise appena – Oh, per quello non ho in tutta onestà molte speranze -
Ginevra stava per risponderle, probabilmente arrabbiata per la sua carenza di motivazione, ma una commessa le interruppe, auspicando in una commissione, e la conversazione fu apparentemente abbandonata.

Stagione ad Hatfield HouseWhere stories live. Discover now