Capitolo 14 Questioni da uomini

80 4 0
                                    

A casa Hatfield l'arrivo della bella stagione altro che non significava il trasferimento dalla città alla villa di famiglia nello ...Shire, dove li avrebbe straordinariamente raggiunti anche i coniugi Griffiths e suo fratello, in vista delle nozze di Ginevra, che sarebbero avvenute a poco più di un mese da quel momento.
Nonostante la prospettiva di riabbracciare i suoi genitori le portasse molta gioia, Rose non poteva che rattristarsi all'idea di lasciare la città e separarsi dalle sue cugine: era molto improbabile che in futuro si sarebbero ritrovate a vivere sotto lo stesso tetto come avevano fatto quella stagione, e questo rendeva l'idea distacco più tragico di quanto non sarebbe stata altrimenti.
Ginevra e Leslie se ne sarebbero andate con i loro genitori la mattina seguente, e a lei non restava che preparare le valigie.
Tutti i suoi averi non entravano più nei bauli che aveva portato con se dalla Francia, tanto che sua nonna ne aveva dovuto far portare uno giù dalla cantina, per permetterle di disporre le sue cose con maggiore agio.
Stava svuotando la discreta biblioteca che era riuscita, seppure in così poco tempo, ad apprestare al lato del suo letto, quando, fra i libri vecchi e nuovi in suo possesso, fra le mani le finì la bella copia rilegata del Beowulf che Mr. Hatrow le aveva regalato mentre erano ad Oxford.
Sentendosi in imbarazzo, seppure fosse sola nella stanza, Rose passò appena le dita sulla copertina, che aveva ricamata su la figura scura dell'eroe le cui vicende erano narrate nel tomo, sapeva che, se lo avesse aperto, vi avrebbe trovato le foglie e i fiori che aveva raccolto in giro per la cittadina, ognuno un ricordo diverso con in comune solo la presenza di una persona.
Per un attimo, pensò di lasciarlo ad Hatfield House, dove probabilmente la domestica, sistemando le stanze dopo la loro partenza, l'avrebbe sistemato nella biblioteca di suo nonno, al primo piano, e lì sarebbe rimasto, a lungo dimenticato, senza che lei lo vedesse mai più.
Non ne ebbe però il coraggio: Beowulf non era di per se un libro difficile da reperire, ma difficilmente in un'edizione così bella.
Sarebbe stato davvero uno spreco abbandonarlo lì: non era di certo colpa del tomo, se i ricordi che scatenava non erano unicamente legami alla storia raccontata al suo interno.
Rose sospirò, infilandolo nel baule riservato ai libri, insieme agli altri: portare un libro con se' aveva il significato che lei decideva di conferirgli.
Forse un giorno sarebbe riuscita a non dargliene alcuno.

In una villa dello ...Shire, nello stesso momento, un esasperato Edmund Hatrow stava invano cercando di far ragionare suo fratello minore.
William, sin da bambini, era sempre stato propenso al dramma, ma la cosa stava rapidamente sfuggendo di mano da quando Miss Griffiths era entrata nella sua vita.
Persino la sua Elizabeth, che poteva annoverarsi benissimo fra le persone più caparbie che avesse mai conosciuto, sembrava ormai aver gettato la spugna ed aveva deciso di rimanere a Londra.
- Ma William, partire per l'Italia in questo modo, converrai, è una follia – stava cercando di dirgli, mentre l'altro sembrava tutto preso a consultare uno degli infiniti manuali sulla penisola che si era fatto portare dalla biblioteca, ignorandolo.
- William! – quasi urlò alla fine, facendo sobbalzare il fratello, che solo allora alzò la testa per guardarlo.
- Perdonami, non stavo ascoltando. Dicevi? -
William quasi restò interdetto a vedere suo fratello maggiore uscire di gran carriera dal salotto, fumante di rabbia, senza un'altra parola.

Edmund era stato sul punto di perdere le speranze, lasciare suo fratello andare in Italia, lui e la sua testaccia dura, e lavarsene le mani.
Infondo William era più che adulto, l'unico problema sarebbe stato lo scontento di loro madre, Mrs. Hatrow, ma anche lei alla fine se ne sarebbe fatta una ragione.
E poi era arrivata la lettera di Mr. Bow, gemella a quella che Michael gli mostrò, pochi giorni dopo l'ebbe ricevuta, e prima ancora mandasse lui stesso a chiamare suo cognato.
Non era neanche sicuro, in effetti, fino a che punto fosse opera di Mr. Bow e quanto della sua avvenente fidanzata, la cugina di Miss Griffiths, ma poco importava.
I tre uomini, come fossero cospiratori, si incontrarono da loro, sotto lo sguardo divertito di Elizabeth.
Entrambi i due uomini più giovani possedevano una certa baldanza: del tutto giustificabile per Mr. Bow, da poco fidanzato e decisamente al settimo cielo, meno per Michael, che invece di star piangendo la sua ultima pena amorosa, già parlava estasiato della sua nuova conquista.
La questione era semplice, come fu spiegata in poche parole a Michael, che non era a conoscenza degli avvenimenti più recenti: William non era intenzionato né ad ascoltare lui, suo fratello, né Mr. Bow, che ormai considerava troppo plagiato dai Duvette perché gli parlasse con franchezza.
Doveva quindi essere lui, Michael, a parlargli e convincerlo a non partire, qualunque cosa fosse successa la sera della festa di fidanzamento ad Hatfield House.
William, infatti, non aveva voluto rivelare a nessuno quale fosse stato l'argomento della conversazione, animata, a quanto aveva raccontato Mr. Bow, fra lui e Miss Griffiths durante la cena, quella sera, o se altro fosse accaduto nel mentre, ma subito dopo aveva deciso di partire, o per meglio dire fuggire, rendendo quantomeno le sue tempistiche sufficientemente chiare.
Michael, con tutta l'irruenza dei suoi diciotto anni, accettò immediatamente l'incarico, come fosse un cavaliere che va ad uccidere il drago e facendo dubitare a suo cognato che si stessero affidando al paladino giusto per quella battaglia.

Stagione ad Hatfield HouseWhere stories live. Discover now