Capitolo 10 Silenzio a teatro

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La notizia del fidanzamento di Ginevra con Mr. Bow fece presto non solo il giro della città, con lettere di congratulazioni che giungevano da questa o quell'altra amica di loro nonna, ma giunsero anche in Francia, dalla quale i genitori inviarono un'intera scatola di maçarons, per festeggiare, oltre che a Bath, naturalmente.
Che tempismo aveva avuto Mr. Bow!
Con un solo giorno di anticipo Leslie non sarebbe dovuta partire, per nulla, visto che Rose non aveva dubbi i suoi zii sarebbero arrivati quanto prima da Bath, ricevuta la buona notizia.
Che gioia doveva star provando sua zia, a sapere entrambe le sue figlie fidanzate dopo una sola, gloriosa, stagione!
Presa prima dalla preoccupazione per Leslie, e poi dalla gioia per Ginevra, Rose aveva avuto poco tempo per preoccuparsi della sua personale situazione, nonostante ogni qual volta le venisse in mente trovava sempre più strano come Mr. Hatrow non avesse mai risposto al biglietto che gli aveva inviato, né era più venuto in visita ad Hatfield House, né solo, né con Mr. Bow, ormai ospite quotidiano della casa dei suoi nonni.
Persino Ginevra, che senza consultarla aveva domandato al suo fidanzato il perché della prolungata assenza del suo amico, aveva scoperto che anche Mr. Bow non vedeva William dal loro ritorno da Oxford.
Anche Mrs. Duvette, quando non parlava dell'imminente fidanzamento, le aveva domandato che fine avesse fatto il suo, di possibile spasimante, come anche quella fosse ormai cosa fatta, e aveva aggrottato le sopracciglia quando le era stato raccontato del libro e del biglietto.
Non per la prima volta, da quand'era arrivata a Londra, Rose si trovò nella posizione di sentire acutamente la mancanza di sua madre, che le avrebbe saputo, con alta probabilità, saper dare il giusto consiglio in quel momento.
In tutta onestà, Rose era stata, per un attimo, del tutto intenzionata a scrivergli, preoccupata che qualcosa potesse essergli accaduto, ma sua nonna gliel'aveva proibito: non era degno di una signorina come lei, il mostrarsi così disperata.

Erano passati così dieci giorni dal giorno della proposta e dalla partenza di Leslie: la data della festa di fidanzamento era stata fissata, così come quella dell'arrivo del resto della famiglia Duvette da Bath.
Nessun'altra festa era stata intanto organizzata, e Rosa sapeva quanto sua cugina scalpitasse per uscire finalmente in società con il suo fidanzato, in modo tale da farlo ufficialmente annoverare fra le linee dei non-più-scapoli, e quindi lontani dalle mire delle altre giovani.
Lo spirito guerrigliero di Ginevra, come Mr. Bow fosse improvvisamente divenuto un tesoro da difendere, più che durante il corteggiamento, non mancava di risollevare a Rose lo spirito, mentre intanto metabolizzava che Mr. Hatrow doveva aver perduto interesse nei suoi confronti al termine del suo compito da chaperon, supponendo ne avesse mai avuto.
E nonostante questo, Rose non poteva che continuare a credere che fosse un atteggiamento bizzarro per l'uomo, l'essere sparito così nel nulla, e che qualcos'altro dovesse essergli capitato.
Quando Mr. Duvette aveva, allora, annunciato di aver comprato i biglietti per il balletto, da lì a qualche giorno, la gioia in casa, seppur per ragioni diverse, fu totalmente inaspettata: quella che per Rose era una gradita distrazione, per Ginevra diventava l'occasione di mostrare alle società il suo nuovo status (ma soprattutto di Mr. Bow) di fidanzata.
Anche se senza Leslie mancò una buona dose di esuberanza, la preparazione per la serata a teatro non fu molto diversa dalle precedenti.
Seppure con meno sfarzo, Ginevra si preparò con la stessa accuratezza e determinazione che aveva avuto nel marzo precedente per il matrimonio dell'allora Miss Cruise, e, effettivamente, il risultato non fu da meno.
Anche Mr. Bow, quando li venne a prendere in carrozza, con una certa soddisfazione di Mr. Duvette, che detestava l'idea di lasciare il suo vetturino all'esterno e al freddo tutta la sera, si mostrò folgorato dalla bellezza della fidanzata, complimentandosi con lei e arrossendo fino all'attaccatura dei capelli allo stesso tempo.

La coppia, pensò Rose, mentre più tardi li seguiva nel foyer del teatro, un luogo che non smetteva mai di meravigliarla, era davvero ben assortita, anche dal punto di vista estetico.
Anche se non sapeva se lo zampino fosse di sua nonna, sua cugina, o improbabilmente del caso, entrambi indossava la stessa identica sfumatura di blu, profonda e luminosa, che ad entrambi donava parecchio.
Quando si accomodarono nel loro palco, più centrale di quello in cui erano stati sistemati durante le Nozze di Figaro, Rose si affrettò ad accaparrarsi il posto più vicino al davanzale, in dove avrebbe seduto in compagnia dei suoi nonni, mentre i due fidanzati si sistemavano sugli sgabelli alti dietro di loro, in piena vista.
Come ogni qual volta che aveva l'occasione di andare a teatro, la prima cosa che fece fu spiare i piedi che si muovevano al di là del sipario, ancora chiuso, scoprendo con un certo disappunto che non riusciva a vederne nessuno, probabilmente a causa della luce.
Questa volta, inoltre, si trattava di un balletto, Romeo e Giulietta, per il quale non aveva alcun termine di paragone o conoscenza.
Se questo da un lato aumentava la sua curiosità, la lasciava anche senza alcun modo di speculare sulle scenografie o i costumi dei protagonisti come aveva potuto per le Nozze di Figaro, e dubitava che qualcuno nel suo palco le avrebbe potuto fornire alcuna indicazione utile: Mr. Bow e Ginevra erano del tutto presi l'uno dall'altra, e i suoi nonni erano ancora impegnati in corridoio a chiacchierare con questo o quel conoscente.
Non le rimase altro, allora, che volgere lo sguardo verso gli altri palchi e la platea sotto di loro: un'occupazione che con le sue cugine si era rivelata divertente, ma che perdeva molto della sua attrattiva se svolta in solitudine.
In platea vi era molta gente, vestita nei modi più svariati e curiosi, ma senza che nessuno attraesse davvero la sua attenzione a sufficienza.
Sui palchi, che si stavano lentamente riempiendo, appena qualche viso conosciuto, come quello delle gemelle Wilson, che la salutarono con vigore, e a tratti quasi rischiando di cadere dalla ringhiera, dal palco che occupavano con i loro genitori, strappandole un sorriso.
La seconda campanella era suonata, e in qualche momento le luci si sarebbero iniziate ad abbassare, quando, in un palco non molto distante dal loro, lo sguardo di Rose non ne intercettò uno molto familiare.
Mr. Hatrow doveva essere appena entrato nel palco, che era già occupato da sua fratello e la sorella di Mr. Mulligan, e si stava sedendo, quando gli occhi vaganti di Rose incrociarono i suoi.
Dopo l'istantaneo sollievo nel vederlo in salute, Rose non poté fare a meno di notare fosse alquanto scompigliato, più di quanto non l'avesse mai visto, e avesse lo sguardo cupo, che, vedendola, si aprì un attimo solo, probabilmente per la sorpresa, prima di aggrottarsi ancora di più, prima che il suo proprietario si voltasse verso la cognata, senza rivolgerle neanche un cenno.
Rose non aveva fatto in tempo neanche a levare una mano, ma comprese immediatamente, non senza una certa rabbia, di essere stata ignorata, e che l'uomo non aveva alcuna intenzione di salutarla.
Proprio in quel momento le luci si abbassarono definitivamente, mentre il sipario si apriva, e Rose si rese conto di star stringendo forse con troppo vigore il braccio della sua sedia solo quando sua nonna, accomodandosi, glielo fece notare.

Stagione ad Hatfield HouseWhere stories live. Discover now