Capitolo 8 Gita ad Oxford

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Il viaggio in carrozza da Londra ad Oxford impiegava a coloro che lo intraprendevano poco più di mezza giornata: sei ore di strada, escluse le pause per far rifocillare i cavalli e i viaggiatori.
Durante il loro viaggio, vi era stato uno straordinario bel tempo, per essere marzo, e nonostante sua nonna sostenesse fosse quella la principale ragione per cui il tragitto si fosse dimostrato così piacevole, Rose sospettava fortemente fosse più una questione legata alla compagnia con cui viaggiavano.
Sia Mr. Bow sia Ginevra, infatti, seppure alternando momenti di quiete e sussurri complici fra loro, che Mrs. Duvette aveva deciso di ignorare apertamente, li avevano l'uno intrattenuti con aneddoti interessanti sui luoghi che stavano oltrepassando, l'altra rallegrati con giochi e sfide che un tempo i loro genitori avevano usato con loro durante i lunghi viaggi.
Quando la nonna si era poi addormentata, dopo il frugale pranzo che avevano consumato in una locanda di passaggio, polverosa e mal tenuta, che aveva fatto sentire un po' Rose come un'eroina in fuga di un romanzo gotico, i due innamorati non avevano perso tempo a sedersi l'uno accanto all'altro in un angolo della carrozza, sussurrandosi un qualche nonsense che la ragazza preferiva davvero rimanesse ad un volume così basso da non raggiungerla.
Mr. Hatrow doveva essere dello stesso avviso, perché non aveva perso tempo ad ingaggiarla in una conversazione su tutte le sue librerie preferite ad Oxford, in cui gli sarebbe piaciuto lo accompagnasse, pur di non correre il rischio ci fosse tanto silenzio da poter cogliere le parole di Ginevra e del suo amico.

Arrivati in città, la situazione non era molto cambiata: sin dal momento in cui erano arrivati nella deliziosa pensione in cui avrebbero alloggiato, Mrs. Duvette rese chiaro, almeno alle nipoti, che la sua presenza lì non rappresentava altro che un modo per salvaguardare le apparenze, ma che non desiderava di certo vagare tutto il giorno per una città che aveva visto numerose volte con un gruppo di giovani innamorati.
Nonostante la cosa in qualche modo la lasciasse perplessa, Rose era quasi ammirata dalla modernità di sua nonna, tanto quanto dalla sua pigrizia, anche se del tutto giustificabile alla sua età.
Già quella sera, dopo che si furono rinfrescati e rifocillati, Mrs. Duvette non era scesa nella grande sala della pensione per cena, preferendo mangiare in camera e andare a riposare presto.
La cosa, nonostante senza sua nonna probabilmente non sarebbero potute partire, non era infondo così bizzarra: non sarebbe stata di certo la prima volta che lei e Mr. Hatrow si trovavano a fare da chaperons alla giovane coppia.
Rose non poté, quando dopo cena si infilò nel letto gemello a quello di sua cugina, appena a qualche passo da lei, che dirsi stranamente emozionata all'idea.

La mattina seguente si trovarono tutti di buon'ora nella sala da pranzo, per un'abbondante colazione e partire alla volta del castello della città, che Mr. Bow prometteva essere poco più che un rudere, ma non per questo meno affascinante.
Una volta giunti sul posto, Rose si trovò in disaccordo con l'uomo: il castello si sarebbe potuto senza dubbio un tempo definire affascinante, ma nelle condizioni in cui si trovava, persino rudere sembrava un aggettivo fin troppo gentile.
Nonostante questo, il loro giro non fu meno piacevole: davanti a lei camminavano Ginevra, Mrs. Duvette e Mr. Bow, che teneva sotto braccio la vecchia signora e sembrava quasi intento a corteggiare la nonna quanto la nipote, viste le sue maniere cortesi, e accanto a lei, pronto ad aiutarla nei tratti più ostici, Mr. Hatrow.
Anche lui, in effetti, le sembrava particolarmente sollecito, e, se un'altra signorina lo avrebbe associato ad un comportamento galante con un doppio fine, Rose pensò semplicemente che l'aria di Oxford doveva aver sortito un qualche effetto particolare sui loro compagni di viaggio.
Stavano giusto passeggiando, prendendo bonariamente in giro il povero Mr. Bow e il luogo in cui si trovavano, quando Mr. Hatrow le offrì il braccio, trovandosi davanti una sezione di sentiero particolarmente accidentato.
Rose esitò per un attimo: avevano spesso camminato l'uno accanto all'altro, durante la loro conoscenza, e, a parte quand'era necessario prenderle le mani guantate per aiutarla, com'era accaduto anche quella mattina, era del tutto insolito che loro due si toccassero in alcun modo.
Alla fine però, guardando la strada da percorrere davanti a sé, infilò con più grazia possibile la mano guantata sotto il braccio del suo compagno di viaggio, decisa ad evitare una qualche rovinosa caduta.
- Grazie Mr. Hatrow. Ancora una volta, lei mi salva dall'imbarazzo – fece, sorridendogli sotto la para del cappello.
L'uomo scollò il capo, facendo ondeggiare i suoi soliti ricci disordinati al vento, nonostante il suo cappello.
- Fosse anche il mio unico scopo nella vita, non mi potrei mostrare dispiaciuto -
Rose cercò di dissimulare il rossore che le stava sorgendo sulle guance con una risata, stringendo appena il braccio dell'uomo.
Che splendida giornata si prospettava davanti a loro!

Stagione ad Hatfield HouseTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon