Capitolo 15 Ginevra si sposa

138 5 0
                                    

In generale, ma particolarmente durante i suoi soggiorni nello ...Shire, Rose non era abituata a ricevere posta: i suoi unici interlocutori erano i suoi genitori, i suoi nonni o le sue cugine, ed entrambi si trovavano di solito nella sua stessa abitazione, quand'erano nella casa di famiglia.
Così, quando iniziarono ad arrivarle pacchi e pacchetti, a giorni alterni, diretti proprio a lei, la sua sorpresa fu enorme.
Il primo giorno, come tutti gli altri prima di quello, quando la governante, Mrs. Lync, aveva annunciato la posta, neanche si era mossa dal divano: i suoi genitori erano in viaggio dal giorno precedente e non avrebbe avuto alcun senso scriverle.
In sottofondo aveva solo distrattamente ascoltato la governante consegnare una lettera a sua zia, da parte di una delle deliziose signore che avevano conosciuto durante il loro soggiorno a Bath, ed a Ginevra, Mr. Bow senza dubbio, prima di inviare il restante carteggio nello studio al piano superiore, dove avevano preso a lavorare suo zio e suo nonno.
E poi le aveva porto un pacco.
Il pacchetto non era molto grande, poco più piccolo di un libro, né molto pesante.
Rose lo scartò perplessa, sotto gli occhi curiosi di sua zia e sua nonna, mentre Ginevra si apriva in un sorriso.
All'interno, ben avvolta in diversi strati di carta, una specie di tegola di vetro, iridescente e bellissima.
Al di sopra, vergato in una scrittura a lei ormai ben famigliare, la scritta "Vetro di Murano, Venezia": null'altro: né una firma, né una lettera, nè un biglietto.
- Cos'è? – domandò Mrs. Duvette, dall'altro lato della stanza.
Rose scosse la testa, girandosi fra le mani il quadrato di vetro.
- Non ne sono sicura –

Nei giorni seguenti, mentre il matrimonio si avvicinava precipitosamente e le giornate sembravano diventare sempre più corte, la posta del mattino era divenuta il momento preferito d'intrattenimento di tutta la famiglia.
Una volta le arrivò una marionetta in armatura e pennacchio, un'altra un cornetto rosso sgargiante grande come un pollice, un'altra ancora un plico di carta raffinatissima.
Ogni dono era accompagnato da un biglietto, che ne spiegava il contenuto "pupo siciliano", "corno napoletano", "carta di Amalfi, Napoli", ma null'altro.
Se da un lato anche lei al mattino oramai si svegliava curiosa di scoprire cosa l'avrebbe aspettata, felice tra sé e sé che anche se distante William continuasse a pensarla, dall'altro le sembrava non facessero altro che ricordarle quanto lontano doveva essere.
Le aveva detto, l'ultima volta che avevano discusso, che sarebbe partito solo dopo il matrimonio di Ginevra, e lei aveva preso quell'occasione come una per prendere definitivamente commianto dal gentiluomo.
In compenso, l'arrivo dei suoi genitori fece molto per distoglierle la mente dall'uomo e dai suoi regali: sua madre l'aveva travolta, con la sua energia, e aveva insistito perché le raccontasse, fino all'ultimo dettaglio, gli avvenimenti degli ultimi mesi.
Inutile dire, Rose si era trovata ad omettere diversi dettagli, non desiderando, seppur stupidamente, che sua madre, si facesse una cattiva opinione di Mr. Hatrow.
Suo padre, com'era suo solito, era stato più discreto, continuando strenuamente a lavorare, anche se da lontano, e passando la maggior parte del suo tempo libero nelle stalle, dove, come amava dire suo nonno, sembrava andare perfettamente d'accordo con gli stallieri.
Non aveva del tutto torto, soprattutto perché suo padre sembrava saper parlare la loro stessa lingua, mentre Mr. Duvette non avrebbe saputo neanche distinguere una giumenta da uno stallone.
I preparativi per il matrimonio, intanto, proseguivano a ritmo battuto: il vestito da sposa di Ginevra, un abito meraviglioso in tulle e seta, era pronto, così come quello di tutto il suo corteo nuziale.
Se Leslie sembrava trovare immensamente divertente provare abiti su abiti ogni volta, nelle mani delle sarte, Rose pensava che l'essere punta, palpata e strattonata, il tutto mentre in equilibrio su uno sgabello, fosse decisamente troppo per lei.
Nonostante questo, il suo vestito le sembrava bello: era di un tenue rosa, che non stonava come avrebbe temuto con il suo incarnato, e delle maniche un po' scampanate che le coprivano anche il dorso delle mani.
Ad un paio di giorni dal grande evento, tutta la famiglia rientrò a Londra, dove, nella grande proprietà di Mr. Bow, si sarebbe tenuta la festa.
Quando arrivò la sera prima del matrimonio, lei, Leslie e Ginevra dormirono tutte nello stesso letto, come da bambine, dando modo alla futura sposa di salutare la sua nuova vita con una tradizione di quella vecchia.

Stagione ad Hatfield HouseWhere stories live. Discover now