5.A-typical gift

197 4 36
                                    


Prese un respiro e...un altro ancora «Non sarà un disastro. Non sarà un disastro. Thor mi amerà lo stesso. Al massimo Stark mi prenderà in giro fino alla fine dei miei giorni.»

Si ripeteva quelle parole da diversi minuti ormai, Loki.

Nella sua vita aveva già fatto degli spettacoli e nel suo lavoro, in un certo senso, aveva a che fare col palcoscenico ogni giorno, ma erano anni che non vi saliva come attore, anni che non vedeva le luci spegnersi e rendere la platea un mare nero dove diventava impossibile distinguere chiunque.

Si ricordava del suo primo spettacolo alle superiori; si trovava dietro le quinte e non mancavano che cinque minuti all'inizio e lui era lì con il battito a mille e con il solo istinto di andare a vomitare.

Ma poi il suo professore gli si era avvicinato.

"Ascolta Loki non ti dirò di trovare un modo per rilassarti come immaginarti che tutti nel pubblico siano in mutande o stupidaggini così. Quando salirai su quel palco non vedrai niente davanti a te se non un'enorme macchia scura. Magari lì per lì sentirai i piedi inchiodati al pavimento, perché sappilo, sarà immensa. Ma anche la vita a volte ci sembra così. Una grande macchia scura dove non vi è alcuna luce, eppure la si affronta. Nella vita infatti si è di scena ogni giorno e le sfide si affrontano con coraggio e quando ci si ritrova senza sapere cosa fare da un momento all'altro si improvvisa. Nel teatro è lo stesso. Forse tu pensi che le persone là fuori si divertiranno a giudicarti o a deriderti se sbagli, fidati sono le stesse ansie che ti assaliranno quando diventerai più grande e avrai un lavoro. Ma tu, Loki, ricordati che ce la puoi fare! Di la prima battuta e vedrai che le altre arriveranno di conseguenza."

Poi il professore aveva chiamato anche i suoi compagni e invitato tutti ad allungare una mano. Una volta che tutte erano state riunite una sull'altra avevano gridato in coro "Merda, merda, merda".

Loki aveva trovato quella pratica strana, ma lo aveva fatto sorridere e si era sentito meglio.

Da allora erano passati tanti anni eppure adesso eccolo lì nelle stesse condizioni. Le budella gli si erano contorte nello stomaco, non riusciva ad ordinare ai suoi piedi di star fermi e conciato com'era, con una calzamaglia nera e bianca che gli fasciava perfettamente il sedere, si sentiva ridicolo.

Si guardò allo specchio-trucco. Quelle tante lucine sfavillanti gli facevano sembrare il viso magrissimo, ma i suoi occhi erano ancora più accentuati.

Lo avevano truccato davvero bene e la matita nera intorno agli occhi e una lieve linea di eyeliner gli davano un che di sexy.

Sollevò un'ultima volta il suo cellulare. Sullo schermo di blocco appariva un messaggio, la risposta ad un selfie che aveva inviato pochi minuti prima.

"Sei pronto per il burlesque. Non incendiare troppi animi o il tuo ragazzo prenderà tutti a martellate! Il tuo amato Hel."

«Che stronzo.» ridacchiò Loki e scrisse un veloce insulto per risposta inviandolo al fratello. Era passato quasi un mese dal giorno del Ringraziamento. Un paio di giorni dopo quella data Loki si era svegliato con un messaggio di suo fratello e da allora i due si erano scritti parecchio. Era sempre Hel il primo a cercare conversazione con un "Ehi" oppure "Principessa sei sveglia?" dopodiché i due si scrivevano di un po' di tutto. Per lo più era Loki a dare aggiornamenti al fratello e qualche volta i due si erano persino sentiti in videochiamata.

Era stato strano per Loki realizzare che lui e suo fratello si fossero parlati più nelle ultime settimane che negli ultimi venticinque anni, ma doveva ammettere che in fondo non gli dispiaceva sentirsi con Hel.

A-typical loveWhere stories live. Discover now