7. A-typical changes

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Loki infilò le chiavi nella serratura di casa Stark che erano le 19.30 del 26 marzo. Venerdì sera.

Meraviglioso ed agognato venerdì sera; e per di più con casa libera!

Steve e Tony erano al cinema e i signori Stark fuori città.

Sapeva che non era carino, ma ringraziò di avere quella serata da solo. In quel periodo preferiva così.

Era tornato a vivere dal suo migliore amico quando una decina di giorni prima, una mattina, Mr.Laufeyson si era presentato in cucina in uniforme mentre Thor, Loki e Byl erano intenti a fare colazione. L'uomo non li aveva degnati di un "buongiorno", invece aveva detto "Io torno a lavoro" e Loki aveva ben intuito che quella frase segnava il ritorno della vita alla "normalità".

Così lui e Thor avevano lasciato casa Laufeyson, il moro era tornato a stare da Tony mentre Thor aveva ripreso in mano i progetti per la ristrutturazione.

Quella sera il biondo era a cena da sua madre e suo padre e Loki ne avrebbe approfittato per riposare.

La settimana a venire il teatro sarebbe rimasto chiuso per l'allestimento delle nuove scenografie e per le prime lezioni di un nuovo corso di recitazione per adolescenti.

L'insegnante sarebbe stato il suo collega attore James che alla ripartenza della Sakaar aveva ricevuto una proposta di collaborazione dal capo di Loki. Il moro ne era davvero entusiasta, ma doveva ammettere di essere contento di avere una settimana di pausa.

Si sentiva parecchio stanco e spossato; del resto si era continuamente dedicato al lavoro da quando Hel...

Sospirò e girò la chiave, ma come aprì la porta rimase bloccato sullo stipite.

In casa, che gli sorrideva, pronto con due valigie piccole, c'era...

«Thor?»

Il biondo gli sorrise ancora di più «Sorpresa.»

Loki rimase leggermente confuso dalla situazione «Ma come sei entrato? E che fai con quelle valigie?»

Il biondo le lasciò e gli si avvicinò «Beh...ho pensato che quest'anno il tuo compleanno poteva essere leggermente diverso.»

Compleanno?

Loki si ricordò in quel momento: in effetti il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno, ma con tutto quello che era accaduto in quell'ultimo mese se n'era completamente dimenticato.

Lanciò un'occhiata alle valigie alle spalle di Thor e si rivolse al biondo «E dov'è che mi porteresti con quelle?»

«Gita fuoriporta, niente di troppo complicato. Ne avevamo parlato ricordi?»

Loki annuì: si era vero, ma in quel periodo aveva sempre la testa da un'altra parte.

Si muoveva come un automa: si svegliava, andava a lavoro, tornava stanco e parlava poco.

Finché erano stati a casa di suo padre lui e Thor poi si ritrovavano almeno a dormire insieme, ma in ogni caso da un mese a quella parte il massimo di contatto fisico che avevano avuto era stato in qualche abbraccio o in dei baci veloci, ma niente di più.

Loki era sempre silenzioso e pieno di tristezza e Thor cercava di essere il più presente possibile per lui.

Il biondo si avvicinò e cercò le sue labbra per un bacio, lieve e dolce. «Hai bisogno di un po' di riposo non credi?»

Loki sorrise «Ho il tempo di una doccia?»

«In verità no. Dobbiamo andare.»

Il moro alzò un sopracciglio interdetto, ma Thor recuperò le valigie e lo guardò con fare misterioso così Loki si arrese «Posso almeno lasciare lo zaino in camera o devo portarmi il lavoro dietro anche nel fine settimana?»

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