2. A-typical background

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«Mm si Thor. Così...così è perfetto...»

Quelle mani su di lui. Il suo tocco...così deciso ed attento allo stesso tempo.Il biondo premette di più i palmi su quella pelle chiara e le dita la strinsero.

«T-Thor oh siiii. È....mmm...è fantastico...»

Il biondo a quel punto non riuscì a trattenersi dal ridacchiare.

«È bello sapere che i massaggi ti fanno questo effetto, Loki.» mormorò soddisfatto.

«Puoi dirlo forte, io adoro i massaggi!» mormorò il moro sdraiato sotto di lui soddisfatto e completamente rilassato. «Mmm sei così bravo! Si può sapere dove hai imparato?»

«Beh quando ho compiuto vent'anni io e mio padre abbiamo avuto un altro dei nostri bisticci e così io e Fandral...»

«Lo spadaccino?»

«Si esatto...Era estate e noi due andammo a trovare Volstagg che faceva l'apprendista cuoco in un resort a cinque stelle a Miami. Visto che però non avevo la minima intenzione di tornare a casa mi cercai un lavoretto lì. E che vuoi che ti dica...ero un bel ragazzo e il direttore del resort mi fece fare un corso accelerato come massaggiatore e lavorai nella spa. Avevo un sacco di clienti sai?»

Loki voltò appena la testa e lo guardò ridacchiando malizioso «Ma non mi dire. Ed impazzivano tutti per le tue mani?»

«Oh puoi giurarci, ho fatto più di mance che di stipendio.» rise l'altro. Si protese un po' sulla schiena del moro e gli raggiunse l'orecchio «Sei molto teso qui.» vi sussurrò mentre pressava un po' di più le dita.

Intanto i suoi boxer sfiorarono quelli del moro. Uno sfioramento lieve sul fondoschiena, eppure così sensuale.

«AH!» gemette il moro.

Thor, non visto, rise e tornò al suo orecchio «Basta così poco Loki?»

«Idiota! È per il nervo su cui hai premuto.» si difese l'altro, ma era arrossito visibilmente. Fortuna che dava la faccia al cuscino.

«Beccato.» ammise Thor che in effetti aveva approfittato di quell'attimo di distrazione per concentrarsi su una contrattura tra le spalle del moro. Si risollevò tornando seduto sulle sue natiche.

«Comunque dov'ero rimasto...ah si...ho retto due mesi come massaggiatore e sono tornato a casa. La spalla sai...ha cominciato a fare i capricci.»

Il moro lo guardò con la coda dell'occhio.

«Come è successo? Se posso...»

Thor si fermò un istante e parve incupirsi «È stato dieci anni fa. Avevo diciassette anni allora. A quella partita sarebbero venuti a vedermi i rappresentanti di un paio di università di San Francisco e c'erano buone probabilità che mi offrissero una borsa di studio. Mio padre non faceva che starmi addosso! Il giorno della partita ero davvero carico e ho giocato benissimo per tutto il tempo, poi, a poco dalla fine, ho subito un placcaggio...poco corretto.»

Loki sentì le mani irrigidirsi appena, ma non disse niente.

«Non c'è stato niente da fare. La spalla sinistra era andata e con lei anche le mie speranze di ottenere una borsa di studio. Se avessi continuato a giocare l'avrei danneggiata irreparabilmente. Mi ci sono volute tantissime sedute di fisioterapia. Poi, siccome non ero un granché a scuola e dopo svariati tentativi di fare altro andati male, mio padre mi buttò dentro l'azienda di famiglia.»

A-typical loveWhere stories live. Discover now