cap. 7 Misteri

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... abbiamo iniziato a parlare dell' Isola, ma nel mentre lui accennava sempre un sorriso perfido. Conoscendolo stava per fare qualcosa di brutto, ma non ne facevo caso. Presi una fragola, aveva un sapore strano "Ma che razza di fragola è!?".
"Oh non è una semplice fragola tesoro". Buio.

Credo che si diverta molto ad avvelenarmi il cibo.

Mi svegliai in una stanza buia legata in un angolo e con un nastro in bocca così da non potere parlare. Che nervi. P: " Ehi ti sei svegliata". Bene, ha fatto finta di essere cambiato per 3 minuti e poi mi rapisce di nuovo. Non potevo muovermi le funi erano troppo forti.

Con un movimento della mano mi tolse il nastro così da poter parlare. "Bene adesso mi spieghi PERCHÉ" sputai acida. "No... qui le domande le faccio io". Prese il suo pugnale e lo appoggiò sulla mia guancia. Ero come se non potessi fare niente nonostante potevo rispondergli.

P:"Iniziamo, dove sei stata in questi 15 anni?".
L:"In questi 15 anni? A casa mia dove dovrei esser-".
Spinse il pugnale contro la mia guancia più forte.
P:"Non mentirmi". Mi uscì del sangue, la voglia di piangere era tanta, poi spostò il pugnale sul mio collo.
L:"Ok ok i- io non potrò mai risponderti se.. se non mi spieghi".
P:"Mi stai dicendo che non sai nulla?" Quel sorriso perfido, un sopracciglio alzato e una scintilla divertita negli occhi.

L: " a quanto pare no" Pan non spostava di un millimetro il pugnale.
P: "Bene, bene, bene" Disse facendo una pausa ad ogni parola "Allora non sarò io a dirtelo"
L: "Dirmi cosa?" Ero più arrabbiata che mai.
*prima mi ricatti con il tuo pugnale e dopo fai finta di niente?* Tolse il pugnale dal mio collo per rimetterlo a posto. Mi toccò il sangue sulla guancia soddisfatto del suo lavoro.

"Ti ho già detto che non te lo dirò". Rimise il nastro sulla mia bocca. "sei molto meglio così sai? Sei molto più... tranquilla". Rise e io lo fulminai con lo sguardo provando a togliere il nastro dimenandomi. Mi mise le mani sopra alle spalle costringendomi a fermarmi perché stringeva troppo forte. "No.. non provarci" .

Mi slegò e mi ritrovai appoggiata al suo petto, non avevo le forze, non riuscivo a restare in piedi, avevo i segni della fune sulle braccia. P: "Direi di andare in camera". Disse stringendomi a lui...

GOOD MORNING,

Voilà sono ancora io. 393 parole, scusate se non ho aggiornato subito, ma non avevo ispirazione.

Grazie di continuare a leggere questa storia.

Mery🐚🦋

💚𝑨 𝒈𝒊𝒓𝒍 𝒐𝒏 𝑵𝒆𝒗𝒆𝒓𝒍𝒂𝒏𝒅💚Where stories live. Discover now