cap. 11 pensieri rubati

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Con questi pensieri nella testa continuai a seguire Pan, sapendo che quasi sicuramente, se non certamente, aveva sentito tutti i miei pensieri e di sicuro ne avrà trovati alcuni addirittura patetici.
Penso che ormai si sia fatto un'idea di me, sa quanto per me sia strana tutta questa situazione e di quanto sia strano per me essere al centro di una situazione di cui io non so nient-

P: "Ma la smetti? Mi stai facendo innervosire, non fai altro che pensare a cose deprimenti o inutili e non dici una parola, stiamo camminando da venti minuti e la situazione non è cambiata".
Dice fermandosi di colpo, io quasi gli finisco addosso (non che sia una novità) e lui mi guarda dall'alto al basso aspettandosi una risposta.
L: "Se ti do fastidio non ascoltare i miei pensieri, anzi sarebbe anche meglio se non lo facessi perchè invasione della privac-"
P: "No no no, non ricominciare con questa storia"
L: "Devo farlo, ti lamenti con me quando sono io che dovrei andarti contro"

Lui sbuffò e ad un tratto mi afferrò per il collo con forza e mi fece indietreggiare fino a quando sbattei contro un albero, gli afferrai il braccio e provai a spostarlo dal mio collo invano.
Non mi teneva il collo con una forza mortale, ma con una forza tale da farmi male e tenermi ferma.
Ma adesso che gli avevo fatto? Non ho colpe se mi arrabbio perchè la mia privacy viene privata.

P: "Ne abbiamo già parlato, io posso farlo, non mi interessa se ti crea fastidio, qua tu non hai potere per decidere niente, solo io ho questo potere e quindi tutti coloro che si trovano sulla MIA isola appartengono a me e devono attenersi alle mie regole"
Tossisco un po'.
L: "Ti ho già detto che non ti appartengo e che tu non hai alcun tipo di potere su di me"
Mi strinse notevolmente di più il collo e iniziai a respirare a fatica e a vedere sfocato, se svenissi adesso non ne sarei sconvolta (non che io abbia fatto molto altro durante la mia permanenza).

P: "Io mi sto contenendo con te, Lena, forse questo non lo capisci, potrei farti molto male sia fisicamente che mentalmente ma mi servi integra, se continui così troverò dei modi molto dolorosi per tenerti al tuo posto.
Credimi posso rendere la tua vita un inferno, non che sia molto bella la tua vita, posso farti arrivare al confine tra la tua sanità mentale e la pazzia e al confine tra la realtà e l'immaginazione.
Posso farti dimenticare di come eri prima e completamente trasformarti, potrei renderti completamente inutile, soggiogata a me.
Quindi bada bene a quello che fai e quello che pensi".

Avevo le lacrime agli occhi per quanto faceva male, lui sollevò la mano e pensai che stesse per tirarmi uno schiaffo, invece prese con le dita una lacrima scivolata dalla mia guancia, per poi accarezzarla.
Quello che sembrava un gesto carino però, era un gesto ruvido, di scherno, per prendermi in giro, lo si notava dalla sua indelicatezza nella carezza e dal fatto che il suo sorriso beffardo non aveva abbandonato il suo volto per neanche un secondo. Mi trovava patetica, glielo si leggeva negli occhi.

Mi lasciò andare il collo e io boccheggiai per un po' d'aria. Mi accasciai contro l'albero, mi ci vollero parecchi minuti per tornare a respirare normalmente.
Pan non mi toglieva gli occhi di dosso e il suo sorriso rimase.
Prima o poi gli toglierò quel sorriso dal volto, è una promessa, fosse l'ultima cosa che faccio, sono qua da pochissimi giorni e questo ragazzino screanzato non fa altro che darmi fastidio.

Mi alzai e non proferendo parola provai a farmi strada da sola per l'accampamento, che non ricordavo neanche dove fosse collocato e quindi Pan mi passò avanti ridendo.
P: "Da questa parte dolcezza".
Non risposi, mi limitai a seguirlo fino all'accampamento.

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⏰ Laatst bijgewerkt: Dec 21, 2023 ⏰

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